Colonnine senza concorrenza? Quando la ricarica elettrica inceppa (anche) la competizione

Una multa di 2,3 milioni di euro. È questo il “prezzo” che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha deciso di far pagare a Enel X e Enel X Way, colpevoli, secondo il provvedimento n. 31646, di abuso di posizione dominante e di aver applicato una strategia di margin squeeze nel settore delle ricariche per veicoli elettrici.

Si tratta del primo caso in Italia — al netto dei precedenti molto meno approfonditi — in cui l’Antitrust ha condotto un’analisi così dettagliata del settore dell’EV charging, evidenziando come Enel, data la sua struttura verticalmente integrata (fine rete e servizi), avrebbe stretto i margini dei competitor “alti abbastanza per far tremare una colonnina”.

L’indagine, partita nell’aprile 2023 e conclusa solo nell’estate 2025, ha portato al vaglio dati complessi, integrati da fonti come ARERA, per comprendere il posizionamento strategico degli operatori sul territorio e valutare se le offerte di Enel favorissero un’oligarchia anziché un ecosistema competitivo.

Secondo l’AGCM, il gruppo avrebbe praticato prezzi “all’ingrosso” (offerti agli MSP concorrenti) così alti da rendere impossibile a questi ultimi offrire pacchetti competitivi agli utenti finali — una condotta che finisce per escludere competitor efficienti.

Enel X e Enel X Way replicano che il provvedimento “non tiene conto dello stato embrionale del settore” e della “pericolosa volatilità dei prezzi dell’energia” in quel periodo, oltre che del valore strategico degli investimenti effettuati per la rete infrastrutturale a supporto della decarbonizzazione.

La sanzione, sebbene non astronomica rispetto alle dimensioni del gruppo Enel, assume una valenza simbolica e strategica non indifferente. Segna l’inizio di un possibile nuovo corso nell’applicazione delle regole antitrust nel mercato EV italiano — un sistema fino a ieri spesso dominato dai grandi attori integrati.

In contesti europei come Germania, Danimarca e Paesi Bassi, l’AGCM stesso ha citato approcci più soft ma intensamente monitorati, mentre l’Italia ha scelto la strada più incisiva: una multa supportata da un’analisi di mercato solida e un no deciso agli impegni volontari proposti da Enel nel 2023.

Per automobilisti, fleet manager e startup della mobilità, questa decisione potrebbe rappresentare una possibilità concreta: mercati più liquidi, più trasparenti, con offerte più varie e competitive. Se i ricorsi (comprese le speranze di Enel davanti al TAR del Lazio) non ribalteranno la sanzione, il mercato EV in Italia potrebbe davvero accelerare in direzione di più scelta e innovazione.

In un Paese dove le colonnine per auto elettriche stanno diventando anche colonna portante della transizione energetica, la vera ricarica potrebbe arrivare quando non sarà solo l’energia a fluire, ma anche la concorrenza. Perché una mobilità davvero sostenibile è quella dove la scelta è libera, il prezzo è giusto… e il sistema non si inceppa.

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