Notte di Natale con Niki Lauda

L’Ospite di Autologia:

Spero che abbiate passato tutti un buon Natale, in serenità e con la pancia … piena!!
Vi voglio narrare una notte di Natale, quella del 1976, in cui dovetti andare a Saint Moritz per intervistare Niki Lauda. L’appuntamento era per le 19,30, mezz’ora a mia disposizione poi Niki sarebbe andato a cena.
Il “Corriere della Sera”, allora, aveva a disposizione per i servizi improvvisi sette-otto vetture e una decina di autisti. Mi toccò un giovane di cognome Moglio, bravo a guidare e con la vista acuta.
Partimmo col nebbione, arrivare a Saint Moritz non fu facile perché dopo il nebbione venne la neve. Arrivammo a Saint Moritz alle 19. L’albergo di Niki era sontuoso, quando chiesi di lui il portiere mi disse: “Non posso disturbare il signor Lauda, ma se le ha detto che alle 19,30 sarebbe stato con lei vedrà che ci sarà”.
Fu così. Alle 19,30 in punto (come un cronometro svizzero) Niki apparve dall’ascensore: era preceduto da un dobermann al guinzaglio della sua prima compagna, Mariella.
L’intervista durò più di mezz’ora, c’era da sviscerare tutta la polemica seguita ai contatti avuti dalla Ferrari con Emerson Fittipaldi all’indomani dell’incidente capitato a Lauda sul tracciato del Nuerburgring, il ritiro in Giappone per la pioggia, il mondiale 1977 che si sarebbe aperto in Argentina.
Alla fine, Lauda disse: “Io vincerò il titolo, ma adesso ho fame e allora buona notte”.
Tornammo alla macchina, Moglio era un buon guidatore, era il preferito dei colleghi che seguivano il Giro d’Italia e il Tour de France, ma sulla neve non rischiava.
Avevamo fame anche noi, sarebbe bastato un panino e una bottiglia d’acqua. Ma erano quasi le dieci e non trovavamo bar o ristoranti. A Chiavenna, di fianco alla chiesa, finalmente un bar aperto. Mangiammo panettone e bevemmo acqua. Rivolsi un pensiero grato a Gesù bambino, ci rimettemmo in macchina. Per dargli una mano a non cadere in colpi di sonno, raccontai a Moglio praticamente tutto quel che Lauda mi aveva detto.
Sulla punta del lago di Lecco la neve cessò, la strada divenne facile (oggi l’autostrada la rende facilissima): arrivammo a Milano verso le due del mattino. Moglio mi accompagnò a casa, ci stringemmo la mano facendoci gli auguri, poi disse: “Nestore, ma secondo te Niki il titolo lo vincerà?”. Non sapevo cosa rispondere, in Formula 1 è difficile fare previsioni.
Ma in quel 1977, Niki lo vinse. E se ne andò dalla Ferrari.
BUON 2016 A TUTTI!!
Nestore Morosini
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Tratto da Wikipedia:
Nel 1977, Lauda corse ancora con la Ferrari 312 T2, che venne via via ingentilita nelle forme con la riduzione delle prese d’aria, e come compagno di squadra ebbe l’argentino Reutemann che era stato ingaggiato dalla Ferrari dopo l’incidente del Nürburgring per sostituire Lauda, ma corse solo a Monza nel 1976 e nella stagione entrante sostituì Regazzoni. La stagione iniziò con una vittoria di Jody Scheckter alla guida della esordiente Wolf, mentre Lauda fu costretto al ritiro per noie meccaniche, poi al successivo Gran Premio del Brasile, Lauda non si trovò a suo agio e partì indietro nello schieramento finendo terzo in gara, mentre Reutemann vinse grazie a un nuovo alettone montato all’ultimo momento. Ai dubbi che potevano affiorare sulle possibilità di Lauda di tornare al vertice rispose Hunt «Non crediate che Niki sia finito!» e infatti nel successivo Gran Premio del Sud Africa Lauda prese la testa della gara al settimo giro con un sorpasso al danni del rivale inglese e tornò alla vittoria.
La stagione vide l’emergere di molti piloti e squadre in particolare la Lotus che, con la prima vettura a effetto suolo, permise ad Andretti di ottenere quattro affermazioni stagionali, ma la consistenza di Lauda che arrivò 10 volte a podio, anche se solo altre 2 volte da vincitore ma 6 volte secondo, gli permisero di accumulare un notevole vantaggio nella classifica generale. Il 29 agosto, il giorno dopo la vittoria al Gran Premio d’Olanda, fece scalpore l’annuncio che Lauda avrebbe terminato il rapporto con la Ferrari a partire dal successivo 30 ottobre[26] Al successivo Gran Premio d’Italia Lauda, con il decimo podio stagionale, raggiunse la quasi matematica certezza del secondo titolo iridato, mancandogli un solo punto per chiudere la partita, che infatti ottenne nel Gran Premio seguente. Dopo la definitiva rottura dei rapporti con la Ferrari non partecipò alle ultime due gare; la squadra italiana, dopo aver cercato di sostituirlo con Andretti o Scheckter, che però erano già sotto contratto[26], puntò su un giovane esordiente proveniente dalla Formula Atlantic e che aveva debuttato in F.1 al Gran Premio di Gran Bretagna: Gilles Villeneuve che corse le due gare e sostituì Lauda per il 1978.

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