Cento anni dalla nascita dell’”Avvocato”

Ricorre il 12 marzo la nascita di Gianni Agnelli (1921), “la figura simbolo del capitalismo italiano, presidente di Fiat e Juventus” come l’ha rievocata Repubblica. Si spense il 24 gennaio 2003 stremato da un cancro alla prostata che lui aveva definito un impiccio dell’età mentre la Fiat attraversava la peggiore crisi della sua storia con il Gruppo in balia delle banche. E pensare che quattro anni prima alle celebrazioni del centenario della nascita della Fiat organizzate con professionalità dall’Ufficio Stampa diretto da Simone Migliarino aveva rilanciato il Lingotto con un grande gruppo di validi uomini e competenze in grado di affermare il made in Italy nel mondo.

Si era avvalso dei consigli di Enrico Cuccia, il banchiere di Mediobanca, un Cuccia che gli consigliò Cesare Romiti come timoniere e costretto a ricorrere ai petrodollari della Lybian Bank dopo aver lanciato la 127 e la 600 Multipla. Per fortuna arrivò il decennio 1980-1990, quello della riscossa con lo spettacolare lancio della Fiat Uno (ideata da Vittorio Ghidella) a Cape Canaveral nel gennaio ’83 e la ricapitalizzazione da mille miliardi, sotto la regia di Mediobanca. Era il periodo in cui la famiglia Agnelli tornarono nel “Corriere”, in Toro, Rinascente, Snia, Galbani, Alfa Romeo, ad un passo dal chiudere un joint venture con Ford ma nell’87 in Borsa il titolo Fiat toccò i massimi storici.

Non saranno organizzati eventi causa Covid ma la figura dell’Avvocato sarà ricordata a tutta pagina sui giornali, social media e Tv. Lungo l’elenco dei libri dedicati all’imprenditore-imperatore, a colui che ha trasformato la Fiat in un gigante dell’automobilismo come quelli di Enzo Biagi (IlSignor Fiat), Giuseppe Turani (L’Avvocato), Piero Ottone (Gianni Agnelli visto da vicino), Gigi Moncalvo (I lupi e gli Agnelli, Agnelli Segreti Peccati, passioni e verità nascoste), Giorgio Garuzzo (Fiat, i segreti di un’epoca), Alain Friedman (Tutto in famiglia), Antonio Parisi (Gli Agnelli. Segreti, misteri e retroscena della dinastia). Poi le indiscrezioni raccolte da Jas Gawronski, amico e confidente (“Con la sua città l’Avvocato aveva un rapporto profondo.

Ricordo solo un paio di passeggiate insieme. Guidava l’auto in modo assai sportivo”), da Aldo Cazzullo, da Tony Damascelli, da Marcello Sorgi che raccolse un pieno di immagini proposte al Museo del Cinema, da Stefano Cingolani, da Aldo Bernacchi, da Paolo Garimberti. Da ricordare anche l’operazione chiave nella quale Gabetti ebbe un ruolo strategico nel periodo 2003-2005 quando scomparsi prima Gianni e poi Umberto riassettò il Gruppo torinese con l’acquisizione della Chrysler, il valido apporto di Franzo Grande Stevens, l’avvocato dell’Avvocato. Per non parlare della strategia americana vincente di un grande stratega come Sergio Marchionne che ha rilanciato il Gruppo e scomparso troppo giovane.

Nel 1986 nel ventennale della sua presidenza della Fiat, Gianni Agnelli ricevette in regalo un dono super, l’esemplare unico della Ferrari Testarossa spider realizzato dal brand i Maranello per questa ricorrenza, poi finita all’asta per 1,2 milioni di euro. La storia d’amore tra la Ferrari e la Fiat nacque nel 1969 quando il Drake cedette a Gianni Agnelli il 50% dell’azienda di Maranello, mantenendo il controllo della gestione sportiva. Il primo successo arrivò nel 1975 quando Niki Lauda si aggiudicò il titolo piloti e insieme a Clay Regazzoni quello costruttori. L’austriaco si ripeterà nel 1977.

Uno dei protagonisti di queste vittorie porta la firma di uno straordinario Luca Cordero di Montezemolo, assistente di Ferrari e responsabile corse dal ’73 al ’77. Nell’82 a Zolder, moriva Gilles Villeneuve.Nell’88 dopo la morte di Ferrari, la Fiat diventava l’azionista di maggioranza. Dal ’99 al 2004 Schumacher vinceva 5 campionati del mondo e sei Costruttori con l’aiuto di Irvine e Barrichello. I nipoti dell’Avvocato, John e Lapo, ereditano la passione del nonno non solo con le Rosse ma con la Juventus. Memorabile l’intervista fatta da Omar Sivori, nel dicembre ’86,  alla “Domenica sportiva” a Gianni Agnelli. “Platini lo comprammo per un tozzo di pane, poi lui ci ha messo il foie gras”, “averlo in squadra era come avere una credit card sempre a portata di mano”, altra frase memorabile dell’Avvocato innamorato della sua Juve. “Mi piace il vento perchè non si può comprare” così si intitola un libro edito da Rizzoli e firmato da  Stefania Tamburello, una delle frasi più belle dell’Avvocato. Ed ancora “La mia vita coincide per tre quarti con quella della Fiat. E il mio rapporto con la Fiat è per metà di memoria e per metà di vissuto” .

Mi piace ricordare quanto scritto su Sportweek Gazzetta dello Sport da Serena Gentile sull’Avvocato. “Gianni Agnelli avrebbe sicuramente apprezzato la fusione fra Chrysler, PSA e la nascita di Stellantis: ne è convinto il nipote John Elkann, presidente del colosso automotive” – parte di una intervista concessa a La Stampa a firma Rosario Murgida. Io l’Avvocato lo ricordo in uno degli appuntamenti al Salone di Torino, “un uomo di fascino, di classe inimitabile, una intelligenza fuori dall’ordinario”.

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