Tassisti – Uber 1 a 0

La tua corsa su richiesta, trasporto in pochi minuti con l’app Uber.

E ancora: sei un adulto di almeno 21 anni, con patente, assicurazione e auto personali. Guidi un qualsiasi veicolo immatricolato da 10 anni o meno, 4 porte, in ottime condizioni ? Allora iscriviti a UBERPOP, oppure : Sei un autista professionista con patente e assicurazione commerciali. Guidi una berlina, un SUV crossover a 4 posti o un SUV/ VAN da 6 o più posti ? Allora iscriviti a UBERBLACK. Così si legge sull’home page del sito www.uber.com.

Ma da oggi è tutto bloccato perché il Tribunale di Milano, ha accolto un ricorso d’urgenza presentato da una serie di società e cooperative di taxi ed ha ordinato a Uber, l’ormai noto gestore dell’applicazione web che ha reinventato il mondo del trasporto pubblico locale, di bloccare in via cautelare l’offerta Uber Pop che offre passaggi in città a prezzi inferiori da quelli praticati dai Taxi.

“L’applicazione informatica in questione ha di fatto consentito la nascita o comunque un improvviso ed esteso ampliamento di comportamenti non consentiti dalla legislazione nazionale” si legge nella disposizione “la sua predisposizione ed utilizzazione apporta un contributo essenziale e insostituibile allo sviluppo di condotte illecite, idonee ad incidere sul mercato in danno dei soggetti ricorrenti, e dalle quali le stesse resistenti traggono diretti benefici economici”.

Uber, ha 15 giorni di tempo per disattivare la ‘app’, altrimenti scatterà una “penale” da 20mila euro per ogni giorno in più di utilizzo. “Faremo appello – ha dichiarato Zac De Kievit, Legal Director Uber Europa – per evitare che centinaia di migliaia di cittadini italiani siano privati di una soluzione sicura, affidabile ed economica per muoversi nelle loro città”. E ancora: “In Italia oggi continua ad operare UberBlack e per le prossime due settimane UberPop”.

Il gruppo, intanto, potrà fare reclamo al Tribunale contro il blocco cautelare del servizio e se verrà accolto la causa andrà avanti nel merito. “Siamo sinceramente soddisfatti del risultato ottenuto, perché il Tribunale di Milano ha pienamente compreso la situazione nonostante la sua complessità”, ha dichiarato l’avvocato Giustiniani, uno dei legali delle associazioni dei tassisti. Tra le ragioni che hanno portato il giudice a disporre in via urgente lo stop di Uber-pop ci sono, tra l’altro, anche “gli effetti pregiudizievoli nel settore” taxi accentuati “per effetto del previsto consistente numero di visitatori della manifestazione Expo 2015”. La richiesta “di trasporto trasmessa dall’utente mediante l’app Uber-pop”, spiega poi il giudice, “oltre ad essere modalità tecnica già utilizzata dalle cooperative di tassisti appare di fatto del tutto assimilabile al servizio di radio taxi”, ma senza i costi che i tassisti devono sobbarcarsi e con uno “sviamento di clientela indebito” e “un effettivo vantaggio concorrenziale”.

Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, giudica la decisione condivisibile e auspica che Uber possa fornire il suo servizio, ma nell’ambito della legalità.

In totale disaccordo il leader della Lega Matteo Salvini, che si è subito schierato con i taxisti, e si è dichiarato felice per il provvedimento, mentre il Codacons invece ha messo in risalto il danno enorme arrecato agli utenti, che ora non possono più scegliere.

Azzeccato, a nostro avviso, il commento de “Il Fatto quotidiano” che scrive: “Dagli spalti, probabilmente, un bravo telecronista, in gergo calcistico, la racconterebbe così: finisce 1 a 0, con un rigore segnato dai tassisti, il primo tempo, tra la squadra di casa e Uber; da segnalare il – 1 portato a casa dai cittadini (in particolare milanesi) e dai visitatori dell’Expo di tutto il mondo che si sono visti sfilare da sotto il naso un’opzione di mobilità alla quale, in tanti o in pochi, si erano affezionati. Deludente l’arbitraggio dello Stato e dei Sindaci che hanno lasciato fosse un Giudice a segnare il destino del primo tempo senza riuscire a governare un fenomeno indiscutibilmente innovativo – che se ne condividano o meno gli effetti e che lo si trovi auspicabile o da respingere – con leggi moderne, adeguate e capaci di garantire un equo contemperamento tra gli interessi contrapposti di tutte le squadre in campo.

Perché il vero punto, in questa non originale partita tra vecchi signori del mercato ed ex start up del digitale, cresciute in fretta è che, anche questa volta, si rischia di dimenticarsi che il match non riguarda solo imprenditori vecchi contro imprenditori nuovi ma anche e soprattutto gli utenti le cui esigenze – in questo caso di trasporto – nel 2015, potrebbero trovare soddisfazione attraverso servizi innovativi offerti o, almeno, resi possibili da imprenditori che ieri non c’erano.”

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