Il futuro della mobilità urbana è nei “Last mile commuter” ?

Negli USA, ma non solo, sono noti come “Last mile commuter”.

A essere impertinenti si possono italianizzare in: “Trabiccoli per l’ultimo miglio”.
 In questa categoria c’è di tutto: dalla bici super pieghevole a pedalata tradizionale a quella elettrica; dal monopattino a spinta di muscolo a quello con motore elettrico; dall’hoverboard con batteria allo skateboard senza motore o con motore; dal sedile con le ruote a un telaio con due piccole ruote e un motore elettrico con sellino ammortizzato….insomma di tutte le fogge e per tutti i gusti, i “last miles commuter” basta che abbiano, per il momento, le ruote. Perché quelli a levitazione magnetica non sono ancora pronti ma, sicuramente, avranno il sopravvento quando la tecnologia della levitazione magnetica diventerà matura.

I “Last mile commuter” aspirano a diventare attori protagonisti della mobilità nelle mega city e la loro diffusione accelerata sta gettando nel panico molte amministrazioni che da una parte li vedono positivamente, perché sperano portino a una riduzione delle auto, dall’altra non sanno come regolarne l’uso, non si sa se permettere il loro passaggio sulle strade o dedicare loro arterie specifiche; se regolamentare le loro prestazioni o lasciarle libere; se imporre il casco per il loro utilizzo oppure no….

Fino a pochi anni fa tutti questi mezzi erano made in China, ora invece c’è una inversione di tendenza con un ritorno anche al made in Usa o, meglio, all’assemblato made in Usa. Tutti i “Last mile commuter” elettrici sfruttano infatti un motore elettrico da circa 150/300 watt (i top di gamma arrivano a 400W) che vanno moltiplicati per due in quanto servono una ruota e quasi tutti ne hanno due, e un pacco batterie adeguato per farlo funzionare per circa una/due ore che, però, pesa non poco, limitando il trasporto a mano quando, ad esempio, lo si deve portare in metropolitana o in ufficio. Le batterie sono un punto vitale e nel recente passato hanno creato non pochi problemi, quindi va posta molta attenzione al riguardo. Ma anche sul tema sicurezza d’uso si deve aprire un capitolo perché raggiungono pur sempre una velocità e muovendosi principalmente su terreni duri e spigolosi (asfalto e marciapiedi) le conseguenze a un impatto possono essere tutt’altro che lievi. 
Si deve prestare pertanto molta attenzione all’acquisto, selezionando i migliori, ma anche nell’uso cercando protezioni adeguate e valutando se il proprio fisico è…adeguato.

Per quanto riguarda gli Hoverboard, molto interessante è quello della PhunkeeDuck con potenza da 400 watt e in particolare il modello Monster per le sue gigantesche ruote e il design evoluto; il SafeHoverBoard con batterie della Samsung da 4400 mAh che arriva a 700 watt promette 17 km/h di velocità; il Nilox Doc è molto diffuso, ma sempre quello nella versione off road con batterie da 4200 mAh; per il rapporto prezzo contenuti l’iGo One che ha batterie LG con due motori da 175 Watt l’uno.

Diverso da tutti è il prodotto della Segway Ninebot Mini Pro che ha una autonomia di ben 30 km e permette di stare seduti mentre il SoloWheel come dice il nome sta in mezzo. Bings è invece un hoverboard con sistema di bilanciamento evoluto per aiutare chi ha un equilibrio…precario. L’URB-E è infine probabilmente quello meno rivoluzionario come concetto, ma il più facile da usare e forse anche il più sicuro.

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