ECONOMIA – GM ha dato l’addio ai robotaxi

Il colosso automobilistico di Detroit, travolto dalle vicende in cui si è trovato coinvolto nell’operazione “Cruise”, si tira indietro anche se non rinuncia alla tecnologia della guida autonoma

Per anni, Mary Barra, ad e presidente di General Motors, ha promesso un nuovo futuro per il colosso di Detroit, ormai pronto a trasformarsi da semplice azienda automobilistica in qualcosa di più tecnologico e lungimirante, così tanto da lanciare l’azienda nata nel lontano 1908 verso un futuro straordinario.

Una parte dell’ambizioso piano prevedeva che la divisione innovazione di GM destinasse qualche trilione di dollari verso nuove opportunità di mercato come i veicoli commerciali elettrici, le assicurazioni, la difesa militare, i veicoli autonomi e, fatte le valutazioni del caso, le “auto volanti”.

“Stiamo creando soluzioni tecnologiche e servizi mondiali che cambieranno il modo in cui le persone si muovono”, aveva dichiarato la combattiva ad nel corso di un keynote virtuale del CES di Las Vegas nel gennaio 2022.

Da allora, ricordano gli analisti, GM si è tenuta ben lontana dal rivelare i ricavi delle nuove attività, ma tutto è diventato un po’ chiaro qualche giorno fa, quando Mary Barra in persona ha comunicato la definitiva chiusura dell’operazione “Cruise robotaxi”.

Il servizio di ride-hailing senza conducente doveva essere la stella polare dela crescita di GM, con i dirigenti che solo pochi anni fa la definivano l’opportunità per conquistare un mercato da 8.000 miliardi di dollari. Ma dopo aver immolato più di 10 miliardi di dollari per il “Cruise” dal momento dell’acquisto, nel 2016, GM ha deciso di chiudere l’attività trasferendo quasi 2.300 dipendenti in altri settori interni.

Oltre alle questioni economiche, Cruise ha passato diversi mesi turbolenti: dopo essersi assicurata i servizi di robotaxi a San Francisco, Phoenix e Austin, l’azienda si stava preparando a sbarcare in altre città degli States. Ma nell’ottobre del 2023 uno dei suoi veicoli in servizio a San Francisco aveva investito un pedone, e solo qualche settimana dopo era emerso che Cruise aveva preferito tacere su un dettaglio inquietante: il veicolo aveva trascinato il pedone per una decina di metri provocandoli ferite gravi. Le autorità della California erano state costrette a ritirato il permesso che consentiva alle auto autonome dell’azienda di operare all’interno dello stato.

Non basta ancora, perché dopo che le perizie tecniche avevano appurato carenze nella sicurezza dei robotaxi, GM era stata costretta a versare milioni di dollari in multe per infrazioni ai regolamenti, costringendo anche una decina di alti dirigenti alle dimissioni, seguite da una corposa campagna di licenziamento.

In realtà, GM ha motivato la decisione con la crescente competitività del mercato dei robotaxi, a cominciare da “Waymo”, sostenuto da “Alphabet”, ultima entità degna di nota mentre altri, in particolare “Tesla”, non hanno mai nascosto di ambire a conquistare il mercato delle auto pubbliche a guida autonoma, ma senza mai riuscire a creare un vero business.

Gli analisti hanno giudicato in modo positivo la decisione di GM, che consente un risparmio più di un miliardo di dollari all’anno che può essere utilizzato per ulteriori riacquisti di azioni. Eppure, ha ribadito il board di GM la scorsa settimana, la decisione non significa affatto una marcia indietro verso i veicoli a guida autonoma.

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