Il 2024 sarà ricordato come un anno difficile per Tesla. Per la prima volta nella sua storia, l’azienda di Elon Musk ha registrato un calo delle vendite. Si tratta di una “elegante” discesa dell’1,1 per cento, con 1,79 milioni di veicoli consegnati, leggermente al di sotto delle previsioni che puntavano a sfiorare 1,81 milioni. Un piccolo passo indietro per Tesla, un grande balzo in avanti per i suoi rivali, soprattutto cinesi.
Basta guardare i numeri: BYD, il colosso a causa del quale Musk probabilmente ogni notte ha gli incubi, ha venduto 1,76 milioni di veicoli completamente elettrici, con un aumento del 12,1 per cento rispetto al 2023. Ma non si è fermata qui, in quanto a questa cifra vanno aggiunti altri 2,49 milioni di veicoli ibridi plug-in, con un incremento delle vendite pari al 73 per cento rispetto all’1,44 milioni del 2023. Tesla, che invece punta tutto sui veicoli puramente elettrici, ha mantenuto il primato globale ma con uno scarto sempre più sottile.
Certo, negli Stati Uniti Tesla chiude l’anno con una quota pari quasi alla metà delle auto elettriche vendute, ma anche oltre oceano il panorama sta cambiando. I veicoli ibridi a basso prezzo stanno guadagnando terreno, approfittando di incentivi governativi che sembrano dimenticare Musk e anche le accise di Trump. Al contrario, in Europa la riduzione dei sussidi per le auto elettriche è stata una pugnalata al cuore e i numeri parlano chiaro: il mercato è saturo di offerte a ogni livello di prezzo e i consumatori guardano altrove, almeno per quanto riguarda Tesla.
Per assurdo è proprio in Cina – il mercato più concorrenziale per il marchio statunitense – che Tesla segna una piccola vittoria nel 2024: 657 mila auto vendute, con un incremento dell’8,8 per cento rispetto all’anno precedente. Ma quanto durerà questa tendenza, con le case automobilistiche locali pronte a divorare quote di mercato con modelli più economici e diversificati?
Lo sappiamo, Elon Musk raramente dimentica di dispensare ottimismo, e quindi aveva predetto una “leggera crescita” per il 2024 e aveva anche provato a stimolare le vendite con finanziamenti senza interessi e ricariche gratuite. Ma i risultati sono stati modesti e ora tutte le speranze sembrano poggiare sul Cybertruck, un veicolo che promette di essere più divisivo di un dibattito politico, anche dopo l’esplosione di uno di questi mezzi a Las Vegas di fronte a un Trump building…
Un po’ come ha fatto Apple in passato, Musk punta sull’autonomia totale per quanto riguarda l’offerta di servizi collegati ai suoi prodotti e annuncia un’ipotetica flotta di taxi robotici per rilanciare il marchio Tesla. Ma gli analisti restano scettici.
Seth Goldstein è uno stratega senior di Morningstar, un’importante società di ricerca finanziaria e di investimento. È esperto nei settori delle risorse agricole, chimiche, dei materiali di base e del litio, con particolare attenzione al mercato dei veicoli elettrici.
Ricopre il ruolo di presidente del comitato per i veicoli elettrici di Morningstar e partecipa al comitato Economic Moat, che valuta la capacità delle aziende di mantenere un vantaggio competitivo nel tempo. Goldstein è una figura riconosciuta per le sue analisi sulle prospettive di crescita delle aziende nel settore tecnologico e industriale e a proposito dei taxi robotici di Musk ha affermato: “La tecnologia è ancora lontana anni dalla commercializzazione”. Un bello schiaffo in faccia alle ambizioni del tycoon amico di Trump.
All’attuale difficile situazione del mercato, in questo inizio d’anno si aggiunge il cambiamento delle strategie politiche statunitensi. Musk ha donato milioni di dollari alla campagna elettorale del presidente eletto Donald Trump, sperando in una regolamentazione più favorevole, ma non è sicuro di ottenerla. La politica è un gioco rischioso e personaggi come il presidente eletto non esitano ad abbandonare al proprio destino anche il vassallo che si è dimostrato più fedele. Quindi, non è detto siano raggiungibili le ambizioni di crescita del 20-30 per cento che Musk ha promesso per il 2025, in quanto non è certo che i benefici necessari garantiti da Trump arrivino in tempo.
Indubbiamente, Tesla rimane un colosso dell’industria mondiale ma la sua supremazia non è più scontata. Le vendite rallentano, i rivali si avvicinano e le promesse futuristiche sembrano ancora troppo lontane. Per il 2025, Musk punta a una rinascita, ma con il mercato dell’auto elettrica sempre più competitivo, forse è arrivato il momento per Tesla di rivedere la sua strategia.
Un’impresa titanica, certo, ma se c’è qualcuno che ama le sfide impossibili, quello è Elon Musk. A volte le sue “sparate” sembrano eccessive, stiamo parlando di un uomo che vuole colonizzare Marte e reinventare il concetto di automobile. Forse il 2025 non sarà solo un anno di sfide all’ultimo sangue contro gli avversari cinesi, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo per Tesla.
Visionario per alcuni, incosciente per altri, Musk incarna il meglio e il peggio del genio imprenditoriale contemporaneo. Dove c’è lui c’è innovazione, ma anche un elevato livello di polemica; c’è il progresso, ma non senza rischi. Per alcuni è il genio che ci trasporterà più velocemente nel futuro, per altri la versione reale di Roderick Usher che sfrutta il suo impero imprenditoriale per accumulare potere e alla fine viene travolto dalla sua bruciante ambizione, tirandosi dietro tutti quelli che lo hanno spalleggiato. Forse il 2025 sarà l’anno in cui Musk delegherà il comando di Tesla per dedicarsi anima e corpo alla politica, come già in passato aveva fatto un piccolo (in confronto a Musk, certo!) imprenditore nostrano per sfuggire alla tagliola di un brutto fallimento? Chissà!
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