NOVITA’ – Rina, la sportiva con l’accento astigiano

Prima creazione della “Automobili Mignatta” di Valfenera d’Asti, è una barchetta a due posti dallo stile classicheggiante nata per chi ama le auto vecchia maniera, con cambio manuale e pochissima elettronica

Si chiama “Rina” ed è appena nata, ma la prima curiosità è legata al luogo dove è avvenuto il parto: non in Cina, e neanche negli Stati Uniti o in Corea, Romania, Francia oppure Germania, la solita infilata di Paesi dove albergano i maggiori costruttori. Perché Rina è nata in Italia, più precisamente a Valfenera, 2.440 abitanti in provincia di Asti, terra di Barbera, Moscato e, alla faccia degli scettici, di automobili.

Rina, che nel dettaglio è una barchetta a due posti particolarmente sinuosa, è la prima creazione di “Automobili Mignatta”, azienda che si autodefinisce “un gruppo di persone unite da una visione comune e da una passione infinita per l’Automobile. Un gruppo di professionisti che lavora in perfetta sinergia, come gli ingranaggi di un meccanismo impeccabile, profondendo il massimo impegno per trasformare un sogno su quattro ruote in concreta realtà”.

“Rina è un’automobile fieramente legata al territorio del Piemonte, regione da cui sono scaturite molte pietre miliari dell’automotive internazionale – spiega Josè Mignatta, fondatore di Automobili Mignatta – è una vettura tailor made, pensata per aggredire le curve delle colline del Monferrato, delle Langhe o del Roero e, allo stesso tempo, godersi gli straordinari paesaggi piemontesi. Rina è un’eccellenza di questa terra ricca di storia e avrà un motore endotermico potente e al passo con le normative ambientali, in grado di regalare sensazioni forti e una colonna sonora unica e distintiva”.

Da quanto lasciano intuire i primi teaser, la mano – come si dice – c’è tutta, e lo dimostra il design di Rina, che fonde i tratti stilistici delle scoperte anni Sessanta con le più moderne tecnologie costruttive e le sapienze antiche dell’artigianato, facendo da apripista ad un piccolo costruttore di un piccolo paese dell’astigiano che però pensa in grande.

Il cofano è lungo, i parafanghi muscolari e il volume di coda sfuggente, come nelle migliori tradizioni della scuola stilistica italiana, ma il cuore di tutto è il carbonio, usato a mani basse per la monoscocca, la carrozzeria e diversi componenti, tanto da riuscire ad assicurare un’alta rigidità torsionale e a contenere il peso complessivo entro i 1.000 kg. Sotto il cofano si agita un V8 aspirato in posizione anteriore centrale, che in combinazione con il cambio manuale transaxle a 6 rapporti e il differenziale posteriore autobloccante, crea un piacevole “triplete”.

Rina nasce con l’ambizione delle auto create per dare piacere a chi guida, pennellate sulla passione di chi ama trovarsi un volante tra le mani e un motore pronto a reagire come si deve. Non a caso, specifica la factory astigiana, in fase di progettazione un’attenzione particolare è stata riservata alla posizione di guida e all’abitacolo, con i due sedili ricavati direttamente nella monoscocca di carbonio per garantire la migliore interazione possibile tra auto e pilota. Un’auto dal sapore antico, quasi d’altri tempi, su cui l’elettronica non è bandita ma ridotta allo stretto necessario, eliminando anche autoradio, navigatori e assistenti virtuali per lasciare la colonna sonora all’orchestrazione dell’otto cilindri.

Rina sarà realizzata in soli trenta esemplari e per vederla completamente, scoprendone anche i dettagli tecnici e il prezzo, bisogna attendere fino al prossimo 8 maggio.

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