Un secolo di Mazda: dal Wankel all’elettrico

Mazda festeggia un secolo (1920-2020): inizialmente produceva sughero a Hiroshima. Poi la svolta con l’industriale Jujiro Matsuda che, nel1920, prese il controllo della Toyo Cork Kogyo e trasformò l’azienda prima in un produttore di macchine utensili successivamente di veicoli.

Sfogliando l’album dei ricordi, nel 1931, fu realizzato un motocarro a tre ruote, quindi nel 1960 vide la luce la Mazda R360.

Sette anni dopo fu realizzata la Cosmo Sport/110S, primo modello di serie al mondo dotato di propulsore rotativo. Mazda, da oltre 30 anni, ne porta avanti lo sviluppo di questo “cuore”. L’ultimo modello del brand giapponese ad utilizzarlo è stata la RX-8 con un birotore Renesis 13B-MSP di 1.308 cc da 231 cv, con un motore benzina diverso da quelli convenzionali per via della sua struttura interna, venduta in 800 mila unità: invece dei pistoni c’era un rotore a forma di prisma che girava dentro una camera di combustione. Un propulsore silenzioso ma ingordo di carburante e con emissioni di notevoli sostanze inquinanti. Prova ne è che Mazda l’ha ritirata dal commercio, insieme al coupè e alla cabriolet RX-7, costruite in tre generazioni fra il 1978 (alla radio i Bee Gees, al cinema per vedere  Grease e la nostra nazionale di calcio con Zoff in semifinale ma poi battuta dall’Olanda) ed il 2002, venduta inizialmente solo in Oriente e poi esportata in Europa e negli Usa.

Ora la Casa di Hiroshima sembra aver trovato la giusta formula per il Wankel e il responsabile dei propulsori per la Mazda, Mitsuo Hitomi, ne ha elencato i punti positivi: dagli ingombri minimi, alle minori vibrazioni ed alla potenza più elevata rispetto ad un motore a pistoni. Adesso si parla sulla carta di un nuovo coupè sportivo la RX-9 che si ispira al concept RX-Vision visto nel 2015, prototipo che potrebbe ospitare il Wankel di nuova generazione (per la cronaca la Mazda 787 B vinse una 24 Ore di Le Mans).

Il motore rotativo fu presentato da Felix Wankel nel 1957 grazie alla collaborazione con il dr. Froede, capo dei tecnici della NSU. La prima auto a servirsene fu la NSU Spider, 498 cc, 50 cv, 150 orari, consumo accettabile. Poi va ricordato che Citroen, negli Anni Settanta, l’utilizzò in via sperimentale sulla M35 realizzata in 267 esemplari ma anche su un elicottero RE2, senza mai ottenere l’idoneità al volo e che si può vedere al Conservatoire della casa francese. Oltre alle NSU (anche con la Ro 80) arrivarono la GS Birotor Citroen, i dieci prototipi Mercedes C111 ed una 350 SL Quadrirotore, intorno al 1970. A seguire questa via del Wankel ci furono la GM con i prototipi Chevrolet e l’American Motors con la Pacer. Anche Alfa Romeo sperimentò questo motore rotativo da 2.200 cc su una Giulia berlina e su una 1750 fino al 1975. Anche in campo motociclistico si cimentarono NSU, Sachs, la prima al mondo ad essere azionato da questo motore, ed ancora Suzuki, Norton che s’affermò in qualche gara del Campionato inglese e al Tourist Trophy con Hislop.

Quali i difetti del rotativo?

Elementi di tenuta del rotore giudicati insufficienti, coppia contenuta ai bassi regimi di rotazione, consumo elevato di carburante, difficile lubrificazione dei segmenti apicali, tasso di idrocarburi imcombusti elevatissimo.

Quali i vantaggi?
Leggerezza, minore rumorosità ed emissione di ossidi di azoto, maggiore potenza, semplicità manutentiva, inoltre può essere dotato di sistemi di sovralimentazione mediante turbina o compressore volumetrico. Mazda ha poi avuto, negli ultimi anni, un debole per le auto divertenti da guidare come la MX-5 la roadster venduta in oltre un milione di unità. Mazda per festeggiare il secolo oltre al rotativo lancerà quest’anno il suo primo veicolo elettrico, la MX-30, nell’ambito del programma di sviluppo tecnologico “Sustainable Zoom-Zoom 2030”. Se il primo sarà alimentato esclusivamente a batteria, l’altro affiancherà alle batterie un motore rotativo piccolo, leggero e silenzioso come Range Extender. Ricaricherà la batteria quando necessario per aumentare l’autonomia e quindi il chilometraggio eliminando l’ansia da ricarica. La si vedrà in concessionaria da settembre questa prima elettrica che ha debuttato al salone di Tokyo (un Suv che mette al centro le esigenze dell’uomo e dell’ambiente, autonomia di 200 km, una versione range extender arriverà nel 2021).

Oggi Mazda vanta una gamma di modelli disegnate con il linguaggio stilistico Kodo-Soul of Motion. Ed al Salone di Ginevra, in marzo, ricorderà il suo passato guardando al futuro. “Nei prossimi 100 anni, continueremo a sfidare noi stessi per creare prodotti, tecnologie ed esperienze uniche, come amano i nostri clienti” – ha sottolineato Akira Marumoto, presidente e Ceo di Mazda.

Più anziane di Mazda sono Peugeot (1803), Vauxhall (1857), Mercedes (1886), Fiat (1899), Ford (1903), Isotta Fraschini (1904), Rolls-Royce (1906) per ricordarne alcune.

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