Indianapolis: “The greatest race in the world”.

“The greatest race in the world”. La più grande corsa del mondo! Così, in modo spettacolare, gli americani definiscono la 500 Miglia di Indianapolis.
Ed hanno ragione. Perché la 500 Miglia non è solo una corsa. E’ davvero un grande spettacolo.
Prima, ed intorno alla grande corsa che impegna il circuito una volta all’anno, va in scena uno spettacolo unico ed inimmaginabile per chi non c’è mai stato.

Mezzo milione di spettatori

Quattrocentomila persone sulle tribune. Altre centomila che gravitano intorno al catino infernale. Un luna-park enorme che circonda l’ovale, dove si può soddisfare ogni desiderio ludico o alimentare. Per tre giorni è un accampamento animatissimo, un pullulare di personaggi eterogenei, un’occasione di libertà e di passione. Un affascinante festival della velocità.

Una vera festa

Alla vigilia la città è attraversata da una sfilata di carri allegorici e di auto cabrio su ognuna delle quali c’è uno dei 33 piloti che prenderanno il via. E’ una festa, con una folla che va in visibilio per i protagonisti che salutano, sorridono, rispondono ai fans.
I carri portano le insegne degli sponsor: e capita di vedere anche il carro dell’impresa di pompe funebri, o quello della loggia massonica. Che sono poi tra gli sponsor dei giri di pista. Si, perché ogni singolo giro dei 200 di gara è intestato ad uno sponsor che premia il pilota che lo passa per primo sulla famosa linea di mattoni rossi che segna il traguardo.

L’emozione di stare in mezzo ai piloti

Nei giorni di vigilia ci si può aggirare anche nel paddock, se si ha il biglietto autorizzato. Il pass è costituito da una specie di medaglia che si può pinzare alla camicia o alla vita dei pantaloni, intanto quando entri l’anzianotto del controllo non ti chiede nulla. Sa che se entri è perché sei autorizzato.
Puoi parlare con i piloti e con i tecnici dei team, mentre i meccanici lavorano sulle auto. Ritrovarsi in quell’immenso ovale quando è ancora vuoto è emozionante. Se sei fortunato ti riesce pure di fare un giro di pista accanto a qualche idolo del passato che è lì a disposizione: ovviamente con l’auto della marca di quella che sarà la “pace-car”.
Poi, la notte precedente alla gara, tutt’intorno alla pista, tra luci musica e divertimenti, la birra scorre a fiumi.
Al mattino alle sei, mentre i parcheggi si riempiono di migliaia di auto, di moto e di camper, quando si aprono i cancelli i tifosi più sfegatati incominciano ad entrare e prender posto all’interno della curva quattro, quella che precede l’entrata ai box. Hanno la bandana in testa, sono un po’ brilli ed il loro equilibrio è precario. Ma tutte le procedure, le sfilate delle miss, delle auto d’epoca, dei campioni del passato permettono di smaltire l’alcool e di trovarli in piedi e pronti a mettere la mano sul cuore quando, a tribune ormai colme ed auto schierate su 11 file da tre, risuoneranno le note dell’inno americano. Mentre una formazione di caccia “Stealth” sorvola la pista a quota talmente bassa da proiettarne l’ombra sul tracciato e sulla marea di teste e di cuori che ormai vibrano.

Il sermone del Pastore

Giusto il tempo del sermone del pastore o del sacerdote che invita a pregare anche per chi alla fine della gara potrebbe non esserci più ( sic! ) e poi, alle 10, arriva il mitico: “ Signore e signori, accendete i vostri motori”. Il ruggito dei 33 motori in contemporanea non riesce a superare l’urlo dei 400.000 spettatori. Ma fa capire a quei 100.000 che stanno fuori che la gara sta per iniziare.
Poi tre giri sempre più veloci in formazione delle 33 vetture preparano allo sventolio della bandiera verde che segnala la partenza lanciata al passaggio sulla linea rossa dei mattoni.
Si arriva alla prima curva a 380 chilometri orari. Le prime file possono sfruttare l’effetto aerodinamico sugli alettoni che schiaccia le auto a terra. Quelle successive si trovano praticamente in un buco d’aria e le macchine galleggiano paurosamente verso il muretto esterno.
Si. E’ iniziata la più grande corsa del mondo!

P.S. Almeno una volta nella vita bisogna andare alla 500 Miglia di Indianapolis. Ma se ci vai una volta non puoi fare a meno di tornarci.

Indianapolis-2

2 commenti
  1. scalexsanremo
    scalexsanremo dice:

    Grandissimo Renato,
    ho letto il tuo articolo e dopo le 3 giornate passate nella nostra vicina MonteCarlo, viene il magone a vedere come viene rispettato il pubblico nella “greatest race of the world” a come venga cercato il contatto con chi alimenta di passione e non solo, questo sport.
    L’esatto opposto di quello che si vive in F.1 (a dispetto delle dichiarazioni ufficiali del nuovo corso…) e nella fattispecie a Monaco, dove ieri pomeriggio ho assistito a scene allucinanti, gente trattata con “disprezzo”, e per la prima volta dopo 35 anni di presenza, pure venire alle mani. L’ACM dovrebbe imparare… ma oggi guardando le qualifiche con le tribune K al 50% di colore blu (ovvero semivuote) mi rendo conto che a Monaco continueranno così… Io dopo 3 decadi e mezzo, inizio a stufarmi…domani sarà una grande giornata di sport automobilistico, aspetterò il tuo resoconto, al quale aggiungerò se potro’, una selezione delle oltre 500 foto fatte nel Principato.
    A presto,
    Massimo.

  2. Luca Pazielli
    Luca Pazielli dice:

    Proprio quello che ho provato anch’io grazie a te e a TMC che 25 anni fa …..aveva capito che era veramente The greatest race in the world

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