Sette domande a Simona Ercolani

Simona Ercolani, ovvero la televisione è il suo habitat:  fondatrice, amministratore delegato e produttore creativo di “Stand by me”, una importante società di produzione televisiva e multimediale specializzata nell’ideazione e nella realizzazione di contenuti originali per la tv, le istituzioni, le imprese e i loro brand. Simona il mondo lo conosce  perché lo ha attraversato per davvero, e di strada ne ha fatta tanta.

E lo capirete anche dalle sue risposte.  

1- La tua prima auto, un ricordo 

La mia prima auto è stata una vecchia Prinz Rossa. Era spaziosa, nonostante fosse piccola; affidabile, per la sua qualità tedesca, ma non proprio dalle grandi prestazioni. La maledicevo ogni volta che mi lasciava a piedi e l’ultima volta è stato in un giorno speciale…la vittoria dell’Italia del Mondiale ’82. Mentre andavo a festeggiare, il cambio mi è rimasto “letteralmente” in mano. Un dispiacere ampiamente mitigato dalla gioia di quella vittoria.

 2 – La strada del cuore. 

La strada che mi è entrata nel cuore è la Dempster Highway. Si trova in Canada e collega direttamente il “mondo civilizzato” ai Territori del Nord-Ovest. È una lingua di terra senza incroci diretta verso il Polo Nord. In tutti quei chilometri esiste un solo posto dove cambiare una ruota o ricevere un po’ di assistenza stradale. Quindi se buchi per due volte, resti a piedi. Comunque guidare a mezzanotte con il sole che non tramonta mai è un’esperienza incredibile e indimenticabile.

3 – Un viaggio che rifaresti, dove e con chi. 

Senza alcuna esitazione dico il viaggio in Mongolia con mio marito e mia figlia. Le montagne, le steppe, i templi buddisti, il deserto, i villaggi senza recinti che permettono alle popolazioni nomade mongole di spostarsi a loro piacimento, ed infine la mia famiglia. Non avrei potuto chiedere altro.

4 – Piloti di ieri o di oggi, puoi averne uno a cena per farti raccontare, chi ti piacerebbe invitare ? 

Anche qui, la risposta è semplice: Ayrton Senna. Un pilota che ha superato la sua dimensione sportiva entrando nell’immaginario collettivo come mito e forse addirittura come divinità. A tavola con lui probabilmente mi sarei fatta raccontare quel GP in Brasile nel 1991: la fatica di guidare senza cambio, la vittoria tra le lacrime e la sensazione di essere considerato il nuovo messia.

5 – Auto blu, le hai mai frequentate ? 

Mai avuta. Non mi dispiacerebbe però avere un autista personale per ogni mio spostamento… In realtà però non rinuncerei mai al mio motorino.

6 – Auto dei sogni.  C’è un’auto che sogni di avere ? 

Una Jeep Wrangler o uno di quei fuoristrada americani decappottabili che si vedono in molti film. Appena li vedo mi danno un’idea di libertà, di avventura e soprattutto di vacanza.

7- Simona bambina in viaggio con mamma e papà… con quale auto, e dove ? 

Una Citroën DS che sfreccia per le strade della ex Jugoslavia. Quella silhouette allungata, l’auto quasi rannicchiata sul retrotreno, pronta a scattare in avanti, in un paese splendido fatto di mille culture.

7 bis – Un’auto in panne, e …

Un’auto in panne … nel deserto del Gobi insieme a mio marito e a mia figlia. Intorno a noi non c’era nessuno per chilometri e chilometri. Abbiamo aspettato ore prima di incontrare una macchina. Incredibilmente in questa auto c’era la figlia del fondatore del kibbutz dove mio marito ha trascorso i suoi 18 anni. Grazie a loro siamo riusciti a sfuggire al caldo soffocante del deserto e alla tempesta di sabbia che ha investito tutta la zona. Siamo stati due giorni chiusi in una locanda, ad aspettare che la tempesta passasse, raccontando le vecchie storie di quel kibbutz.

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