AUTOMOTIVE – Le auto stanno diventando obese?
Un graduale processo di aumento di peso e taglia iniziato negli anni Novanta che oggi ha raggiunto dimensioni preoccupanti: sotto accusa i soliti Suv, per contro uno dei segmenti più amati dal mercato
Non bastava l’obesità, l’accumulo di grasso che colpisce oltre un miliardo di persone in tutto il mondo. A ricordarci che il mondo ingrassa e occupa sempre più spazio arriva anche un altro neologismo inquietante: “Autobesità”.
In pratica, un fenomeno dilagante di “obesità veicolare”, quella sindrome iniziata di soppiatto negli anni Novanta che porta all’aumento di peso e dimensioni delle auto circolanti. Secondo uno studio del “Transport & Environment”, la federazione europea per il trasporto e l’ambiente, i nuovi modelli di auto crescono in larghezza di un centimetro ogni due anni. La ricerca dimostra anche che la larghezza media delle nuove auto è passata da 177,8 cm del 2018 a 180,3 attuali, mentre tra il 1960 ed il 2017 il peso è aumentato in media del 62%, la larghezza del 14% e l’altezza del 21%. Mentre lo spazio a disposizione resta lo stesso.
James Nix, uno degli autori del rapporto, ha spiegato “Potrebbero sembrare numeri non così enormi, ma la maggiore larghezza media significa che quasi la metà dei nuovi veicoli sul mercato non si adatta ai posti auto delle città europee”.
Imputati numero uno i soliti “SUV” (Sport Utility Vehicle) su cui da anni si abbattono le ire di ambientalisti e gli anatemi delle grandi città, auto considerate inutilmente ingombranti, assetate di carburante e fortemente inquinanti. Va da sé, neanche a dirlo, che proprio quello è il segmento più popolare al mondo.
Parigi, ad esempio, all’inizio di quest’anno ha deciso attraverso un referendum cittadino di aumentare le tariffe di parcheggio per i SUV rispetto a coupé e berline, tarando il costo in base a peso e dimensioni del veicolo. E se Bologna sta studiando qualcosa di vagamente simile, Lione ha voluto fare ancora di più, aumentando le tariffe per tutte le auto di grossa cilindrata.
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