Vettel, Arrivabene e il flop Honda: tre temi dopo la vittoria Ferrari a Sepang

La vittoria della Ferrari a Sepang con Sebastian Vettel ha dato una svolta alla F.1, che ultimamente era asfittica sotto il profilo dello spettacolo pur proponendo una sfida tecnologica interessante. Il recupero di una Ferrari vincente è sotto gli occhi di tutti, tecnici e tifosi. E quindi va dato atto allo staff tecnico di aver fatto passi giganteschi in tempi brevi. Tutta la stampa, specializzata e non, ha dato risalto ed approfondito l’analisi tecnica della rinascita. Ma restano tre temi di cui parlare: Vettel, Arrivabene ed il flop Honda.

Vettel prima di tutto. Non il Vettel pilota, che così ha dimostrato al mondo che i suoi 39 successi erano legittimi, ma il Vettel uomo. Con una caratteristica ormai rara tra i protagonisti della F.1. La generosità ed il rispetto degli uomini che rendono possibili i suoi risultati. Avrete letto che lui resta con i meccanici a corsa ultimata per aiutarli a raccogliere il materiale e preparare le casse da spedire. Ma non sapete che a Sepang è arrivato il giovedì prima della gara con un pacco di fotografie del suo podio di Melbourne, ognuna con dedica personalizzata a tutti i meccanici del team. Avrete letto e sentito che parla abbastanza in italiano ma non sapete che ha risposto personalmente in italiano ad alcuni conoscenti italiani che disponendo del suo numero di cellulare avevano timidamente chiamato per fargli i complimenti. Avrete letto dei festeggiamenti post-gara ma non sapete che a tarda sera è tornato in pista con sei bottiglie magnum di champagne per brindare con tutti i ragazzi della squadra impegnati a confezionare le casse da spedire. L’atmosfera in squadra è cambiata totalmente, ci dicono i ragazzi: c’è affiatamento, c’è coesione, c’è rispetto reciproco, c’è entusiasmo.

E qui si apre il secondo tema: Maurizio Arrivabene. Il merito di questo cambiamento di atmosfera è anche suo. Lui ha portato una motivazione in squadra davvero nuova. Frutto del suo carattere certo. Ma anche della sua esperienza. E’ la prova che non basta essere un manager con grandi risultati alle spalle per ottenere successo in un ambiente come la F.1. Bisogna conoscere quell’ambiente, capire gli aspetti umorali delle persone con cui si collabora, rispettare il lavoro di ogni elemento del team. E gratificarne l’impegno, con umiltà. Questo dimostra che nell’automotive, ed in F.1 in particolare, non si può innestare ad un posto di alta responsabilità una persona che proviene da tutt’altra filiera. Il caso Mattiacci insegna. Anche perché l’ambiente è altamente selettivo e se non c’è sintonia ti emargina. La vicenda ci ricorda un episodio di alcuni decenni or sono quando una Casa automobilistica estera affidò ad un blasonato manager proveniente da tutt’altro settore la direzione della filiale italiana. Flop totale.

Ed a proposito di flop, eccoci al terzo tema: la deludente Honda che motorizza la Mc Laren. Premesso che debuttare in una F. 1 così tecnologicamente complessa è una sfida enorme, non sorprende la carenza di risultati e di prestazioni se si conosce un po’ la mentalità dei giapponesi. Che vogliono realizzare da soli, con le proprie forze, con i propri uomini, con le proprie tecnologie, probabilmente con i propri fornitori il prodotto che li rappresenta. E con i propri tempi: ci illumina, a questo proposito, un episodio in cui si ritrovò protagonista molti anni fa Andrea Zanussi, il pilota rallista che per le sue capacità di collaudatore era stato anche a suo tempo ingaggiato dal team ufficiale Peugeot. Dunque Zanussi venne incaricato dalla Nissan di testare la vettura che era stata preparata per partecipare poi al Rally Safari, in Kenya, prova del mondiale severissima per la meccanica. Al termine dei test il pilota enumerò le modifiche da effettuare e notò una certa freddezza nei tecnici. La gara era prevista dopo circa tre mesi e quindi disse che c’era tutto il tempo per provvedere, ma si sentì rispondere che bisognava comunicarlo con cautela al capo progettista e che solo se lui era d’accordo si poteva impostare il lavoro per l’anno successivo. E così alcuni dettagli meccanici poi si ruppero. E’ un episodio, che da la misura di una certa mentalità. Non resta che sperare che nel frattempo qualcosa sia cambiato, in modo da offrire ad Alonso la possibilità di inserirsi nella lotta di vertice fra Mercedes e Ferrari. Per tornare a vivere le emozioni di una F.1 davvero spettacolare.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *