ACEA chiede all’UE di trovare una soluzione negoziata per i dazi

Occorre evitare misure di ritorsione che potrebbero danneggiare la competitività europea, con esportazioni di veicoli potenzialmente colpite per 67 miliardi di euro. ACEA considera la cooperazione cruciale per proteggere l’industria automobilistica europea

L’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (ACEA) lancia un appello alla Commissione Europea per trovare una soluzione negoziata con gli Stati Uniti ed evitare misure di ritorsione che potrebbero compromettere la competitività europea.

Durante un incontro con la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, i leader dell’industria automobilistica – tra cui i vertici di BMW, Daimler Trucks, Iveco, Mercedes-Benz, Scania, Stellantis e Volkswagen – hanno discusso le profonde ripercussioni delle recenti tariffe imposte dagli Stati Uniti sulle esportazioni europee di automobili, acciaio e alluminio.

Con 67 miliardi di euro di esportazioni europee di veicoli potenzialmente colpite e un costo tariffario totale stimato di 80 miliardi di euro (considerando automobili, componenti e tariffe reciproche) l’ACEA ha sottolineato l’urgente necessità di una cooperazione transatlantica per evitare un’ulteriore escalation del conflitto commerciale e danni a lungo termine per entrambe le economie.

L’attuale volatilità dei mercati globali – ha dichiarato Sigrid de Vries, Direttore Generale dell’ACEA – sta solo aumentando le barriere commerciali e i costi per le imprese. Le tariffe non fanno altro che far salire i prezzi per i consumatori in Europa, negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Non solo è essenziale che i leader europei e americani trovino urgentemente una soluzione al conflitto commerciale in corso, ma è fondamentale che le istituzioni europee attuino concretamente l’Automotive Action Plan per migliorare la competitività, ridurre i costi, alleviare il carico normativo e rafforzare la produzione europea”.

Le dichiarazioni dell’ACEA mettono in evidenza il problema che l’Europa rischia di subire pesantemente le conseguenze di una guerra commerciale senza avere una strategia chiara per contrastarne gli effetti. Se da un lato l’appello alla diplomazia è comprensibile e condivisibile, dall’altro la richiesta di misure concrete per la competitività europea solleva interrogativi su quanto le istituzioni europee siano pronte ad agire in tempi rapidi.

La questione delle tariffe non riguarda solo l’automotive, ma rappresenta un banco di prova per la capacità dell’UE di proteggere le proprie industrie in un contesto globale sempre più complesso e instabile. La risposta della Commissione Europea non potrà limitarsi a una semplice mediazione diplomatica: sarà necessaria una strategia industriale forte per garantire che il settore automobilistico europeo resti competitivo senza dover dipendere esclusivamente dalle decisioni degli USA.

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