Non è tutto oro quello che luccica

Preoccupa quel più 0,7% riferito alle immatricolazioni di auto ai soli privati nel mese di maggio, rispetto al vistoso più 43% proveniente dagli acquisì da parte delle aziende per rinnovare le flotte (grazie al super ammortamento per le vetture utilizzate come beni strumentali).

Insomma, il mese scorso il mercato ha sì registrato una crescita pari all’8,2%, ma se il dato viene scomposto emerge la realtà sopra descritta. Per non parlare dell’inevitabile infornata a ridosso della fine del mese di vetture a “Km 0”.

C’è da chiedersi, a questo punto, se i concessionari sono soddisfatti di come vanno realmente le cose. Senza il super ammortamento, che continua spingere le vendite alle società (ma anche quelle dei veicoli commerciali) come sarebbe la realtà?

Anche l’ultimo bollettino “Dati e Analisi” del Centro studi Promotor evidenzia, alla voce previsioni (pagina 4), a proposito della domanda a 3/4 mesi, come “scende al 13% dal 16% di marzo la quota di coloro (i concessionari, ndr) che prevedono una domanda in aumento, mentre sale al 22% dal 15% di marzo la percentuale di coloro che ritengono che la domanda diminuirà nei prossimi 3/4 mesi”.

“Effetto Matusalemme”

E poi c’è l’onda lunga dell’effetto “Matusalemme”, come viene chiamato in Germania, citando uno studio del “Center for automotive research” dell’Università di Duisburg-Essen.
In pratica, in Germania il settore delle quattro ruote ha un bacino di utenti sempre più vecchio. L’età media degli acquirenti di una macchina nuova è salita da 46,1 a 52,8 anni,  cioè del 14,8% in 20 anni.

I sessantenni e oltre, alla guida di una vettura rappresentano il 31′,8% del totale, e sempre meno giovani, nonostante le disponibile economiche e il lavoro che non manca, sono attratti dalla possibilità di comperare una vettura nuova.

Di chi è la “colpa”?

Si potrebbe dire di car-sharing, ride-sharing, delle campagne anti-auto compreso il Dieselgate, e delle nuove forme di mobilità. Dati che fanno riflettere.

È meglio volare bassi.

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