AMBIENTE – Asman, la metropoli eco-friendly del Kirghizistan
Niente auto, sistemi all’avanguardia di riciclo, abbondanza di aree verdi: le premesse della prima “enclave” eco-rispettosa ci sono tutte, ma non sembrano bastare….
Ad Asman tutti saranno i benvenuti, a patto che lascino fuori città auto, moto e qualsiasi altro veicolo si muova grazie a benzina o gasolio. Non è il sogno segreto di Elon Musk, a patto che ad uno così restino ancora sogni segreti, ma il punto di partenza su cui è nato il progetto di una eco-metropoli che sta per sorgere in Kirghizistan, piccolo paese rurale dell’ex galassia sovietica che probabilmente non ama i mezzi di locomozione in genere, visto che la rete stradale è celebre per le disastrose condizioni in cui versa.
Un dettaglio che fa sembrare il progetto di Asman una dimostrazione di coerenza su cui lo scorso 14 ottobre il presidente Kirgisa Sadyr Japarov ha messo la propria firma, dando ufficialmente il via alla nascita di una città eco-friendly nel nord-est del Paese con lo stanziamento di 20 miliardi di dollari e la destinazione di 4.000 ettari di terreno sulle romantiche rive del lago Issik Kul. L’obiettivo? Rilanciare l’economia locale e trasformare il Paese in una nuova meta turistica europea.
Al momento, gli asmaniani (o comunque si chiameranno) previsti sono circa mezzo milione, che ad accoglierli troveranno “Una città del futuro in cui le idee innovative e le tecnologie più moderne incontreranno la sostenibilità ambientale e l’alta qualità della vita. Oltre all’uso massiccio di energia rinnovabile e alla creazione di numerose zone verdi, si aggiungerà un sistema all’avanguardia per la gestione dei rifiuti che renderà Asman un esempio per le altre città in termini di responsabilità ambientale”.
In lingua kirghisa, Asman significa “cielo”, e per il progetto l’architetto Ruslan Akmataliev si è fortemente ispirato al “komuz”, strumento a corda tipico dell’Asia centrale dal manico lungo e il corpo vagamente a pera. Detto così, come skyline non sembra il massimo, ma forse questo è l’ultimo dei problemi, perché malgrado le premesse per aprire ufficialmente l’epoca delle “enclavi” ripulite dai mali del mondo ci siano tutte, Asman sta nascendo fra le polemiche.
La prima riguarda il destino dell’Issyk Kul, l’enorme lago salato di montagna secondo soltanto al Titicaca sudamericano, già messo a dura prova da inquinamento e cambiamenti climatici. “Non esiste al mondo una città completamente ecologica. L’ecologia e l’urbanistica sono concetti opposti, come lo zucchero salato o la neve nera, e prima di avviare nuovi progetti è necessario risolvere i problemi esistenti”, ha tuonato l’eco-attivista Vlad Ushakov ricordando che a Karakol e Cholpon-Ata, due cittadine limitrofe, i sistemi di depurazione sono in pessime condizioni, e alcuni villaggi sono addirittura privi di una rete fognaria.
Preoccupazione numero due: le 335 specie animali che vivono intorno al lago e le comunità locali dedite a pascolo e agricoltura, a cui poco importa se le macchine a benzina non ci saranno. Terzo punto, assai dolente, il livello di corruzione del Paese e la poco trasparente gestione dei fondi pubblici che colloca il Kirghizistan al 141esimo posto del “Corruption Perceptions Index”, il poco piacevole indice di percezione della corruzione. Per finire in bellezza con un paio di scandali assai recenti che hanno coinvolto i vertici del sistema fiscale, con inchieste, accuse e arresti per riciclaggio di denaro.
In effetti, malgrado gli annunci, le notizie su Asman latitano e poco si sa sull’inizio o meno dei lavori. L’unica certezza, è che nessuna auto, moto e qualsiasi altro veicolo si muova grazie a benzina o gasolio non sarà il benvenuto. E vabbè, fa lo stesso.
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