Muoia Sansone (Loi) e tutti i Filistei (consiglio ASI)

L’Ospite di Autologia, l’esperto giornalista Renato D’Ulisse ci racconta le recenti vicissitudine dell’ASI e del suo presidente Roberto Loi (nella foto)

 

Rivoluzione all’Automotoclub Storico Italiano: l’assemblea di sabato scorso a Torino ha votato a leggera maggioranza – circa 150 le schede che dividono i sì dai no su più di tremila suffragi – la revoca  di Roberto Loi dalla carica/mandato di Presidente.

Il fatto è realmente clamoroso, perché da almeno vent’anni il 73enne avvocato torinese reggeva incontrastato le redini dell’ASI, federazione dei circoli di appassionati di veicoli d’epoca che conta più di duecento sodalizi ed almeno 150mila tesserati, ed in tutto questo tempo non era mai successo che la sua posizione venisse messa in dubbio e che il suo granitico piedistalli accusasse qualche crepa.

Ora è successo: perché ? Perché fatti nuovi molto importanti e molto preoccupanti si sono verificati negli ultimi mesi.

In particolare Loi e ASI sono stati condannati, in prima istanza, dal Tribunale del Lavoro di Torino in seguito alla denuncia di una impiegata licenziata in tronco dal presidente e che ha ottenuto dal giudice sia la reintegrazione al suo posto, sia una congrua somma come risarcimento per danni morali e materiali (si teme che l’infortunio, se confermato nei successivi gradi di giudizio, potrebbe alleggerire la casse dell’Ente di 150mila euro)

Ma non basta. La signora di cui sopra ha fatto pesare anche certe “proposte indecenti” extralavoro avanzate dal suo capo.

Apriti cielo! In difesa dell’onorabilità e dell’immagine dell’ASI ed ovviamente del suo bilancio si sono erti nove su dodici membri del Consiglio Direttivo, i quali hanno subito chiesto e faticosamente ottenuto da Loi il varo di un’assemblea straordinaria. Con l’obiettivo di mettere sotto accusa e tentare di deporre il Presidente ( impeachment, direbbero negli Usa, dove questo gioco è più di moda che da noi)

Dunque, assemblea lunga, nervosa, turbolenta. Tra Loi ed i nove ribelli (diventati otto alla vigilia per il ripensamento salvatico di uno di loro, tale Alberto Scuro) il confronto è stato impietoso e spesso imbarazzante. Il presidente è stato accusato di una arrogante gestione padronale dell’Ente, di guadagnare troppo, di ignorare istanze, proposte e suggerimenti dei consiglieri (respinse l’invito a transare con la denunciante per evitare guai maggiori), di non aver saputo contrastare la Legge di Stabilità che ha falcidiato soci ed introiti dell’ASI, rimettendo il bollo sulle auto tra i 20 e i 30 anni di età, ecc. ecc.

A sua volta Loi ha chiaramente lamentato la scarsa efficienza e coesione del Consiglio e comunque di avere la coscienza a posto in tutto per tutto. Vecchia volpe, l’avvocato ha la parola facile e sa anche ricorrere al trucco di emozionarsi per emozionare la platea. Probabilmente prevedeva il risultato delle urne e, come Sansone e i filistei, ha cercato riuscendoci, di trascinare con sé il Consiglio ammutinato: infatti, l’Assemblea ha spietatamente revocato anzitempo i consiglieri, tutti meno uno, ovvero proprio quello Scuro che ci aveva ripensato.

E così con il vertice decapitato, l’ASI deve ripartire da zero e non sarà facile trovare il successore di Loi; si mormora del vice, l’avvocato Piacquadio, ma la cocente bocciatura di Torino suggerisce molta prudenza a chi voglia farsi o rifarsi avanti.

Si avvicina, intanto, la grande Fiera Auto e Moto d’Epoca di Padova

1 commento
  1. Marco Niero
    Marco Niero dice:

    Il rischio è che adesso si assista ad una Libiazzazione (che brutta parola, era più semplice la Libanizzazione con il Libano) dell’ente.
    Caduto l’uomo forte, tutti contro tutti per conquistarsi una fetta di potere.
    Altro rischio è che, in pieno stile italico (minuscolo) si trasformino tutti da “filo” in “anti”. Roba già vista per cose ben più serie oltre 70 anni fa.
    Già il fatto che molti si siano accorti solamente adesso di una gestione padronale dell’ente……mentre veniva sfiduciato per cose, certamente scabrose e vergognose, ma che son più vicino al personale che alle recenti vicessitudini dei veicoli storici….non lascia presagire nulla di buono.
    La cosa peggiore che potrebbe accadere al mondo del collezionismo automobilistico sarebbe un ente debole falcidiato da eterne lotte interne

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