AUTOMOTIVE – Honda e Nissan, scene da un matrimonio (che non ci sarà)

Ormai è ufficiale: i due marchi giapponesi hanno deciso di interrompere le nozze dell’anno, preferendo limitarsi ad un flirt. Ma c’è già chi alza la mano per dire “io ci sono”

Nessuno si era promesso amore eterno, ma l’annuncio del matrimonio a tre, fra Honda, Nissan e Mitsubishi aveva tutta l’aria di una scintilla che prima o poi sarebbe scoccata comunque. In fondo, oltre a parlare la stessa lingua, l’idea di stringersi è diventata da tempo uno dei pochi rifugi antiaerei dell’automotive perché significa risparmiare, ottimizzare, condividere tecnologie e know-how e aspettare che la tempesta sia passata.

Insomma, lo scorso dicembre, all’annuncio ufficiale da parte dei due presidenti, tutto sembrava pronto per la nascita del terzo gruppo automobilistico mondiale per vendite dopo Toyota e Volkswagen, una cerimonia corredata da una holding destinata a supervisionare i due marchi.

Ma poche settimane dopo, quando lista nozze era pronta e il catering anche, iniziano a circolare voci di malumori. Si parla dell’intenzione di Honda di voler mettere i pantaloni stabilendo chi comanda in casa. Detto in altro modo: fare del marchio Nissan una propria filiale o poco più. A quel punto i media locali soffiano sul fuoco, aggiungendo che Honda avrebbe spinto Nissan a velocizzare l’annunciato piano di ristrutturazione salutando 9000 dipendenti in tutto il mondo e tagliando anche la capacità produttiva del 20%.

In mezzo alla trattativa c’era proprio quello: il peso del mercato, con Nissan che ingoiava amaro registrando il 90% in meno dell’utile netto fra aprile e settembre, contro il +5% rispetto all’anno precedente messo insieme da Honda. Detto in altro modo: in Borsa, l’unica cosa che conta, Honda vale circa cinque volte Nissan. Cifre che hanno un peso, quando si tratta di distribuire carichi e incarichi.

Nel comunicato ufficiale si legge che i due marchi “Hanno concordato di rescindere il Memorandum of Understanding firmato il 23 dicembre scorso per valutare un’integrazione aziendale tra le due società. Dopo la firma del memorandum, i team dirigenziali di entrambe le società, compresi gli amministratori delegati, hanno discusso e considerato il contesto di mercato, gli obiettivi dell’aggregazione e le strategie e le strutture di gestione post-integrazione. Inoltre, tenendo conto dell’importanza dell’operazione, entrambe le società si sono consultate attentamente con vari stakeholder”.

Al posto di un matrimonio che naufraga prima ancora di essere celebrato, resta più o meno un flirt, tradotto in una “collaborazione nell’ambito di una partnership strategica mirata all’era dell’intelligenza e dei veicoli elettrificati, impegnandosi a creare nuovo valore e massimizzare il valore aziendale di entrambe”.

Ma per un matrimonio che va in fumo, con l’altare ancora caldo, spuntano altri pretendenti: la multinazionale taiwanese Foxconn ha annunciato l’interesse nell’acquisizione del 36% di Nissan detenuto da Renault, precisando che lo scopo è una collaborazione industriale e non una scalata azionaria. Ed è ancora presto per capire se sarà amore oppure un calesse, come avrebbe detto Troisi.

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