A scuola di latino e greco con Audi e Lancia

Audi è la traduzione latina di “ascolta”. La storia di questo marchio automobilistico fondato a Colonia da August Horch nei primi del 900 si associa ai quattro anelli incatenati che costituiscono la fusione delle quattro aziende che ne facevano parte (Wanderer, Audi, DKW e Horch). Il primo modello era la Typ-A con motore 2.6 a benzina da 22 cv ma a causa della Prima Guerra Mondiale il marchio fallì e venne rilevato dalla DKW ma anche questa azienda dichiarò bancarotta e Audi ritornò a produrre auto nel 1965 quando il Gruppo Volkswagen rilevò l’Auto Union dalla Daimler Benz nel 1965.

Tre anni dopo fu lanciata l’ammiraglia 100 e nel ’72 la Berlina 80 vinse il titolo di “auto dell’anno”. Seguirono la Piccola 50 che si apprestava ad anticipare la Polo, quindi il modello Quattro, coupè a trazione integrale che si aggiudicò quattro Rally mondiali.

Negli Anni 80 spopolò la terza generazione dell’Audi 100 e nel 2006 arrivò il primo Suv battezzato Q7 con motore a iniezione diretta di benzina, cambio automatico S tronic a doppia frizione e fari LED. Le novità 2024 di Audi sono: RS3 restyling, Q4 e-tron, A5 Sportback e Avant, A6 e-tron e A6 e-tron Avant, Q6 e-tron, RS 7 e restyling Q8. Il marchio tedesco si prepara a lanciare 20 novità tra il 2024 ed il 2025, comprese le nuove generazioni di A5 e Q5. Ad usufruire dell’inedita Premium Platform Combusion che si avvarrà della Premium Platform Electric saranno le nuove Q5 e A5. Audi dedicherà i numeri pari ai modelli elettrici e i dispari a quelli con propulsori termici ed elettrificati.

Crediamo nella mobilità elettrica – ha spiegato recentemente Gernot Dollner, Ceo di Audi – ed il nostro obiettivo è quello di diventare un costruttore 100% elettrico a partire dal 2033. Dal 2026 presenteremo solo modelli a batteria, ma le motorizzazioni tradizionali, compresi i powertrain plug-in resteranno in listino fino al 2033“.

C’è molta attesa per il debutto nel 2025 della nuova A7 e dell’ammiraglia A8 per fare concorrenza a Bmw i7 e Mercedes EQS. Si parla anche di una novità 100% elettrica al disotto della Q4. Potrebbe essere l’inedita Q2 basata sulla piattaforma MEB del Gruppo VW.

LANCIA – Il marchio italiano, invece, ha associato il suo nome alla Grecia con una serie di modelli che evocano lettere e parole dalla lingua greca. Vincenzo Lancia seguì il consiglio del fratello Giovanni scegliendo le lettere dell’alfabeto greco. Ed ecco che nel 1919 vide la luce la Kappa ed ancor prima l’Alfa 12 HP, Dialfa, Beta, Gamma, Epsilon, Eta, Zeta, Theta, Dikappa, Lambda, Astura, Artena, Augusta, Aurelia, Appia, Flaminia, Flavia, Fulvia, Stratos, Scorpion, Prisma, Scorpion 030, Thema, Phedra, Thesis, Lybra successivamente spadroneggiavano le lettere Y, K, Z.

Non era mai accaduto prima di far calcare il tappeto rosso ad una anteprima ad un modello al di fuori di un Salone dell’auto. Soltanto una casa automobilistica, la Lancia, aveva scelto la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la 63esima edizione, per presentare il concept Delta HPE (High Performance Estate). Tutto poi proseguiva anche al Teatro La Fenice nel contorno.

Era il 2006. Un concept che annunciava l’arrivo della Delta. Lunghezza 4,5 metri, larghezza 1,8 m, altezza 1,5 m. Spiccava la linea decisamente sportiva con tetto a sbalzo tipo “flying bridge”, soluzione già notata sulla Granturismo Stilnovo (nata da un’idea dei Carcerano e mostrata a Ginevra nel 2008 con vistosa griglia del radiatore, fiancate avvolgenti, marcati parafanghi, luci posteriori a sviluppo verticale, padiglioni vetrati, abitacolo lussuoso, parabrezza avanzato).

Dal punto di vista meccanico il concept era stato progettato per accogliere motori a benzina e diesel sovralimentati con potenze da 120 a 200 cv, sospensioni a controllo elettronico dello smorzamento. Elevata l’abitabilità posteriore, notevole qualità della vita a bordo grazie al padiglione fonoassorbente a tutto vantaggio della silenziosità di marcia.

I finestrini e le grandi dimensioni del tetto apribile garantivano una elevata luminosità dell’abitacolo. L’interno lo si poteva paragonare ad un salotto chic dal design tipicamente italiano. Il lunotto celava un bagagliaio di 400 litri, capienza che poteva aumentare ricorrendo all’avanzamento in avanti del sedile posteriore.

Va ricordato che la Delta, esposta poi in marzo a Ginevra, era il primo modello completamente nuovo del secondo secolo di Lancia, un nome che sfoggiava eleganza e temperamento grazie al design filante ed originale del Centro Stile con un frontale vistoso, con una calandra, incorniciata dai fari sottolineati da una fila di led, mentre la linea di cintura era alta.

Tre i motori turbo: oltre al 1.6 Multijet da 120 cv diesel, il benzina 1.4 turbo Jet nelle versioni da 120 e 150 cv. Tipicamente Lancia il volante a quattro razze con plancia dal materiale decisamente innovativo. Da evidenziare la ricerca cromatica che accentuavano il lusso interno.

Uno dei richiami più evidenti era decisamente il trattamento bicolore della carrozzeria, cui si aggiungeva l’animazione della presa d’aria inferiore. Nulla a che vedere con le linee geometriche dell’omonima antenata, la Delta firmata negli Anni Settanta da Giorgetto Giugiaro.

Questa prima generazione della berlina 2 volumi prodotta dal 1979 al 1993 in 525.231 esemplari, incluse le versioni sportive veniva assemblata a Borgo San Paolo, Chivasso, Lingotto, Rivalta. Della stessa famiglia facevano parte Lancia Prisma, Saab 600, Fiat Ritmo e Regata. Premiata col titolo di Auto dell’Anno nel 1980 la Delta è stata prodotta in quattro serie. Nel 1993 è arrivata la seconda generazione della Delta.

 

1 commento
  1. Claudio Bonora
    Claudio Bonora dice:

    Probabilmente, il nome Audi è stato ispirato dalla traduzione in latino del cognome del fondatore Horch, che, con l’aggiunta della particella -en in finale, si ottiene Horchen, la parola tedesca che in latino si traduce Audi. Ascoltare, appunto.

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