I luoghi comuni delle presentazioni stampa e le nostre responsabilità di cui dovremmo essere consapevoli

Basta! Non ce la faccio più. Lasciatemi sfogare. Sarà che il marketing sta divorando gli uffici stampa, ma adesso stiamo esagerando. Da sempre, l’auto nuova che ci viene presentata è esaltata da chi ce la propina. Ma un conto è l’esaltazione. E un conto è la mistificazione.

Ormai, a leggere le cartelle stampa che le direzioni relazioni esterne, negli ultimi tempi, ci stanno propinando sembra davvero che ogni auto nuova che ci viene messa sotto gli occhi sia improvvisamente diventata la migliore in assoluto: di ieri, di oggi e perfino di domani. Non c’è avversaria che tenga o che sia capace di rivaleggiare. Tantomeno ce n’è una che finora abbia fatto di meglio. E invece, quando poi abbiamo la possibilità di metterle alla prova, nell’uso reale, quasi sempre scopriamo che buona parte di quanto ci è stato raccontato è un’emerita balla.

Partiamo, per esempio, dai luoghi comuni che vanno più in voga. Primo tra tutti quello che ci porta a far credere che tutti gli automobilisti viaggino solo con borse da golf: tre, quattro, anche cinque alla volta.

In verità, io non ho mai visto uno caricarne neppure mezza in un bagagliaio. Sarà perché non frequento circoli del golf? O perché tutti i golfisti che conoscono hanno a disposizione un armadietto dentro al loro circolo nel quale ripongono mazze, sacche e palle a volontà?

Scrivo questo perché quando mia moglie ha comprato la sua auto nuova, un’utilitaria di un noto marchio ai vertici delle vendite nella propria categoria, sono andato a rileggere la cartella stampa relativa. E puntualmente ho trovato l’elogio alla capacità di carico equiparata alle mazze da golf. Ben tre, se sistemate in posizione verticale.

Orbene, io non so se tre sacche da golf entrano realmente nel bagagliaio di quell’auto, magari posizionate come tre sarcofagi esposti al museo egizio di Torino. Ma vi garantisco che un passeggino della Chicco non c’entra né in verticale, né in orizzontale. Forse smontato pezzo per pezzo, ma tutt’intero no di sicuro.

Quella delle mazze da golf da caricare nel bagagliaio è solo una delle tante idiozie che ci vengono propinate per esaltare i pregi o, più spesso, nascondere i difetti dei vani di carico delle nuove vetture che ci vengono proposte. Tutte assurdità, ben distanti dalle necessità del mondo reale. Quante volte avete sentito dire frasi del tipo “quest’auto fissa nuovi parametri di riferimento nella sua categoria” oppure “ha qualità di categoria superiore” o “il suo rapporto dotazioni/prezzo non ha eguali tra i concorrenti”. Tutte frasi che nella realtà, poi, si rivelano quasi sempre infondate.

Perché allora, qualche volta, non avanzare qualche domanda ai nostri interlocutori anche sulle capacità di una nuova auto a soddisfare le esigenze della gente più comune?

Ci dicono che la loro bella vettura è capace di viaggiare con tre sacche da golf a bordo? Bene, ma quante borse della spesa, magari di quelle riutilizzabili che ormai sono di misura standard? Quanti passeggini? E quante valige di un formato che non sia paragonabile a un beauty case?

Ci dicono che la loro vettura è paragonabile a una vettura premium? Bene, ma qual è il valore di rumorosità rilevato nell’abitacolo? Oppure, quali sono i fornitori di certi componenti? E a quali e quanti controlli di qualità è sottoposto il prodotto?

La loro auto fissa nuovi parametri nella categoria? Ottimo? Ma quali sono questi parametri delle categoria? E soprattutto chi, prima, li deteneva?

Tutte domande, invece, che nessuno di noi propone. E tutte risposte, senza domanda, che invece spesso riproponiamo pedissequamente ai nostri lettori.

La differenza tra noi e un blogger, per toccare un tema che è stato particolarmente caldo su questo blog, forse dovrebbe essere proprio qui.

1 commento
  1. Rino Drogo
    Rino Drogo dice:

    Caro Sergio, questo fenomeno che tu evidenzi in modo perfetto negli ultimi tempi è arrivato a livelli insostenibili, ma è sempre esistito. Non leggo un commento negativo della stampa italiana su una vettura da tempi immemori. In tempi in cui il web non lo avevano ancora inventato e i blogger non erano ancora nati.

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