La Formula 1 oggi: ridere o piangere?

Scusate ma oggi m’è venuto da ridere. Si quando ho visto un titolo sulla pagina sportiva del Corriere della Sera: “ Test a Silverstone: Ferrari prima con Raikkonen”. Intanto il tempo segnato da Raikkonen era in linea con quello delle qualifiche di domenica scorsa ( cioè un secondo e mezzo lontano dalla Mercedes), ma più che altro dietro di lui ci sono otto o nove ragazzini alle prime esperienze con la guida di una Formula 1, a parte Bottas.
E a questo punto mi è venuto da piangere. Per la continuità in negativo della Ferrari e per la ridicola titolazione del Corriere. Che si accompagna alle mille giustificazioni che si leggono e si sentono nei commenti alle prestazioni della Ferrari in questo 2016. Forse sarebbe ora che i colleghi impegnati nel seguire i Gran Premi uscissero dall’imbarazzo e dicessero chiaramente quel che pensano, senza le acrobazie concettuali troppo protettive nei confronti della Rossa. Temono di essere radiati da Maranello? Beh, vorrei tranquillizzarli: quando nel 1980 accadde che le Ferrari non riuscissero a stare al passo degli avversari nonostante i piloti fossero Gilles Villeneuve ed il fresco Campione del Mondo ferrarista Jody Scheckter, io mi permisi di dire, nel corso della mia trasmissione TV Crono su TMC, che in questi casi bisognerebbe avere il coraggio di tagliare in due la macchina e ricominciare daccapo. Ebbene dopo una settimana mi arrivò per posta il libro “Ferrari ‘80” con dedica autografa di Enzo Ferrari. E che tengo come una reliquia. Il “Drake” era un duro, ma la sua onestà intellettuale era fuori discussione.
Certo era un’altra epoca, un’altra Formula 1 e, forse, anche un’altra Ferrari. Ma la correttezza nell’informazione paga sempre, se è inconfutabile. L’ho già raccontato in un precedente “pezzo” su Autologia, sia per episodi legati alla Ferrari sia alle Case di produzione commerciale.
Ma a proposito di Formula 1 vorrei sollevare un altro tema: c’è gran polemica sulle nuove regole relative ai limiti nelle comunicazioni radio fra box e pilota, e relative conseguenze. Si tira in ballo la sicurezza, la guida pilotata dagli ingegneri e così via. C’è una regola, tutti l’hanno accettata ed ora tutti la devono rispettare. Però mi domando, essendo io ora fuori dal giro ristretto e quindi non al corrente dei vari commi e codicilli che potrebbero smentirmi: ma se si rispolverassero in quei casi le vecchie e tanto belle e nostalgiche tabelle ( che in motomondiale sono tuttora consuetudine) da esporre nei box e che potrebbero dare le risposte ai quesiti impellenti dei piloti su guasti e rimedi non sarebbe tutto più semplice? O sono vietate anche quelle? Certo, ci vorrebbe un giro con passaggio davanti ai box per avere la soluzione dei problemi, ma è sempre meglio che rischiare un incidente, un flop o una penalità. E non sarebbe male rivedere le romantiche tabelle esposte ai box: potrebbe essere un pizzico di retrò utile e simpatico. Anche più umano.
Se qualcuno mi può rispondere in proposito gli sarò grato.

1 commento
  1. Giorgio Ferro
    Giorgio Ferro dice:

    Caro Renato, sono completamente d’accordo con il tuo commento su come vengono comunicati o amplificati certi risultati. Purtroppo l’onestà intellettuale (e ci aggiungerei anche la competenza) non sono più così diffuse…
    Per quanto riguarda le comunicazioni con i piloti, le tabelle continuano ad essere esposte dal muretto box, esattamente come una volta. Il problema è che non riescono a contenere tutte le informazioni che potrebbero essere utili ai piloti in caso di qualche avaria tecnica o in gestione gara.
    Poi sono d’accordo con te che, se si volesse uscire una volta tanto dalla zona grigia che si lascia volutamente aperta in qualsiasi articolo regolamentare… se si volesse davvero che “The driver must drive the car alone and unaided”, come recita il regolamento F1… allora basterebbe togliere le radio e tornare alle sole tabelle.
    Sopravvivono nelle Moto, potrebbero farcela anche in F1…

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