RENAULT: addio ai motori di F1 dal 2026

La F1 è un gioco duro e non fa sconti a nessuno. Lo sa bene la Renault, che in questi giorni ha ufficializzato la sua decisione: non produrrà più motori (o meglio power unit, perché sono ibride) per la F1. E’ la fine (per ora) di un’era che ha portato a questo costruttori molteplici soddisfazioni nel passato. Paradossale il fatto che le maggiori soddisfazioni il costruttore francese se le sia tolte come fornitore di motori e non come scuderia. Perché, a guardare le ultime tre stagioni (ovvero da quando Luca De Meo ha voluto cambiare il nome della scuderia in Alpine, il marchio sportivo della Renault) di soddisfazioni ne ha avute ben poche. Ad essere colpevole è la scarsa potenza delle power unit E-23 e E-24, che hanno relegato Alpine nelle retrovie della classifica costruttori. Un risultato che Renault non poteva sopportare. A nulla sono serviti i rimpasti e la riorganizzazione del team, che ha sede a Enstone (UK) per la parte telaistica e a Viry-Chatillon (Francia) per la parte motoristica. Da qui la decisione di affidarsi al motore Mercedes a partire dal 2026, propulsore che attualmente equipaggia l’omonima scuderia più quelle di Aston Martin, McLaren e Williams.

Proprio da questo dato nasce una considerazione, ormai consolidata: in F1 a contare è il telaio e l’aerodinamica. Altrimenti, per semplice logica, non si spiegherebbero gli exploit della McLaren, che condivide il motore con due scuderie che sono alquanto arretrate in classifica. Il fatto che la power unit Renault equipaggi solo la scuderia madre Alpine non dà un riscontro sulle effettive performance del motore. Allo stesso tempo però la potenza è ricavabile da osservazioni ben definite, con le quali è possibile dedurre quella stimata. De Meo ha dichiarato che in F1 ormai le cose sono cambiate e che a contare è la scuderia e non il motore. Avanti tutta quindi con Alpine, marchio che è stato risuscitato prima della rediviva A110 e poi applicato su alcuni modelli sportivi della casa della losanga. Risultato ottenuto? Su questo ci sono ombre e luci, perché tanti comuni mortali, fuori dalla cerchia degli appassionati, non collegano la scuderia Alpine alla Renault. Forse è stata una scelta troppo azzardata?

Riguardo al discorso dei risultati Ferrari ha dimostrato che anche la mancanza di titoli mondiali non incide sulle vendite: ormai conta esserci ed essere visibili, non solo vincere a go go. Su questo la Casa di Maranello ha però potuto contare sulla vittoria alla 24h di Le Mans (dopo 50 anni) che ha risollevato un po’ la gloria sportiva della casa del cavallino. Nota a margine: l’Alpine corre anche in quella categoria, senza risultati di nota.

Tornando alle idee di De Meo: il suo concetto è tutto sommato condivisibile: a parte i super appassionati chi sa con quale motore corrono attualmente le 10 scuderie di F1 e quante fra queste realizzano in toto l’intera vettura? Forse l’automobilista di tutti i giorni potrebbe essere assai sorpreso dall’apprendere che la Honda ha realizzato il propulsore della pluri vittoriosa Red Bull (anche se quest’ultima nel 2026 avrà un motore tutto suo). Già: perché da quell’anno ci saranno nuovi propulsori, con una parte elettrificata molto più sviluppata rispetto all’attuale. Un salto nel buio che forse in Renault non si sentivano di fare.

Per un costruttore che esce eccone un altro che entra: l’Audi ha ufficializzato il suo debutto nel 2016, con la scuderia Sauber. Un plus per la F1, dove le attuali scuderie sono 10. A far muovere il fronte è però il numero delle power unit per costruttori presenti in pista, con Mercedes che passerebbe (se le cosa si mantengono costanti) a 5 unità contro le 3 di Ferrari. In termini assoluti cambia poco: talvolta le novità dei motori sono state provate nei team satelliti per valutarne efficacia e affidabilità. In termini relativi però questo porterebbe a ben 4 le scuderie sulle quali la Mercedes può avere qualche influenza, con conseguenti strategie a favore della stella a tre punte durante i GP.

Ecco gli abbinamenti motore e telaio nell’attuale F1, giusto per fare il punto della situazione:

Ferrari: motore e telaio Ferrari

Sauber: motore Ferrari e telaio Sauber

Haas: motore Ferrari e telaio Haas

Mercedes: motore e telaio Mercedes

Aston Martin: motore Mercedes, telaio Aston Martin

MCLaren: motore Mercedes e telaio MCLaren

Williams: motore mercedes, telaio Williams

RB (Toro Rosso): motore Honda, telaio toro rosso

Red Bull racing: motore Honda, telaio Red Bull

Alpine: motore Renault, telaio Alpine

10 scuderie: 3 realizzano sia telaio sia motore (Ferrari, Mercedes e Alpine Renault)

Il primo motorista è Mercedes con 4 power unit, segue Ferrari con 3, Honda con 2, Renault con 1.

Sede delle scuderie: 6 in UK, 2 in Italia, 1 in USA, 1 in Svizzera

(foto marca.com)

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