Il ritorno di Alfa Romeo in Formula 1 sarebbe il seguito di una storia importante

Nei giorni scorsi molto rumore hanno fatto le parole del numero uno di Fiat Chrysler Automobiles e Presidente di Ferrari, Sergio Marchionne, il quale ancora una volta ha ammesso che l’idea di un ritorno in Formula Uno di Alfa Romeo sia un qualcosa di concreto anche se non per l’immediato. Si vocifera infatti che nei prossimi anni il Biscione possa tornare a dire la sua nel massimo campionato automobilistico del mondo. Questo potrebbe avvenire in un primo momento come scuderia satellite di Ferrari che metterà a disposizione motori e tecnici per garantire alla neonata scuderia un ritorno a buoni livelli.
Si è pure vociferato che nella futura Alfa Romeo possano trovare spazio giovani e promettenti piloti, che quindi vedrebbero nella scuderia del biscione un luogo in cui muovere i primi passi in F1. Altra indiscrezione venuta fuori di recente è quella che tra i piloti contattati per la futura scuderia vi sia anche l’ex campione del mondo, lo spagnolo Fernando Alonso che verrebbe in Alfa Romeo a fare da ‘chioccia’ ai giovani piloti da cui verrebbe affiancato mettendo a disposizione di questi tutta la sua esperienza nella massima competizione automobilistica. Ricordiamo che comunque la storia di Alfa Romeo in Formula Uno è sicuramente molto importante. Basti pensare che nel lontano 1950, il Biscione si iscrisse al primo campionato di Formula Uno.
Non solo Alfa Romeo partecipò alla prima edizione del campionato di Formula Uno, ma alla fine il suo pilota, il mitico Nino Farina, riuscì addirittura a vincere la prima edizione. Farina si laureò campione del mondo a bordo di un’Alfa 158 del 1938 che nonostante avesse 12 anni con le opportune modifiche riuscì a prevalere su tutte le altre automobili in gara. Questa fu una vettura che riuscì ad avere la meglio avendo tra le sue principali caratteristiche, come ci ricordano gli amici di formulapassion.it, velocità e affidabilità.
In totale furono 7 le vittorie in Gran Premi per Alfa Romeo nel primo campionato che si svolse nel 1950. Nel 1951 la scuderia del Biscione si ripete vincendo di nuovo in Formula Uno questa volta con un’Alfa 159 d 425 cavalli guidata dal celebre pilota argentino Juan Manuel Fangio. Queste due vittorie furono ottenute con budget limitatissimi se paragonati a quelli della altre scuderia che parteciparono a quei campionati. Nel 1952 l’Iri, l’istituto per la ricostruzione Industriale che era proprietaria di Alfa Romeo decise di ritirare la scuderia dal campionato che era divenuto troppo costoso. Il ritorno del brand di Arese avvenne in F1 solo agli inizi degli anni 60 come fornitore di motori e poi anche negli anni 70 ma sempre in questa veste. In questo caso però le fortune furono alterne.
Il ritorno di Alfa Romeo in F1 con una propria scuderia avvenne nel 1979 a Zolder con il pilota bresciano Bruno Giacomelli con il modello 177. Successivamente fu realizzata anche una nuova monoposto la 179, che ebbe come suo miglior risultato nel 1983 il sesto posto finale nella classifica dei costruttori per Alfa Romeo grazie a due secondi posti di Andrea De Cesaris nei Gran Premi di Germania e Sud Africa. Oltre a De Cesaris scomparso ne 2014 a causa di un incidente stradale con la sua moto sul raccordo anulare di Roma, ricordiamo anche Mario Andretti, Riccardo Patrese, Maudo Bldi ed Eddie Cheever. L’attività di costruttore in F1 cessò nel 1985 ma per qualche anno ancora Alfa Romeo continuò a fornire motori in F1 prima a Brabham, Ligier e poi ad Osella. Con quest’ultima la collaborazione andò avanti sino al 1988 poi gli scarsi risultati del team spinsero il brand milanese a chiudere la collaborazione che dal punto di vista dell’immagine stava risultando negativa. (tratto da clubalfa.it)

1 commento
  1. Gian Marco Barzan
    Gian Marco Barzan dice:

    Ricordo in particolare l’accordo tra l’Alfa Romeo e la Ligier stipulato nel 1987 per la fornitura di un inedito motore 4 cilindri 1.500 cc, sovralimentato mediante due turbocompressori. Accordo ben presto “naufragato” , ufficialmente per le critiche di René Arnoux all’affidabilità del propulsore. In realtà i vertici Fiat non videro di buon occhio la convivenza tra Alfa Romeo e Ferrari in Formula 1, preferendo per la Casa di Arese puntare sulla Formula Indy con i conseguenti scarsi successi che ben conosciamo. Oggi la “musica” pare cambiata in meglio rispetto a trent’anni fa e Alfa Romeo, in piena fase di rilancio, può tornare ad ambire alla massima formula. Il massimo sarebbe (ma è quasi un’utopia) stabilire il “quartier generale” a livello progettuale dell’Alfa F1 ad Arese, presso l’ex Centro Direzionale.

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