Dieselgate: il “Rapporto Del Rio” reso pubblico dal Movimento 5Stelle

Finalmente è possibile leggere il “Rapporto Del Rio” che pubblica i risultati dei test effettuati in Italia su vetture di diverse marche. Tutti possono analizzarlo grazie al Movimento 5 Stelle, che lo ha pubblicato oggi sul suo sito nella sezione “Parlamento europeo”. Per cercare di capirci qualcosa riportiamo qui di seguito la notizia pubblicata oggi da Quattroruote.it.

Precedentemente però, il 22 settembre, tramite dichiarazioni rilasciate all’Agenzia Askanews , proprio i M5S avevamo sollecitato il ministro Del Rio a rendere pubblico il rapporto in questione.

Roma, 22 set. (askanews) – “Dieselgate, uno scandalo quasi scomparso dalle cronache. Eppure i risvolti non cessano di stupire: il sottosegretario ai Trasporti De Caro rispondendo a un question time della deputata M5S Arianna Spessotto ha candidamente ammesso che esiste ed è pronto un rapporto sui test effettuati per conto del ministero. Ma solo in occasione di una richiesta di accesso agli atti del M5S è stato diffuso ieri”. Così il Movimento 5 Stelle.

“Un rapporto che rivela aspetti inquietanti”, sostengono i deputati M5S. “I test effettuati su tutte le principali case automobilistiche mondiali sono stati effettuati dal Cnr. Incredibilmente questo non è avvenuto per le auto Fiat Chrysler Automobil che invece sono state esaminate dai laboratori della Fiat di Mirafiori. Conflitto di interesse? Il sottosegretario sostiene di no. Noi del M5S qualche dubbio ce lo abbiamo. Anche perché, miracolosamente, nel rapporto proprio le auto della Fiat spariscono all’improvviso da alcune tabelle e grafici. Singolare coincidenza”.

Il dossier, proseguono, “è scandaloso anche per un altro aspetto: diversamente da quanto effettuato dagli altri Paesi, in Italia il ministero ha deciso di non fare i test sugli Euro 6 ma solo sugli Euro 5, ormai non più in commercio. Guarda caso, in base ai test effettuati negli altri paesi europei, sono proprio gli Euro 6 della Fiat ad avere i più alti valori di NOx, fino a superare di 15 volte i limiti di legge”.

 

Milano 5 ottobre – Quattroruote.it – Mario Rossi – “Mediamente (per i mezzi sui quali il dispositivo di manipolazione non è presente) il comportamento del veicolo in termini di emissioni di NOx durante le prove di laboratorio viene rispettato su pista”. E, comunque, “i veicoli provati sul ciclo di guida reale hanno mostrato elevate emissioni di NOx”. È quanto si legge nelle conclusioni del primo, parziale rapporto del ministero delle Infrastrutture su un campione rappresentativo delle auto con motore Euro 5b, la classe di emissioni a cui appartiene il motore EA 189 della Volkswagen che ha dato origine, poco più di un anno fa, al cosiddetto dieselgate. Documento pubblico. Il documento, datato 27 luglio 2016, è stato pubblicato oggi nella sezione Parlamento europeo del sito del Movimento 5 Stelle, ma era stato ufficialmente trasmesso dal ministro Graziano Delrio alla Commissione di inchiesta del Parlamento europeo sulle emissioni inquinanti (Emis) lo scorso agosto. E il 21 settembre, poco meno di due settimane fa, era stato consegnato alla commissione Trasporti della Camera dei deputati. Prima tornata di test. Il rapporto, di 46 pagine, sintetizza i risultati di una prima tornata di verifiche su 15 vetture selezionate dai tecnici ministeriali (i test su altri tre modelli sono attualmente in corso e altri otto saranno svolti non appena la Procura della repubblica di Verona metterà a disposizione della commissione le auto a suo tempo sequestrate, tutte del gruppo Volkswagen).

Dal rapporto emerge che otto dei 15 test sono stati effettuati all’Istituto motori del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) di Napoli; gli altri sette, tutti riguardanti modelli prodotti da FCA, sono stati realizzati nei laboratori di Torino della stessa Casa per conto del Cpa (Centro prove autoveicoli) della Motorizzazione del capoluogo piemontese, i cui funzionari erano presenti durante le verifiche. Una modalità che ha indotto quelli del M5S a presentare, il 21 settembre, un’interrogazione parlamentare, a cui il ministero ha risposto il giorno seguente chiarendo che “le prove sono state effettuate in piena armonia con quanto previsto dalla direttiva quadro 2007/46/CE sulla omologazione dei veicoli”.

Le 15 auto esaminate. Questi i veicoli oggetto del test: due Volkswagen Tiguan 2.0 TDI, BMW 118d, Ford Focus 1.6 TDCi, Ford S-Max 2.0 TDCi, Mercedes CLA 200 CDI, Mercedes E 220 CDI, Opel Astra 2.0 CDTi, Fiat Panda 1.3 MJT, Alfa Romeo Giulietta 1.6 JTDm e 2.0 JTDm, Jeep Cherokee 4×2 2.0 MJT II, Lancia Ypsilon 1.3 MJT, Fiat 500L 1.6 MJTe Fiat Doblò 1.3 MJT. I modelli per i quali le prove sono ancora in corso sono la Renault Laguna 1.5 dCi, la Renault Clio 1.5 dCi e la Dacia Sandero 1.5 dCi. “Elevate emissioni di NOx”. Insomma, se da un lato sembra che nessuna delle auto esaminate monti i cosiddetti “defeat device”, scopo principale di questo primo studio, dall’altro i risultati mostrano che “tutti i veicoli provati sul ciclo di guida reale “Urban”, molto dinamico, caratterizzato da elevate accelerazioni e dunque notevoli richieste di carico, hanno mostrato elevate emissioni di NOx”, ovvero gli ossidi d’azoto.-

 

 

 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *