Compleanni per Volvo, Mazda e AMG

Da dove iniziamo a soffiare sulla torta con le candeline? Dai 90 anni della casa svedese Volvo: festeggia l’anniversario al Parco Valentino, a Torino, non solo con una mini mostra di auto sia veterane che moderne, ma sfoggiando il suo nuovo Suv XC60 (nella foto in alto) che scalpita per essere immesso sul nostro mercato. C’è quindi la possibilità di ammirare la Duett, la P1800 Coupè, la 240 Polar, l’Amazon, la 480 Turbo. Accanto a queste la prima generazione di XC90 e XC60 fino alle attuali XC90, V90 Cross Country e la fiammante XC60. “La prima auto Volvo – ha detto Michele Crisci, presidente di Volvo Car Italia e dell’Unrae – uscì dalla storica fabbrica di Goteborg il 14 aprile 1927. E proprio il 14 aprile scorso è stato realizzato il primo esemplare della XC60, ammirata al Salone di Ginevra in marzo. Questa Volvo festeggia un traguardo importante e la ricorrenza coincide con un periodo particolarmente fortunato della storia dell’azienda. Se oggi siamo un punto di riferimento del pianeta auto è solo perchè siamo stati coerenti al nostro dna. Siamo certi che la nuova XC60 ripeterà il successo della precedente generazione e continuerà il percorso iniziato dal brand un secolo addietro”.

Leggi anche: 90 anni di Volvo al Salone dell’Auto di Torino Parco Valentino 2017

A quota 50, invece Mazda e Mercedes AMG.

Il marchio giapponese celebra i primi 50 anni della Cosmo Sport, una elegante due posti nata nel 1967. Sotto il cofano aveva il Wankel motore (nella foto in basso con l’omonimo inventore) a combustione interna rotativo (perché il pistone non si muove di moto rettilineo alternato ma ruota intorno a un asse). E poi la RX-8 Renesis. Ma utilizzarono questo motore anche la NSU Spider, la Citroen M35 e la GS Birotor, le famose Mercedes Benz C111 a tre e quattro rotori e una 350 SL Quadrirotore. GM sviluppò dei prototipi Chevrolet, l’American Motors la Pacer.
Il motore Wankel, grazie alla sua particolare struttura, presenta numerosi vantaggi rispetto ai vari tipi di motore alternativo a combustione interna: un minor numero di parti in movimento; una minore rumorosità e minori vibrazioni; una notevole leggerezza dovuta alle dimensioni ridotte ed elevato rapporto potenza/peso; una minore emissione inquinante di ossidi di azoto, dovute alla minore temperatura media dei gas; una maggiore potenza,
a parità di cilindrata, rispetto ad un motore a pistoni alternativo; una semplicità progettuale e manutentiva. I principali svantaggi riguardano la scarsa durata degli elementi di tenuta del rotore; la coppia contenuta ai
bassi regimi di rotazione; il consumo di carburante, tasso di idrocarburi incombusti molto elevato.

Compleanno anche per l’AMG, azienda fondata nel 1967 da Hans-Werner Aufrecht ed Erhard Melcher a Grossaspach. Oggi l’AMG è la punta di diamante sportiva del Gruppo Mercedes: ha concepito in autonomia la SLS AMG e AMG GT. Quasi 100.000 unità AMG vendute nel 2016 (+40%), un primo trimeste 2017 da antologia, crescita resa possibile dal costante sviluppo dei modelli Performance, per non parlare delle versioni a 8 cilindri delle Serie 63 e dei modelli 45 nel segmento delle compatte e dei modelli 43. “Con 405 Performance Center – ha sottolineato Tobias Moers, presidente del Consiglio d’amministrazione di Mercedes AMG – abbiamo esteso anche la rete dei nostri punti vendita. I modelli 63 affascinano sempre di più gli appassionati in ogni angolo del mondo. Nel 2018 amplieremo la gamma con una versione a quattro porte”.

Felix-Wankel

1 commento
  1. Oldbrain
    Oldbrain dice:

    Mi sia concessa una – spero opportuna – doppia integrazione a questo rapido excursus sulla genealogia del propulsore figlio di Felix Wankel (1902-1988). In primis va ricordata la strepitosa Ro 80, berlina medio-superiore di 4,78 metri, meritoriamente e caparbiamente prodotta dalla NSU per un decennio (1967-1977), caratterizzata – oltre che dal motore Wankel birotore da 115 Cv a 5.500 giri e 180 Kmh massimi – da un’impressionante serie di innovazioni stilistiche, meccaniche e tecnologiche. A cominciare dalla splendida linea personalissima e super aerodinamica (coefficiente di forma=0,35!), per arrivare alla trazione anteriore, ai 4 dischi frenanti, al servosterzo ed ad una trasmissione (Fichtel & Sachs) a tre rapporti avanti, con frizione automatica, attivata dallo sfioramento della cloche del cambio. La Ro 80 fu anche la prima tedesca eletta “Auto dell’anno” (C.O.T.Y.) nel 1968, precedendo di ben 64 punti – 197 a 133 – la pur memorabile Fiat 125. Purtroppo era troppo avanti rispetto alla cultura automobilistica del tempo e poco affidabile dopo i primi 50mila km. Così fu un insuccesso commerciale (ne furono complessivamente prodotte appena 37.398 unità), che contribuì all’estinzione del marchio tedesco. Alcuni decenni dopo l’Audi l’ha inglobata nel proprio patrimonio genealogico ( http://www.audi.com/corporate/en/company/history/models/nsu-ro-80-1967.html ).
    Tappa altrettanto importante è la storica – e mai più ripetuta – vittoria del motore Wankel alla “24 Ore” di Le Mans del 1991, con la formidabile Mazda 787B di Weidler-Herbert-Gachot.

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