Per l’auto elettrica, fatti e non chiacchiere

In Italia e soprattutto nelle grandi città quando si tocca il tema mobilità fa comodo prendere come esempio altre metropoli europee, come Amsterdam, Parigi e Londra.
“In quei luoghi sono proprio bravi”, affermano i demagoghi della mobilità virtuosa, ed ecco i paralleli con le piste ciclabili, le auto a propulsione alternativa, eccetera.
Facile parlare e sostenere che, per esempio, “Milano deve essere come Amsterdam oppure Parigi”.
Ebbene, nelle città sopracitate e, più precisamente nei Paesi a cui queste città fanno capo, le parole si trasformano in realtà. Mentre da noi restano tali. Si parla tanto di auto elettriche, di potenziare la rete di infrastrutture, di “pulire” l’aria con questo tipo di veicoli. Sono anni che se ne parla.
Eppure il mercato delle auto elettriche vale ancora lo 0,1% del totale.
In piena emergenza smog, il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, si era impegnato a organizzare tavoli concreti sulla mobilità alternativa.
Se ci sei ancora, Galletti, batti un colpo. E chi ha visto qualche risultato? Zero.
Nei giorni scorsi è stato Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture, a dire la sua: “L’elettrico – ha affermato – deve essere rafforzato in Italia. Sto ragionando per fare nei prossimi tre anni 20.000 stazioni di ricarica. Dobbiamo pensare a questo come a una grande infrastruttura nel nostro Paese. Non c’è bisogno di invocare chissà quali finanziamenti, c’è la possibilità di fare un piano nazionale molto forte lungo le principali dorsali e nelle città metropolitane. Il governo investirà 32 milioni con il piano nazionale infrastrutture elettrico nei prossimi due anni e mezzo per 20.000 stazioni di ricarica”.
Egregio Delrio, apprezzo la sua buona volontà, ma siamo sempre all’enunciazione semplice, al “si deve”, al “bisogna” e al “sto ragionando”.
Non c’è serietà. Se si vuole spingere l’auto elettrica bisogna soprattutto crederci.
In Francia è stato attivato un super bonus di 10.000 euro per chi fa questa scelta, in Norvegia sono state azzerate Iva, imposte all’acquisto e “road tax”. E sempre nel Paese scandinavo le auto elettriche viaggiano sulle corsie preferenziali, non pagano pedaggi, godono di ricariche gratuite e altro ancora.
I 32 milioni, sempre se arriveranno, servono a ben poco. Occorre un piano serio e strutturale, studiato insieme alle Case automobilistiche.

1 commento
  1. Coviello Paolo
    Coviello Paolo dice:

    Salve, ho una Nissan leaf da un mese, qui in Italia siamo terzo mondo, solo per cercare una colonnina in regione è complicato, appena usciamo da Bolzano mi sento come un astronauta con l’ossigeno limitato e la seria possibilità di non riuscire a tornare, una colonnina costa 30000 euro e li si ricarica in 20 minuti, con un milione ne farebbero 300, in Italia basterebbero 30 milioni e sarebbe già quasi risolto, io voglio smettere di inquinare e qui con l’energia prodotta da idroelettrico è possibile, basta poco ma non con i deficenti che ci governano.

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