Usato garantito da portafoglio e… buon senso
Che sia amore a prima vista o colpo di fulmine post-test drive, l’auto usata è sempre più il grande amore degli italiani.
E no, non è solo per nostalgia del vecchio motore che romba come una volta ma faccenda di tasche, testa e… dimensioni.
Nel 2024, per ogni auto nuova acquistata in Italia ce ne sono state due usate a cambiare proprietario. Stiamo parlando di 3,1 milioni di vetture di seconda mano vendute contro 1,5 milioni di nuove: un vero e proprio “boom dell’usato”, alimentato da un mix potente di pragmatismo, desiderio di spazio e consapevolezza economica.
La recente instant survey condotta da Areté, azienda leader nella consulenza strategica, fotografa con chiarezza questo fenomeno. Il dato che salta subito all’occhio è che l’80% degli italiani è disposto a spendere fino a 20mila euro per la prossima vettura usata. Praticamente il doppio di quanto avrebbero investito dieci anni fa. Un segno, questo, non solo del cambiamento dei prezzi, ma anche di un’evoluzione nelle abitudini e nelle aspirazioni degli automobilisti.
Le motivazioni dietro questa scelta sono molteplici. Prima di tutto, il prezzo: il 55% degli intervistati sceglie l’usato per spendere meno rispetto al nuovo. Ma attenzione, il 25% lo fa per salire di categoria, ovvero per acquistare un’auto più grande, meglio equipaggiata e di fascia superiore a un prezzo sostenibile. Insomma, si risparmia sì, ma con stile.
E a conferma di quanto gli italiani siano diventati consumatori attenti e informati, due su tre effettuano un test drive prima di concludere l’acquisto. Inoltre, il 94% di chi ha già comprato un’auto usata lo rifarebbe senza esitazioni. Di questi, ben l’85% punterebbe ancora sullo stesso marchio, a dimostrazione che la fedeltà all’automobile può sopravvivere anche al passaggio di mano.
Oltre al prezzo c’è un altro tema di fondo, cioè l’incertezza. In un’epoca in cui il mercato dell’auto nuova è attraversato da dubbi sulle motorizzazioni, transizione ecologica e politiche di incentivi a singhiozzo, l’usato rappresenta una zona di comfort. Qui tutto è già noto: costi di gestione, durata, affidabilità. E anche se i prezzi sono saliti pure in questo segmento, l’usato continua a essere percepito come una scelta sicura, un rifugio nel mare agitato dell’economia.
Non è un caso se il 41% degli intervistati ha scelto di sostituire una vettura con oltre dieci anni sulle spalle: segno che molti italiani stanno finalmente aggiornando il proprio parco auto, pur senza cedere al fascino – e ai costi – del nuovo di zecca.
Capitolo motorizzazione: la transizione energetica, se c’è, è a piccoli passi. Il 45% degli italiani rimane fedele all’endotermico, mentre il 32% è pronto a passare all’ibrido. L’elettrico, invece, resta ancora in fondo alla classifica delle preferenze, fermo all’8%. Colpa, probabilmente, delle incognite legate ad autonomia, infrastrutture e costi di ricarica.
Come sottolinea Massimo Ghenzer, presidente di Areté: “I crescenti costi del nuovo, l’incertezza economica e l’elevata qualità dell’usato oggi disponibile portano i consumatori a scegliere con razionalità. In un contesto difficile, quasi due italiani su tre vedono nell’usato un rifugio temporaneo… o magari anche qualcosa di più”.
In un mondo che cambia velocemente, l’auto usata diventa metafora di un approccio più riflessivo, meno impulsivo. Non è più solo un’opzione per chi ha un budget ridotto, ma una scelta consapevole, quasi filosofica: prendersi il tempo per valutare, testare, capire. Magari anche per dare nuova vita a qualcosa che ha già una storia.
In fondo, se è vero che ogni auto ha un’anima, quella dell’usato è un’anima vissuta. E forse è proprio questo che la rende, oggi, la compagna di viaggio preferita degli italiani.
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