Sette domande a Michele Cinotto

Michele Cinotto è un imprenditore di successo torinese di 57 anni, pilota  di rally e di corse automobilistiche estreme, plurivincitore su tutti i terreni del mondo.

1 – Cosa ti emoziona di più in una competizione ?

La fase della competizione che sempre mi ha dato  grande emozione è la partenza, il palco.
Quando ancora non sai cosa ti aspetta, quando i traguardi mentali superano quasi sempre la realtà, quando non conosci ancora i tuoi avversari, tutto ancora da realizzare.
Ultimamente ho avuto la fortuna di partecipare a competizioni dove il fatto di esserci già vale l’emozione di una gara intera.

2 – Correvi negli anni ‘80 con grande successo, corri oggi con altrettanto successo. Cosa è cambiato nelle corse ? e in te? 

Ho partecipato a campionati in anni in cui i Rally mi davano emozioni ineguagliabili, anni in cui oltre al puro aspetto agonistico esisteva ancora una parte importante di avventura, stress fisico e mentale, anni in cui l’amicizia con i propri avversari era importante, in cui prima della partenza i possibili vincitori non erano 3 o 4, ma almeno una decina.
Sono ritornato alle corse grazie ai miei figli che mi hanno riacceso la passione e l’entusiasmo, dopo alcuni Rally “classici”, mi sono accorto che non mi ritrovavo più, continui stop, prove più corte, parchi assistenza, riordini, insomma senza ritmo.
Ho provato con i Rally Raid e ho ritrovato gli stessi stimoli di 30 anni fa. Le gare sono dure, prove lunghe, grande competitività e solidarietà, …avventura.
In me dal punto di vista sportivo non è cambiato molto, entusiasmo e divertimento al centro di tutto.

3 – La tua prima auto, un ricordo particolare 

La mia prima auto da corsa un’Autobianchi A112 Abarth “Stradale” di mia sorella… fino a una settimana prima della mia prima gara.
Poi cinture, rollbar, paracoppa, nomi sulle porte e… via, pronti con mio cugino Eraldo ( ndr. l’Autore dell’intervista) , entrambi alla prima esperienza e con tante aspettative.

4 – La vittoria più’ bella

Per me non esiste la vittoria più bella, può essere la più prestigiosa, la più attesa o la più inaspettata, l’ultima o la prossima.

Sicuramente non dimenticherò mai quando a 22 anni nel 1981 al mio primo Rally Mondiale ( rally di Sanremo)  sono entrato a Pisa in piazza dei Miracoli in testa con il tifo assordante di tutta la piazza….un “vero Miracolo” !

5 – Un pilota di ieri o di oggi che inviteresti a cena, perché ?

Negli anni ho stretto amicizie con tanti piloti e navigatori di tutti i livelli che stimavo e che stimo ancora oggi, con loro ho la fortuna di essere rimasto in ottimi contatti e ritrovarci per qualche cena ricordando il passato e raccontando il presente e le aspirazioni future.
Se poi fosse possibile l’impensabile, Fangio non sarebbe male una sera a cena…

6 – Qualcosa che ti hanno insegnato le corse che ti è servito nella vita di imprenditore  

Credo che tutto lo sport sia formativo per la vita lavorativa, ti aiuta a capire i tuoi limiti rapportati agli altri, a soffrire e continuare, a cercare di migliorarti, alla ricerca del dettaglio, a provarci in ogni caso.

7 – La corsa più’ bella del mondo, per te

Per me la corsa più bella è senza ombra di dubbio la DAKAR, spinge te e il mezzo meccanico all’estremo sforzo, la tensione e l’adrenalina non mollano per 15 giorni, opportunità di vedere paesaggi unici, di conoscere culture diverse, ho avuto quest’anno la fortuna di vedere il traguardo dopo circa 10.000 Km tra Argentina e Bolivia, correre a 4.800 metri di altezza e al livello del mare, incontrare neve e ghiaccio sulle Ande e il giorno dopo 40 gradi in mezzo alle dune…se poi alla fine ti capita di vincere il tuo gruppo e portarti a casa il trofeo…no comment.

1 commento
  1. Renato Ronco
    renato ronco dice:

    Che bella questa dimensione umana dello sport automobilistico! Ho trovato molto interessanti quei ricordi – che in parte sono anche i miei seppur dall’esterno dell’abitacolo – e quelle sensazioni sulla Dakar che ho visto nascere. Era una bella coppia Cinotto-Mussa!

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