A sentire chi ci governa, Cop21 ha generato le fondamenta per salvare il mondo. Ma ne siamo davvero sicuri?

Dopo più di dieci giorni di dibattiti è emersa la volontà di limitare l’aumento della temperatura “ben al di sotto di 2 gradi”, ma di una road map che consideri i bassi costi del petrolio e cosa possano comportare non vi è traccia.
Pertanto viene da dire che Cop21 sembra la copia carbone di molti forum sull’ambiente, dove tanto si parla e nulla concretamente si decide, perché poco collegati alla realtà. Se infatti tutti sono sembrati concordi nel voler mettere i combustibili fossili alla berlina, nessuno sembra abbia posto l’accento su quanto il basso costo di questi possa cambiare le regole del gioco.
E’ poi triste rilevare che il mondo della mobilità è sempre il solo che più si interroga, nonostante sia responsabile per una quota attorno al 30%, e anche agisca, mentre altri settori ben più responsabili rimangono immobili.
Dal protocollo di Kyoto sicuramente dei passi in avanti sono stati fatti, ci mancherebbe altro, in quanto sono passati quasi vent’anni, ma ci vorrebbe ben di più. Come sarebbe stato importante che l’Europa, che più si era distinta già a Kyoto nel contenimento delle emissioni di Co2, non abbia affondato sul tema Diesel soprattutto con gli USA che hanno messo le emissioni Nox sul banco degli imputati per l’automobile a gasolio, facendo invece melina su quelle emesse dalle loro centrali a carbone e a petrolio, che non ne rilasciano di certo meno e che non hanno abbassato i valori del’80% come sulle automobili omologate Euro6.
Ma anche nel frenetico mondo della mobilità nessuno si è espresso chiaramente sul tema mobilità elettrica, tant’è che chi era a Cop 21 è stato evasivo nel rispondere su quanto costa smaltire gli accumulatori, cioè quanta energia viene impiegata, ma anche quanta energia necessitano per la produzione.
Così come quanta energia ci vuole per rigenerare il fotovoltaico che non ha vita infinita. Ma anche quanta energia viene dispersa nei diversi passaggi. E quanto costa sempre all’ambiente avere l’energia necessaria per muoversi. Anche perché a tutti farebbe piacere comprendere quanto una vettura elettrica in tutto il suo ciclo di costruzione e vita sia più virtuosa rispetto a una a metano, diesel o benzina.
Nel frattempo scopriamo che in Italia le auto in città diminuiscono; che Porsche ha annunciato l’assunzione di più di mille persone per il progetto Mission E; che Ford si è sbilanciata sul tema elettrico dichiarando 4,5 miliardi di investimento per 13 nuovi modelli; che al prossimo Ces Volkswagen porta una elettrica; che… il mondo sta cambiando.

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