80 anni di storia Opel attraverso le sue ammiraglie

Opel, un marchio glorioso, spesso sottovalutato, che arriva da lontano e che, nonostante mille vicissitudini e cambi di proprietà (oggi è nel gruppo francese PSA) è sempre stato all’avanguardia tecnologica anche con le sue ammiraglie. Vediamo qui quali sono state appunto le ammiraglie  che, con le loro innovazioni tecnologiche hanno fatto la storia dell’automobile negli ultimi 80 anni.

Correva l’anno 1940 e la Seconda Guerra Mondiale era iniziata da mesi, ma nello stabilimento Opel di Rüsselsheim la produzione sarebbe andata avanti ancora per qualche settimana, consentendo alla Casa tedesca di costruire la milionesima autovettura da quando, nel 1899, era entrata nel settore automobilistico. Appena 40 anni prima, all’inizio del XX Secolo, Opel produceva solo 11 autoveicoli all’anno. Ciò nondimeno sette anni più tardi, nel 1906, la millesima Opel usciva dagli stabilimenti di Rüsselsheim e già nel 1912 fu la volta del decimillesimo esemplare, una Opel 20/100 HP.

La Opel Kapitän del 1940: classe e finiture a prezzi contenuti

La milionesima autovettura Opel – una berlina Kapitän – costruita nell’Ottobre 1940, pochi giorni prima dell’interruzione della produzione automobilistica – inaugurava una sorta di tradizione per cui queste tappe della storiche della Casa di Rüsselsheim sarebbero state segnate da altrettante ammiraglie.

La Kapitän era uno dei modelli con i quali, alla fine degli Anni Trenta, Opel sfidava la migliore concorrenza nel segmento delle automobili di classe superiore, offrendo un alto livello di qualità e di finitura a prezzi molto più contenuti. Con questo modello la Casa tedesca disponeva proprio di una 6 cilindri all’altezza di tale compito. Oltre alla carrozzeria a scocca portante, la Opel Kapitän aveva sospensioni anteriori indipendenti, ammortizzatori idraulici, riscaldamento ad acqua con ventilatore elettrico e bocchette per disappannare il parabrezza: tutte cose che all’epoca facevano sensazione. Per non parlare delle “fessure per il suono” che, come spiegava il catalogo dell’epoca, erano le “uscite” per la “fonte del suono”. Autoradio ed amplificatori avevano trovato posto sulla Opel Kapitän.

Il 9 Novembre 1956 un’altra Kapitän fu invece la due-milionesima Opel prodotta. Aveva una carrozzeria che ricordava nella linea quelle delle automobili americane dell’epoca, nuove sospensioni, nonché paraurti, profili decorativi e coprimozzo cromati e un originale frontale a “bocca di pescecane”.

OpelSenator: l’ammiraglia degli Anni Ottanta

Il 25 Maggio 1983 una Opel Senator CD di colore argento fu invece la 20milionesima Opel costruita. Seppure realizzata sulla stessa piattaforma della contemporanea Opel Rekord con la quale le somiglianze tecniche ed estetiche erano evidenti, la Senator era leggermente più lunga e spaziosa e presentava un frontale leggermente più largo e alcuni accorgimenti (come l’ampio uso di cromature, la nuova mascherina, l’arretramento del terzo montante e il terzo finestrino laterale) che le conferiva una fisionomia propria. Era inizialmente offerta con una gamma di propulsori a 6 cilindri che comprendeva un 2.800 da 140 CV e un 3,0 litri a carburatori da 150 CV oppure ad iniezione da 180 CV.

Le Opel Omega si rivolgono a una nuova fascia di mercato

Il 23 Febbraio1989 una Opel Omega-A 3.0 Station Wagon ancora di colore argento fu la 25milionesima Opel prodotta. Con la presentazione della prima generazione di Opel Omega la Casa tedesca non aveva cambiato solo il nome del suo modello di classe superiore, ma fatto anche un importante rinnovamento della sua immagine che assumeva una connotazione molto più dinamica.

