Addio Michele
Il sigaro toscano, la passione per i modellini ferroviari, la cura certosina e quasi maniacale del dettaglio. Questo era Michele Fenu, un compagno di viaggio per chi ha frequentato e frequenta il nostro mondo. Michele ha accompagnato l’evoluzione e raccontato la storia dell’automobile, dei suoi personaggi, dei suoi miti. Le corse, con decenni di reportage dalla Formula 1 (quella dei pionieri, quando nei box si vivevano in diretta le emozioni dei piloti, non quella anestetizzata dei tempi moderni), i rally, il Mondiale Marche, la Targa Florio, Le Mans.
E poi il prodotto, quarant’anni di nuovi modelli, di test drive e interviste, di Saloni in tutto il mondo. Fenu ci ha lasciato nei giorni scorsi, serenamente e all’improvviso. A gennaio aveva compiuto 78 anni: quella battaglia contro il male che pareva vinta e che lui ha affrontato con coraggio e perfino una vena di ironia, mai con rassegnazione, all’improvviso si è rivelata fatale.
Non aveva mai smesso di lavorare, nemmeno dopo aver ceduto il timone di quelle pagine motori de La Stampa che lui – raccogliendo l’eredità di Ferruccio Bernabò – aveva sviluppato e reso ancor più autorevoli. A lungo membro della giuria dell’Auto dell’Anno, Fenu non è mai diventato un vero pensionato.
Con il “suo” giornale ha continuato a collaborare fino a un anno fa, poi ha proseguito la missione del giornalista in un modo diverso, che lo riempiva d’orgoglio: volontario della penna, ha diretto con insospettabile passione e competenza il magazine Cardiopiemonte, house organ firmato da illustri primari con cui Fenu era diventato amico. Si era anche adeguato alle nuove frontiere mediatiche, dirigendo il portale Internet oncologico. Puntiglioso e curioso, appassionato collezionista di modellini ferroviari, era felicemente aggrappato alla sua bella famiglia, la moglie Annagrazia, i tre figli, i nipoti.
La famiglia era un approdo sicuro, non solo al rientro dai tanti viaggi.
Per me è stato un esempio. E mi ha inorgoglito godere della sua amicizia. Lascia un gran vuoto nel nostro mondo e temo che di professionisti come lui non se ne vedranno più. Un forte abbraccio alla famiglia.
Decennali rapporti professionali e umani con un galantuomo, competente, attento, gentile, sensibile. Negli anni eravamo diventati amici. Lascia un vuoto. Sono molto addolorata dalla sua scomparsa. lo ricordo ancora a me vicino con affetto, alla camera ardente di mio Padre, che stimava e da cui era stimato.
Le mie prime parole su La Stampa le ho scritte sotto la sua supervisione. Un grande professionista con una raffinata ironia. Persona da ricordare!
Un commosso ricordo per Michele, con il quale ci trovavamo spalla a spalla agli inizi delle reciproche carriere nei lontani anni’ 60. Riposa in pace.
Un fortissimo abbraccio alla famiglia. Ciao, Michele
Che grande dispiacere apprendere questa notizia. Michele era una gran bella persona, dentro e fuori. Un super competente, un professionista di elevato spessore. Scriveva in modo preciso, sempre attento nel mettere in evidenza i pregi ed i difetti dell’auto. Molto stimato nell’ambiente si è fatto apprezzare dai colleghi. Lo ricordo in numerosi Saloni dell’Auto da Detroit a Tokyo puntuale nel cogliere le tematiche del pianeta auto. Grande la sua passione per i modellini dei treni e per il sigaro. Sono molto triste, esce di scena un vero amico, un grande amico. Abbraccio la moglie AnnaGrazia e i suoi figli. Sono molto addolorato!