La guida autonoma con l’uomo al centro

L’Ospite di Autologia: Michael Vernon Robinson, CEO & Design Director di ED.

Quello di prevedere il futuro è un “mestiere” affascinante ma al tempo stesso rischioso, e, poiché stiamo parlando di automobili, è, come dico sempre, un po’ come guidare nella nebbia , specialmente se guardi lontano.

Per anni sono stato considerato un “tecno-eretico” dai miei colleghi perché andavo in giro “predicando” idee, secondo loro ridicole, sui Veicoli Autonomi (AV).
Le tematiche sugli AV hanno fatto parte della mia vita sin dal 1996, quando sono diventato il Direttore del Centro Stile Lancia, e ho creato due concept car autonomi, la Dialogos e la Nea.
Mentre reinterpretavo la tradizione del marchio di lusso, stavo già pensando fortemente al futuro, creando prototipi di AV funzionanti, otto anni prima della storica DARPA Challenge e ben due decenni prima che diventassero l’obiettivo primario dei costruttori, come avviene oggi.
Nel 2011, come Direttore di Design Bertone, ho disegnato il Project Zero dell’Agusta Westland un elicottero senza pilota, interamente elettrico, con doppi rotori, che ha vinto l’ambito premio AHS Groover Bell Innovazione nel 2014. La mia ultima creazione, la Torq, è stata la prima vettura da corsa completamente autonoma al mondo, a propulsione elettrica, e pure senza vetri. E’ stata presentata nel 2015 al Salone di Ginevra, con l’obiettivo di fornire agli OEM e agli istituti di ricerca un laboratorio mobile, interamente open source, progettato per accelerare i progressi d’interfaccia uomo-macchina.

Il fatto che ora proprio tutti parlano di guida autonoma è musica per le mie orecchie!
I veicoli autonomi rappresentano, infatti, l’argomento principale del momento per il settore automobilistico in tutto il mondo. Tutti si sono tuffati nella corsa tecnologica per dimostrare la propria leadership nel settore, con l’obiettivo di garantire la loro sopravvivenza in un mercato in rapida evoluzione. Molte soluzioni sono in fase di sperimentazione da parte delle aziende del settore informatico e altre dalle case costruttrici, che mirano alla produzione di veicoli semi-autonomi su larga scala, dichiarandoli disponibili entro la fine del decennio.

La mia esperienza nel mondo degli AV, un lungo viaggio durato vent’anni ricco di passione e di ricerca, suggerisce, però, quanta strada ci sia ancora da percorrere prima che la guida autonoma possa essere apprezzata e considerata parte integrante della nostra vita. I designer di automobili, come me, diventeranno i protagonisti della più grande metamorfosi della storia dell’automobile, offrendo non soltanto la tradizionale creatività da un punto di vista sartoriale, ma soprattutto creando i presupposti per salvaguardare i 130 anni di vero amore e passione che l’uomo ha dedicato alle automobili, soprattutto nel momento in cui il volante inizierà a scomparire nella dotazione di un veicolo. Sì, perchè la vera novità, di cui nessuno ancora parla, è che in pochi decenni, i veicoli completamente autonomi non avranno più bisogno del volante.

Questa profonda trasformazione nel settore automobilistico cambierà totalmente il modello di business per tutti quelli che attualmente ne fanno parte, oppure stanno cercando di entrare. Secondo Alex Rubalcava, uno dei principali investitori statunitensi, i costruttori di automobili “hanno ancora molto tempo per prepararsi al futuro e al lancio sul mercato di vetture completamente autonome. E solo uno o due di essi potrebbe anche stupirci, superando indenni questa trasformazione”. Anche i designer dovranno adattarsi al cambiamento e rendersi conto che non sarà più sufficiente limitarsi semplicemente a preservare la bellezza delle linee pulite e delle forme eleganti, tipiche del tradizionale design italiano. Oltre all’estetica, dobbiamo perseguire lo sviluppo di quello che io chiamo “il design del invisibile”, cioè il UX o Experiential Design, per rendere la vita più affascinante all’interno dei veicoli che si guidano da soli e non obbligare gli ex-conducenti, ora semplici passeggeri, a stare seduti a guardare il volante girare da solo a destra e sinistra. La stretta collaborazione tecnica tra i costruttori e i loro fornitori di primo livello contribuirà a trasferire il mondo dell’automobile direttamente nell’era digitale, grazie alla fusione tra due culture, quella automobilistica e quell’informatica.

Questo tipo di convergenza tra questi due settori industriali è già avvenuta nel Gruppo ED, la più grande azienda d’ingegneria e design in Italia. Il presidente Davide Pizzorno, che vanta una pluriennale esperienza nel mondo dell’elettronica e dell’informatica applicata all’autovettura, ha fondato il Gruppo ED nel 1998. Due anni fa, all’inizio del 2014, mi ha chiesto di entrare in società con lui, con l’idea di fondere il mio team di designer e modellatori con il suo, costituito da ingegneri meccanici ed elettronici, e con il gruppo specilizzato nello sviluppo di software.
In costante espansione, con sedi in Cina, Giappone e Stati Uniti, oggi il Gruppo ED rappresenta un polo di eccellenza unico nel suo genere che fornisce progetti “chiavi in mano” ai propri clienti, integrando design e ingegneria.

