L’uovo di Colombo? Una Panda alimentata con i rifiuti organici

Chi avrebbe potuto prevedere, anche solo pochi anni fa, che un’auto avrebbe potuto muoversi con un carburante prodotto dai reflui fognari?
Neppure gli sceneggiatori di “Ritorno al futuro” erano arrivati a tanto… E invece si tratta di una realtà, più concreta dell’elettrico o dell’idrogeno. E a dimostrare l’efficacia di questa alimentazione sarà il lungo test di 80 mila chilometri che ha preso il via a Torino, con la consegna di una Fiat Panda Natural Power a Gruppo CAP, azienda che gestisce acquedotto, fognatura e depurazione nella Città Metropolitana di Milano. La vettura effettuerà nell’arco del test alcune approfondite verifiche da parte del CRF (il Centro Ricerche di FCA) che valuterà se il biometano prodotto da Gruppo CAP avrà o meno particolari effetti sul motore. Con questa sperimentazione sarà quindi possibile diversificare le fonti di provenienza del biometano.
La Panda Natural Power è dotata del motore bicilindrico TwinAir di 0.9 cm3 in grado di erogare 80 cv quando alimentata a gas naturale. Commercializzata dalla fine del 2006, dall’anno successivo è stata la vettura a gas naturale più venduta in Europa e alcune settimane fa ha superato l’importante traguardo dei 300 mila esemplari prodotti.
La vettura sarà quindi alimentata con il biometano prodotto dai reflui fognari trattati nell’impianto di Niguarda-Bresso, dove il Gruppo CAP sta trasformando i suoi depuratori in bio-raffinerie in grado di produrre ricchezza dalle acque di scarto. In base agli studi di Gruppo CAP – che punta in tempi brevi ad aprire nel Milanese il primo distributore di biometano a km zero – si stima che il solo depuratore di Bresso potrebbe arrivare a produrre quasi 342 mila chilogrammi di biometano, sufficienti ad alimentare 416 veicoli per 20 mila chilometri all’anno: oltre 8 milioni 300 mila chilometri.
Il lungo percorso di prova della Panda sarà accompagnato dall’hashtag #BioMetaNow, che guiderà l’intera sperimentazione sui social, per raccontare le tappe del progetto e i suoi sviluppi.
Il biometano, gas dalle stesse caratteristiche del metano ma prodotto da fonti rinnovabili o a zero impatto, rappresenta una valida soluzione per la mobilità del futuro, con il vantaggio di essere già pronto oggi, e consente risparmi sul rifornimento fino al 56 per cento rispetto alla benzina e fino al 30 per cento rispetto al gasolio. Ma a contare veramente è l’aspetto ecologico, oltre a quello economico. Il metano è già il carburante più pulito oggi disponibile, concreta alternativa alla benzina e al gasolio grazie alle minime emissioni nocive: dal particolato, ridotto praticamente a zero, agli ossidi di azoto e agli idrocarburi più reattivi che causano la formazione di altri inquinanti.
Tutte qualità che migliorano ulteriormente con il biometano, soprattutto nel calcolo “well to wheel”, cioè dal pozzo alla ruota. Per esempio, una Fiat Panda alimentata a metano ha emissioni del 31 per cento inferiori a quelle del corrispettivo modello a benzina, valore che sale al 57 cento miscelando al gas naturale il 40 per cento di biometano. In pratica, una riduzione d’inquinanti pari a quella ottenuta da una vettura elettrica ricaricata con l’attuale mix energetico europeo. Se poi – come accadrà nella sperimentazione con il Gruppo CAP – la Fiat Panda sarà alimentata al 100 per cento con biometano estratto da reflui fognari, la riduzione di emissioni di CO2 può raggiungere il 97 per cento: in sostanza quanto una vettura elettrica rifornita con “corrente” proveniente per intero da fonti rinnovabili, come l’eolico.
Sembrerebbe l’uovo di Colombo, dunque. Se però le compagnie petrolifere, complici i vari Governi nazionali, per favorire la vendita dei derivati del petrolio, boicotteranno questa semplice soluzione come hanno sempre fatto con il Metano per auto, tutta questa ricerca diventerà inutile.

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