(…più di ) sette domande a Virginio Briatore

Virginio Briatore, 1955, Piemonte, è un filosofo del design e un osservatore dei linguaggi contemporanei. Su questi temi ha tenuto seminari e workshop in Italia e all’estero.  Ha pubblicato 11 libri,  oltre 500 articoli, coordinato ricerche e workshop competition per grandi aziende internazionali .  Dal 2007 è consulente per il design e l’estetica di Lavazza spa. Dal 2013 è parte del comitato strategico di LAGO spa. Lavora a Milano e vive a Ravenna, con la moglie Rita e i figli Luigi, 1996 e Valentino, 1998. (www.virginiobriatore.it)

1 – Ti affidi al navigatore o consulti le mappe prima di un viaggio? 

Per 35 anni ho consultato le mappe cartacee. Ora è tutto sugli schermi.

2 – Una parte dell’auto che preferisci ? 

Essendo alto 187 cm per me è fondamentale il posto di guida: la comodità del sedile e la sua regolazione in lunghezza/altezza/schienale, e poi il lay out del cruscotto e della strumentazione, compreso il lighting design delle luci notturne.

3 – Sbagliare strada e scoprire …

Mondi nuovi! Ricordo una volta rientrando dalla Dalmazia di essere finito nell’interno verso la Bosnia e di aver scoperto paesaggi e architetture di altri tempi.

4 – Un piccolo incidente  che ricordi ?

In 41 anni di patente di incidenti ne ho avuti solo due. Ricordo bene il primo: in Francia il 20 settembre 1980, in un crepuscolo piovoso, guidavo l’auto di un amico, era di quelli che si definiscono ‘mortali’; invece quasi per miracolo non ci siamo fatti niente.

L’auto con cui siamo precipitati in una scarpata, dopo una curva in salita, credo sia ancora laggiù… la bella Citroen GS azzurra era ridotta in uno stato che neppure lo sfascia-carrozze era interessato ad andare a prelevarla!

5 – Cibo da strada – mangiare per strada scendendo da un’auto, accostando a un marciapiede, un  ricordo di sapori ?

Sulla serra portoghese, tra Mertola e l’Oceano, con mio figlio Luigi nel sole d’inverno e tanta fame, trovare infine sul valico un paio di case, col fumo che esce dal camino e una di queste è un piccolo ristorante dove cucinano sulle braci!

6 – Auto e design, cosa vorresti dire ? 

Che in genere si guarda la linea, la carrozzeria… ma è negli interni che c’è tanto ancora da lavorare.

Dopo 60 anni di modeste innovazioni credo che nei prossimi anni assisteremo a cambiamenti significativi, in tutti gli ambiti: carrozzeria, motori, interni.

7 – I viaggi in auto quanto sono stati importanti nella tua vita, ne vuoi ricordare qualcuno ? 

Il viaggio che a 21 anni, nel 1976, facemmo con tre amici su una 2CV furgonetta nuova di fiamma (abilitata x due passeggeri… e gli altri due stavano dietro stesi sui sacchi a pelo in mezzo a cibarie e bagagli!) da Trieste al Sud del Marocco è esemplare: l’andata fu interessante, 40 giorni di viaggio e circa 10.000 km di strade, arrivando in luoghi dove nessuna auto che non fosse una 4WD era mai giunta.

Ma ogni sera dovevamo  capire dove lasciare l’auto, se chiuderla o meno e in quel caso svuotarla tutta… e poi quando si insabbiava sgonfiare un poco le gomme…ma poi cercare qualcuno che ce le rigonfiasse … e avere sempre una tanica di benzina di scorta ben legata sul tetto…

Insomma tante ore a preoccuparsi dell’automobile.

Così quando poi i miei amici decisero di rientrare a casa per Natale, verso il 10 dicembre, e io rimasto solo nell’oasi di Zagorà vidi la deux chevaux blu sparire nella polvere in lontananza, mi venne un tuffo al cuore.

Ma poi il mese seguente fu ancor più bello perché meno cose/proprietà ci si porta dietro e più si viaggia leggeri!

8 – Inviti a cena un pilota di ieri o di oggi …

Michel Vaillant… o il suo amico Jacky Ickx!

9 – La tua prima auto … 

A 23 anni in Puglia nel 1978  mi prestarono/ regalarono dapprima una Fiat 600 e poi una Fiat 1100 bicolore e poi una Fiat 1500 col cambio al volante! Auto fantastiche che si estinsero presto fra le mie braccia.

La prima ufficiale intestata a me fu una WW Jetta diesel usata che comprai a Lecce qualche anno dopo…un’auto davvero brutta e del resto… in nome omen!

10 – Di cognome fai  Briatore, e viene immediato, parlando di auto, parlare di Formula 1 ma … niente a che vedere, immagino.

Flavio ha qualche anno, qualche chilo e qualche milione più di me. Non l’ho mai incontrato personalmente, ma i Briatore sono una trentina di famiglie, tutte provenienti dal basso cuneese. A lui sono molto grato per avermi facilitato nello spelling telefonico!

Ora quando prenoto un ristorante dico Briatore tutti capiscono.

Il fatto curioso è che quando dal 1990 al 1995 vivevo a Treviso il mio cognome era sulla guida del telefono e quegli erano gli anni in cui Flavio si affermò portando la neonata scuderia Benetton al successo in F1.

Così, come dissi una volta a Luciano Benetton, la società avrebbe dovuto darmi un bonus per non aver risposto con fake news ai tanti giornalisti che mi telefonavano a casa convinti di parlare con quell’altro!

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