L’azienda ha recentemente investito 18 milioni di euro per ampliare le proprie strutture, con la costruzione di una nuova sede a Rivoli, vicino a Torino, che comprende diverse aree specialistiche, per implementare le risorse ad alto valore aggiunto all’interno dell’organigramma aziendale e per rafforzare le aree tecniche di competenza riguardanti l’ingegneria, la modelleria e lo sviluppo software. Il nuovo centro tecnologicamente avanzato è stato progettato per sviluppare l’innovazione ai piedi delle Alpi, come se il Piemonte fosse la Silicon Valley italiana. Abbiamo volutamente investito qui perché crediamo in questo Paese e siamo profondamente convinti che ci siano tutte le giuste competenze per essere competitivi a livello mondiale, offrendo non solo servizi high-tech, high-quality, ma soprattutto, per essere leader e non follower nell’evoluzione del settore auto.

Oltre alle attività tradizionali di design ed engineering per le case costruttrici, ED è in grado di supportare il cliente per tutte gli sviluppi specifici di elettronica e HMI, grazie a un team di specialisti che ha fatto di queste attività molto tecnologiche il core business dell’azienda. Per questo motivo siamo un partner strategico per chi oggi sta investendo nello sviluppo dei prodotti di domani.

Sappiamo che la maggior parte degli AV saranno anche EV (veicoli elettrici) e viceversa. La presenza di veicoli a propulsione elettrica sul mercato sta crescendo rapidamente e lo farà anche in futuro parallelamente agli AV. Basti pensare che il mese scorso al Salone dell’Auto di Pechino, sono stati presentati al pubblico ben 152 veicoli elettrici!
Ci sono ancora molti ostacoli da superare che frenano questo progressivo sviluppo. Alcuni sono dovuti alla tecnologia e all’impiego dei veicoli (per esempio, la durata della batteria e la velocità di ricarica) e altri invece esulano dal settore automotive vero e proprio, come , per esempio, la Cyber Security, o meglio la prevenzione di un eventuale attacco al sistema informatico della vettura. Le architetture delle auto molto complesse e basate su segnale di dati ad alta velocità, possono essere messe in crisi da qualche “manipolazione” esterna, minacciando l’esistenza stessa dei AV. La nostra azienda sviluppa tecnologie e sistemi atti a “difendere” l’utilizzatore da attacchi cibernetici già da più di vent’anni.

Tuttavia, non dobbiamo pensare a una visione del futuro come una sorta di gestione fatta interamente da robot, come quella che ci hanno sempre descritto nei film di fantascienza hollywoodiani. Noi preferiamo un approccio più “human-centric”, mantenendo l’uomo nel “loop” dell’evoluzione degli AV, fedeli all’italianissima cultura latina che predilige il lato umano della tecnologia, trasformando così il concetto di “piacere di guida” in una nuova forma di “benessere”, con soluzioni affascinanti per l’utente finale che trasformerà il suo modo di interagire con il veicolo.

E qui entra in gioco una mia vecchia conoscenza sin dai tempi della Lancia, che si chiama “Ambrogio”, uno dei miei primi progetti sull’intelligenza artificiale (AI). Un assistente personale virtuale, o se preferite un computer con la patente di guida, che sarà il conducente invisibile di ogni veicolo autonomo.
Un vecchio amico/a che ci accoglierà cordialmente, salutando proprio come un autista di fiducia ogni volta che saliremo su un AV e che, come Jarvis in “Ironman” o Samantha nel film “Lei”, ci aiuterà a risolvere tutti i problemi nel traffico e non solo.
Molto meglio di uno smartphone o di un PC, Ambrogio sarà parte integrante e continua dello sviluppo tecnologico del nostro progetto ambizioso che chiamiamo MAAL (Mobile Autonomous Automobile Laboratory), che darà modo di sviluppare diverse soluzioni di mobilità a guida autonoma , siano esse citycar o truck, moto o mezzi pubblici, tutti basati sulla stessa piattaforma open source.

Come vedete, abbiamo una “montagna” di lavoro da fare. Saranno necessari ancora molti anni di test prima che le auto completamente autonome possano essere veramemente integrate nella nostra società, offrendo servizi “spettacolari” a cui nessuno ha ancora iniziato a pensare. Noi, con l’orgoglio e la passione tutta italiana, offriamo la nostra visione del futuro per contribuire al salvataggio di 1,2 milioni di vittime sulle strade ogni anno nel mondo.

Michael Vernon Robinson
CEO & Design Director – ED

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