Il cambiamento è sempre più rapido

Come è cambiato il nostro lavoro (quello di giornalista) negli ultimi anni, soprattutto da quando l’irruzione dei social network ha rivoluzionato un’altra rivoluzione, quella del web. Ebbene, il bombardamento di notizie, opinioni, video, foto, anticipazioni che arriva da ogni dove ha cominciato a mietere molte vittime nel mondo della carta stampata.

Molte aziende sono state costrette a chiudere testate storiche che trattavano di motori, altre a ridimensionarle attraverso tagli del personale e della foliazione (l’anticamera della chiusura) e anche i quotidiani soffrono. Colpa della rivoluzione digitale é vero, (e a farne le spese sono stati soprattutto i magazine; su Internet si trova ormai tutto e gratis) è colpa della pesante crisi dell’auto a causa della quale i costruttori sono stati costretti (o ne hanno approfittato, facendosi scudo con la crisi) per ridurre i budget destinati alla pubblicità e rimettere a posto i bilanci.

Ma un attento esame di coscienza lo devono fare anche editori, direttori e giornalisti rimasti appiattiti su schemi obsoleti e, quindi, complice una demotivazione diffusa, non hanno saputo rinnovare le testate adeguandole ai tempi. E proprio la crisi del settore, dalla quale si sta faticosamente e lentamente uscendo, poteva essere l’occasione giusta per porre in atto questa svolta. La stessa passione che si nutre per l’automobile, dev’essere riversata sulla professione, sforzandosi a trovare sempre qualcosa di nuovo, a esprimere opinioni (vedi il boom dei blogger, quelli seri e professionali si intende), a scavare ogni qual volta una notizia o indiscrezione può celare qualcosa di molto interessante ed esclusivo. Basta con la routine. E più qualità e attenzione alla scrittura. Perché spendere anche pochi euro e leggere strafalcioni e frasi sgrammaticate? Occorre riflettere, tutti.

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