Quanti misteri sulla morte di Rudolf Diesel

L’Ospite di Autologia, Ivo Alessiani, giornalista

Gente ingrata!

Al motore diesel, uno dei capolavori dell’ingegneria sino a ieri idolatrato e sempre più richiesto, adesso tutti voltano le spalle: case costruttrici, automobilisti, soloni politici.

È noto che il prototipo di questo motore esplose, ferendo l’inventore Rudolf Diesel e il suo assistente. Possiamo vedere in ciò un nefasto presagio di quanto sta avvenendo oggi?

Certo lo fu per la sorte dell’ideatore.

Com’è opportuno ricordare a 105 anni dalla scomparsa.

La notte del 29 settembre 1913 il piroscafo Dresden, partito da Anversa, sta navigando verso la costa inglese. A bordo vi è un passeggero illustre, che alle 22 saluta cordialmente i compagni di viaggio e si ritira. Il mattino del 30, non vedendolo comparire, lo si cerca in cabina; il letto è intatto, la camicia da notte ancora piegata. Scattano le ricerche; un ufficiale trova su un parapetto della nave cappello e soprabito del passeggero. La notizia fa sensazione: lo scomparso è l’ingegnere Rudolf Diesel. Suicidio, disgrazia o peggio? A favore della prima ipotesi depongono alcuni elementi. Uno piuttosto flebile: sulla sua agenda il 29 set­tembre è contrassegnato da una croce; ma, indizio più consistente, una valigetta consegnata alla vedova contiene una somma di denaro e documenti attestanti i cospicui debiti, da tutti ignorati, derivanti da investimenti e speculazioni infelici. Furono quei debiti a determinare un incontrollabile sconforto?

Eppure già alla fine dell’Ottocento Diesel era un uomo ricco oltre che famoso. Era nato a Parigi il 18 marzo 1858 da genitori bavaresi; aveva studiato tecnica e meccanica ad Augusta, frequentando poi, grazie a una borsa di studio, la Technische Hochschule (il  Politecnico) di Monaco di Baviera. Vi insegnava teoria delle macchine il professore Karl von Linde, pioniere della termodinamica e degl’impianti frigoriferi. Diesel divenne il suo allievo prediletto tanto che, dopo la laurea, Linde lo mandò a dirigere un proprio stabilimento per la produzione del ghiaccio a Parigi. Nel­la città natale Rudolf si sposò e nel 1885 si dotò della sua prima officina laboratorio. Da tempo rifletteva sul basso rendimento dei motori dell’epoca, a vapore o combustione interna, e meditava sulla possibilità di provocare l’accensio­ne spontanea del combustibile mediante la sola compressione. Come materiale combustibile pensò inizialmente di usare la polvere di carbone. Il 28 febbraio 1892 ottenne il primo brevetto che suscitò l’interesse di grandi industrie tedesche qua­li la M.A.N. e la Krupp, che finanziarono la successiva sperimentazione. Come si è detto il prototipo esplose. Ma quando fu riparato funzionò per un minuto a 88 giri: era il 17 febbraio 1894. I progressi furono rapidissimi e un test del 1897, alla presenza di un cattedratico indipendente, confermò che era stato realizzato il più efficiente motore termico dell’epoca (il suo rendimento risultò del 30% contro il 10%  di quello a vapore). In pochi anni il progettista vendette decine di licenze in Europa, negli Stati Uniti e in Canada. All’inizio del secolo scorso Diesel aveva raggiunto, appunto, fama e ricchezza. Questa era stata dissipata?

L’altra ipotesi sulla sua morte è persino più tragica. Il motore diesel cominciava ad esser installato sulle navi ed era particolarmente interessante per la navigazione in superficie dei som­mergibili, che non dovevano stivare a bordo carbone né riservare spazio alla caldaia del vapore. Nel 1911 Winston Churchill era diventato Primo Lord dell’Ammiragliato e, per mantenere la supremazia della marina britannica su quella germanica, aspirava ad avere unità con motori a gasolio, rifornibili con navi cisterna senza farle rientrare nei porti per caricare carbone. Sullo sfondo stavano le tensioni che minacciavano la pace in Europa: Alsazia, Lorena, crisi dell’Impero austro-ungarico, irredentismi balcanici, aspirazioni italiane, il problema degli Stretti e, appunto, la rivalità navale anglo-tedesca. Si era alla vigilia della prima Guerra mondiale. Diesel si era imbarcato sulla Dresden proprio perché invitato dall’Ammiragliato britannico, che voleva la sua consulenza. Furono i servizi segreti delle potenze rivali a provocarne il “suicidio”?

4 commenti
  1. Roby
    Roby dice:

    Onori a Rudolf Diesel ed al suo motore, attualissimo, efficientissimo a mio avviso potrebbe essere ancora sviluppato e raggiungere record di efficienza eccezionali. Perché oggi qualcuno vuole sostituirlo con un motore nato prima dei motori termici , quindi non proprio innovativo, che in realtà nel suo ciclo di vita inquina di più? Chi esercita questa pressione mediatica contro questo motore? Perché non si cercano combustibili biologici alternativi?(vorrei ricordare che diesel invento’ un ciclo termodinamico non un combustibile, tanto è vero che uno dei suoi prototipi andava a benzina!). Un mistero attuale pari a quello vecchio della sua morte.

  2. Guglielmo Keller
    Guglielmo Keller dice:

    Buon giorno,
    ho letto oggi una nota sulle prove di inquinamento degli ultimi motori diesel.
    Sembra che siano pronti a superare la certificazione euro 6 2020.
    Alla faccia di chi vuole far sparire Diesel dalla faccia della terra per la seconda volta.
    26/Settembre/2018

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