Volkswagengate, troppa fretta per vederne le conseguenze

L’Ospite di Autologia: Tommaso Tommasi.

Con sfaccettature diverse, molti giornali si sono affrettati a dire che il Dieselgate ha già colpito con uno swing alla mascella il Gruppo Volkswagen. Per avvalorare l’affermazione, ecco i dati del terzo trimestre diffusi dal Gruppo tedesco, che informa  come nei primi nove mesi ha venduto a cliente finale 7.430.000 veicoli, mentre Toyota ha reso noto di averne venduti 7.489.000 e la General Motors 7.200.000. Sin qui i fatti.
La corsa al vertice, dunque, registra un cambiamento di posizioni sul gradino più alto, poiché dopo il primo semestre era il Gruppo Volkswagen ad aver conquistato il comando del terzetto, anche se i capi del gigante tedesco avevano ribadito che l’obiettivo della prima posizione mondiale restava il 2018. Ora Toyota è tornata al vertice, anche se erano stati proprio i capi del colosso giapponese ha prevedere per il 2015 la perdita della prima posizione. Sin qui le previsioni.
Alcuni giornali non hanno resistito al richiamo del colpo di scena e hanno inserito in questo quadro il Dieselgate che, a loro interpretazione, avrebbe già colpito le vendite dei brand del Gruppo di Wolfsburg.
E qui ecco l’errore.
Chi mastica di automobili, sa bene che  la vendita di  una vettura nuova segue una precisa procedura. Il cliente va in Concessionaria, sceglie il modello di auto, firma un ordine di acquisto e versa la normale caparra. Il Concessionario, se non ha in stock la vettura con le caratteristiche richieste dal cliente (motorizzazione, colore, dotazioni extra), inoltra l’ordine alla Casa, che provvede ad inviare la vettura richiesta non appena esce dalla linea di montaggio o se è in stock presso la fabbrica. A questo punto si mette in moto l’operazione di trasporto via terra o via mare. Una volta arrivata al centro di smistamento italiano, la vettura viene inoltrata al Concessionario che l’ha ordinata e nel volgere di alcuni giorni, la vettura viene targata e  finalmente consegnata al cliente. Il tutto richiede mediamente fra i 45 e i 60 giorni. 
Tenuto conto che il bubbone del Dieselgate è esploso sui media il 18 settembre, aggiungendo anche solo 45 giorni (weekend inclusi) arriviamo alla fine di ottobre, quando cioè si contano ufficialmente le immatricolazioni del mese.
Lascio all’intelligenza di chi ci legge tirare le conclusioni. Per capire quanto l’imbroglio ha fatto male al Gruppo,  potremo saperlo con cognizione di causa a partire da fine novembre.

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