La linea della prima serie di Opel Omega era un sintomo evidente di questa inversione di tendenza. Il frontale spiovente, le fiancate lisce, i finestrini avvolgenti creavano una forma molto slanciata che si traduceva in un ottimo coefficiente di penetrazione aerodinamica (Cx) compreso fra 0,28 e 0,30 a seconda della versioni. Tutto questo, unitamente alla particolare cura dedicata alla tecnica motoristica, all’economia, al rispetto dell’ambiente e alla sicurezza, valse alla Casa tedesca il secondo premio “Auto dell’Anno” nel giro di tre anni.

Solo cinque anni più tardi, il 25 Aprile 1994, una Opel Omega-B MV6, ovvero la versione ad alte prestazioni della gamma, fu la 30milionesima Opel prodotta, mentre il 2 Dicembre 1999 la Casa tedesca festeggiò un secolo di produzione automobilistica costruendo la sua 50milionesima automobile che, per la cronaca, era una Opel Omega-B.

A differenza della prima serie, che si rivolgeva sia al tradizionale cliente Rekord che ad un pubblico dinamico, la seconda si proponeva come una ragionevole alternativa ad alcuni modelli di prestigio. A tale proposito, mentre la prima serie (Omega-A, 1986-1994) fu proposta sia con economiche motorizzazioni a benzina di 1.800 e 2.000 cc e 2.300 Diesel e turbodiesel che con poderosi 6 cilindri 3.000 a 12 e 24 valvole da 177 CV e 204 CV (senza dimenticare la spettacolare versione realizzata nel 1989 in collaborazione con la Lotus), la seconda serie (Omega-B, 1994-2003) si segnalava invece per le linee più morbide e arrotondate, così come una serie di sofisticate motorizzazioni di 2.000-3.000 benzina e turbodiesel. Tra queste vanno spiccavano un 6 cilindri in linea da 130 CV, un 2.000 ad iniezione diretta di gasolio e un 3.000-V6 a benzina da 210 CV.

Un salto al 2008 con Opel Insignia A

La prima generazione della Opel Insignia fu lanciata nel 2008 e ottenne il prestigioso riconoscimento di auto dell’anno per il 2009. Al successo degli esperti seguì un notevole successo di vendite pari a circa 930 mila unità in 9 anni, fino al 2017. Opel Insignia A fu offerta con carrozzeria berlina 4 porte, 5 porte, Sports Tourer, Country Tourer e la sportiva OPC spinta da un 2.8 litri con una potenza massima di 325 CV.

Opel Insignia B: l’ammiraglia Opel per eccellenza

La seconda generazione di Opel Insignia fu presentata al Salone di Ginevra del 2017 e si è evoluta nelle dimensioni e nelle tecnologie. A partire dalle motorizzazioni diesel con il 1.5 con 122 CV ed il 2.0 CDTI da 174 CV, mentre chi preferisce l’alimentazione benzina può puntare sul 2.0 Turbo 200 CV che nella versione sportiva GSi raggiunge 230 CV di potenza massima.

La possibilità di scegliere tra nuovi cambi tra i quali il manuale oppure gli automatici AT8 a otto rapporti ed AT9 a nove rapporti completa il quadro, cui possiamo solo aggiungere l’effervescente trazione integrale AWD con Torque Vectoring, disponibile per il 2.0 CDTI da 174 CV e accompagnata dal cambio automatico AT8. Si tratta di un’innovativa trazione integrale, basata su tecnologie d’avanguardia: nella trazione Twinster con torque vectoring, una doppia frizione sostituisce il tradizionale differenziale posteriore. Il risultato è la ripartizione della coppia in maniera indipendente su ciascuna ruota posteriore che viene variata continuamente per adattare la trazione alle condizioni di guida in frazioni di secondo. I vantaggi non riguardano solo la sicurezza quando si viaggia su fondi a bassa aderenza, poiché Opel Insignia diventa ancora più precisa e agile in curva, per un controllo della direzione di marcia all’insegna della massima stabilità.

Su Astra Opel introduce i rivoluzionari fari a matrice di Led IntelliLux e su Insignia questo sistema di illuminazione raggiunge il suo massimo. I fari attivi IntelliLux LED® Pixel sono dotati di 84 moduli LED per faro e reagiscono rapidamente e precisamente alle condizioni esterne, assicurando una visibilità ottimale a chi guida Opel Insignia senza abbagliare le auto che precedono o quelle che provengono dalla direzione opposta.

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