CONTRO STILE 29 – TESLA DESIGN… Cybercab & Robotaxi !

Iniziamo il nuovo anno con lo sguardo, come sempre, rivolto al futuro, occupandoci della Tesla Cybercab – Robotaxi. Non voglio e non  posso entrare nei contenuti di questa nuova proposta a guida autonoma, perché’ la casa madre non ha fornito informazioni tecniche, ma soltanto un messaggio di natura commerciale: “disponibile dal 2027 a meno di 30.000 $”.

È senza dubbio di buon auspicio, attuale e corretto, riproporre un veicolo di dimensioni contenute, su una piattaforma “piccola” di nuova generazione, a ricarica induttiva, e a guida autonoma completamente automatizzato e informatizzato.

Al contrario, ho alcuni appunti da fare sul Design, che mi piacerebbe molto spiegare a chi mi segue ma anche, perché no, illustrare idealmente e direttamente a Elon Musk.

La vettura, o se preferite il vettore, presenta alcune criticità dal punto di vista concettuale, sia come taxi che come mezzo di trasporto condivisibile ad uso privato, data la disponibilità di soli due posti. A mio avviso, il packaging, l’architettura e le proporzioni sembrano orientati più verso un impatto visivo che verso un’effettiva ottimizzazione aerodinamica, lasciando spazio al dubbio che il Design sia volutamente rivolto in questa direzione più che il risultato di uno studio di ricerca tecnica.

Inoltre, i contenuti offerti sono certamente in completa contrapposizione con quelli che un prodotto di questo rilievo per il trasporto dovrebbe offrire.

Siamo certi che la fonte ispiratrice venga ancora una volta da lontano, e più precisamente dal Design della VW XL1.

Il riferimento al modello Volkswagen non è casuale, anche perché mi riguarda direttamente. Derivata dal concept car L1 del 2009 e voluta fortemente da Ferdinand Piech, l’auto fu prodotta dal 2013 al 2016 in 250 esemplari, nella versione XL1. Una vettura Ibrida diesel plug-in, capace di percorrere 100 km con 1lt di gasolio, con emissioni di CO2 pari 21grammi a km. Costruita con materiali compositi leggerissimi e con un corpo carrozzeria estremamente aerodinamico ( Drag Coifficent of Cd = 0.186 ) è stata studiata e progettata sotto la mia direzione da Volkswagen Design Center Europe Potsdam insieme ai tecnici della galleria del vento. Raffinata nel disegno e molto curata nei dettagli rappresenta, ancora oggi, il miglior compromesso, escludendo le auto sportive da competizione, tra ingegneria estrema, aerodinamica e stile.

Dedichiamoci ora alla seconda definizione, cioè quella Robotaxi, e anche in questa occasione ho qualche appunto da fare. L’analisi precedente evidenziava alcune criticità legate a un design che appariva poco approfondito; nel caso della definizione di Robotaxi, invece, si entra in un contesto più articolato e complesso, che richiede un approccio interdisciplinare per affrontarne i numerosi contenuti.

Cerco di spiegarmi meglio. Con o senza guida autonoma, l’abitacolo di un taxi deve essere il fulcro attorno al quale ruota il rapporto tragitto / tempo di percorrenza. L’ergonomia generale è centrale ma, in particolar modo, l’accessibilità in/out, la postura e la visibilità devono essere sempre al centro del progetto funzionale, con l’obiettivo principale di offrire comfort a passeggeri di ogni età e motricità.

Un esempio, al quale sono molto legato, viene ancora da Volkswagen. Si tratta del “MILANO“ TAXI  2010, un prototipo realizzato in base a uno studio per dimensionare con grande attenzione i taxi destinati all’utilizzo nei centri urbani. Nonostante lo spazio interno sia notevole, il Milano Taxi è un veicolo di dimensioni molto contenute (lungo 373 cm, alto 160 e largo 166 cm). Per rendere più piacevole il tragitto dei passeggeri, il Milano Taxi è dotato anche di un tetto panoramico, grazie al quale aumenta la sensazione di spazio interno, con una porta a sinistra per l’autista e una a destra scorrevole per consentire l’accesso  al sedile posteriore fino a 3 passeggeri. Non presenta, invece, una porta posteriore poiché, i bagagli vengono trasportati all’interno con grande flessibilità modulare e possono essere depositati nella parte anteriore accanto al conducente, (sia fisico che autonomo). Ciò rende inutile un sedile anteriore per il passeggero.

Il veicolo è alimentato elettricamente e l’energia viene immagazzinata e trasportata da una batteria agli ioni di litio , alloggiata nel sottoscocca dell’auto. Il motore da 85 kW garantisce un’autonomia fino a 300 km, a seconda dello stile di guida. Gli interni si sono ispirati ad alcune caratteristiche più attuali dei taxi in circolazione a specialmente a Londra, New York e a Città del Messico, dittati di un touchscreen a disposizione dei passeggeri per rimanere interconnessi per tutto il periodo del tragitto.

Pur comprendendo le varie strategie commerciali, destinate a stupire con effetti speciali e “fuochi d’artificio” i clienti, siamo convinti che, oggi più che mai, sono necessarie visioni e soluzioni corrette per una per una mobilità “ down size “, eterogenea e pluralistica, dove la funzionalità e l’estetica recitano il ruolo fondamentale per dare un SENSO ALLA FORMA.

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