VIABILITA’ – In Francia arriva una nuova generazione di autovelox temibili
Controllati dall’IA, oltre al semaforo rosso e l’eccesso di velocità sono in grado di verificare chi indossa le cinture e beccare chi usa il cellulare. E come se non bastasse, sono praticamente invisibili
“Quando un automobilista incontra un autovelox, l’uomo con l’automobile è un uomo multato”. Val la pena parafrasare il celebre proverbio messicano pronunciato da Clint Eastwood nel finale di “Per un pugno di dollari”, perché anche di questo caso, in fondo, si tratta di una verità assoluta.
La mancanza di possibilità di salvezza sta tutta nell’avvento dei “UTE” (Urban Terrain Équipement), nome tecnico dei nuovissimi autovelox che hanno debuttato in questi giorni in Francia, e che vista la vicinanza con il nostro Paese tolgono il sonno anche agli automobilisti italiani.
Perché gli UTE Hanno una caratteristica che li rende temibili: l’invisibilità. Si tratta di apparecchi pensati e realizzati per essere fissati ovunque sia necessario, dal guardrail a lampioni, pali e cartelli, difficilissimi da vedere anche per l’automobilista con l’occhio da cecchino. Ma c’è di peggio, perché gli UTE sono destinati a mandare in pensione gradualmente tutti gli altri autovelox, quelli ai semafori impossibili da non vedere e gli altri, quelli ai bordi delle strade.
In fase di test, i primi a scoprire sulla propria pelle l’efficacia dei nuovi autovelox sono gli automobilisti che attraversano l’area di Tolosa e quelli di Metz, ma tutti gli altri hanno poco da gioire, visto l’annuncio della prima infornata racconta di 200 UTE in arrivo nelle maggiori città francesi entro l’anno.
Come se non bastasse, i nuovi radar ampliano la possibilità di cogliere in fallo gli automobilisti andando oltre bucare il semplice semaforo rosso o superare i limiti di velocità, che già bastavano a fare strage di verbali, perché sono in grado di verificare se gli occupanti indossano la cintura di sicurezza e – sorpresa – se hanno uno smartphone in mano, facendo crescere a dismisura i rischi che per pagare la contravvenzione sia necessario un accendere un mutuo in banca.
Tutto questo grazie (si fa per dire), alla presenza dell’immancabile Intelligenza Artificiale, questa volta piegata alle esigenze stradali e come sempre infallibile.
L’unica consolazione? Che non tutti, secondo il Segretario della “Sécurité Roptière”, l’autorità francese per la sicurezza stradale, saranno realmente attivi: a volte potranno essere piazzati in modo più evidente come dissuasivi, tanto per per mettere ordine fra chi circola in macchina. Mentre tutti gli altri, quelli nel pieno delle loro funzioni, potranno essere sistemati di volta in volta dove è necessario, in modo casuale e senza alcun ordine preciso. Per essere ancora più precisi, “Le ubicazioni sono concordate a livello locale tra i dipartimenti governativi e le autorità locali, in base a criteri come il tasso di incidentalità”.
Fra i più preoccupati spiccano gli automobilisti di Parigi, dove gli unici tre autovelox fissi della capitale, strategicamente sistemati nelle zone dove il limite è di 30 km/h, sono diventati dispensatori seriali di contravvenzioni, al ritmo di una ogni trenta secondi nell’ora di punta, tra le 18:30 e le 20.
Contro questa forma di aggressività si è scagliato con forza Pierre Chasseray, delegato generale dell’automobile club francese che al quotidiano “Le Parisien” ha dichiarato: “Un autovelox in una zona a 30 km/h non è una misura di sicurezza, ma politica”.
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