CONCEPT – Chery Journeo, il camper prossimo venturo

Il sedile posteriore diventa un letto e il portellone si estende trasformandosi in veranda. Sotto il cofano un turbo benzina da 2.0 litri e un elettrico con 2.500 km di autonomia

Allora è deciso: i veicoli che guideremo a breve saranno sempre più simili ai moduli pensati per attraversare il suolo lunare, o meglio ancora Marte, per non far innervosire Elon Musk.

Dell’auto, come del camper di un tempo resta poco, se non l’idea di partenza, per il resto il più attuale trend del design mondiale punta su un’immagine esterna a cui non importa nulla di dare piacere delle cornee, e quando serve rispolvera addirittura gli spigoli vivi e affilati, come nel caso del “Cybertruck” di Tesla, mandando in soffitta anni e anni di studi su come contenere il CX smussando tutto ciò che era possibile smussare. Una new age che colpisce le auto, certo, ma tocca qualsiasi mezzo dotato di ruote, dai camper ai Tir del futuro.

Un esempio, l’ennesimo, arriva dal “Journeo”, concept di un camper realizzato da “Chery”, marchio cinese proprietario di “Omoda” e “Jeacoo”, che ha messo al lavoro la squadra di ingegneri dell’Advanced Design, la propria divisione europea che ha come missione gettare lo sguardo verso il futuro, per dare alla luce un veicolo multiuso dalle tecnologie sofisticate che ovviamente strizzi l’occhio all’immancabile sostenibilità.

Tecnicamente, il Journeo è lungo 5,19 m, largo 2,10 e alto 1,87, quanto basta per ospitare comodamente quattro persone, con il 55% della carrozzeria in acciaio e alluminio, sospensioni pneumatiche regolabili in altezza e cambio automatico.

Esteticamente l’idea di come inquadrare il Journeo cambia in base al punto in cui si poggia lo sguardo: dalle più sinuose linee aerodinamiche al di sotto della linea dei finestrini all’immagine off-road offerta dagli pneumatici airless con battistrada scolpito, per finire all’abbondante vetratura, degna di un fuoribordo. A proposito di vetri: il parabrezza anteriore e il lunotto posteriore sfiorano la definizione di “punti panoramici”, tale e tanta è l’estensione. Tra le chicche i due montanti superiori che reggono il portapacchi e racchiudono delle celle solari e un ombrellone parasole, e il portellone posteriore estensibile, pronto a trasformarsi in piccola veranda ampliando l’interno di 1,5 metri.

Immancabile il cruscotto minimal, con volante a cloche, sedili anteriori disposti a 180° di rotazione e posteriori estensibili di 40 cm, a cui aggiungere i pannelli delle portiere amovibili e trasformabili in cuscini per diventare un letto. In mezzo alle due file un’isola posteriore centrale che diventa un tavolino da lounge.

Per finire con il vano bagagli, convertibile alla bisogna in panca o ancora in una zona dove sistemare cucina da viaggio, barbecue o semplicemente vano di carico. Altrettanto scontata la dotazione elettronica affidata al CPilot 5.0, un sistema di assistenza intelligente in grado scandagliare l’ambiente circostante tarando assetto e sospensioni in modo da supportare chi guida, garantire confort agli ospiti e facilitare le manovre di parcheggio.

A muoverlo ci pensa un sistema ibrido che mette d’accordo un motore turbo benzina da 2,0 litri e un’unità elettrica che da sola, secondo la casa, dovrebbe garantire 2.500 km di autonomia.

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