GLAM & TECH – I robotaxi di San Francisco, gente come noi
Il “Washington Post” ha scoperto che lo scorso anno i 300 taxi a guida autonoma della “Waymo” che circolano a San Francisco sono stati multati quasi 600 volte per sosta vietata e in doppia fila
Non è corretto, bisognerebbe riuscire a controllarsi un po’, ma viene da sorridere, scoprendo che i “robotaxi” di San Francisco, l’ultima frontiera della mobilità senza conducente, in un anno appena hanno messo insieme ben 60mila dollari di contravvenzioni.
L’ha scoperto casualmente il “Washington Post”, dando un’occhiata ai dati resi pubblici dell’agenzia municipale dei trasporti, in cui emergevano un mare di infrazioni al codice della strada commesse dai taxi robotizzati della “Waymo”, colpevoli di aver parcheggiato in divieto di sosta, sostato in doppia fila e addirittura attraversato zone vietate al traffico. L’ennesimo colpo ad una presenza ritenuta fastidiosa che aveva spinto diversi cittadini esasperati a vandalizzare i taxi a guida autonoma perché più volte accusati di ostruire il passaggio a mezzi di pubblica utilità come ambulanze e camion dei vigili del fuoco, o non davano precedenza ai pedoni sulle strisce pedonali.
Per essere ancora più precisi, lo scorso anno i 300 robotaxi in servizio a “Frisco” hanno messo insieme 589 multe per un totale di 65.065 dollari, tutte recapitate alla Waymo, costretta a pagare in quanto proprietaria dei veicoli e senza nessuna speranza di potersi rivalere su dipendenti distratti o incauti. E quelli di San Francisco non sono gli unici, perché i “colleghi” altrettanto automatici di Los Angeles hanno messo insieme 75 contravvenzioni solo nelle prime settimane di servizio.
Tecnicamente, spiega il quotidiano americano, si tratta di un’anomalia difficile da capire, perché il sofisticato sistema che permette ai taxi autonomi di muoversi nel traffico, oltre alla pioggia di sensori e telecamere, è stato imbottito a dovere con tutte le regole della strada, a cominciare dai limiti di velocità per finire ai punti in cui è possibile sostare. E la rassicurazione aveva spinto le autorità cittadine del traffico a concedere una deroga che dall’anno prossimo non sarà più valida: non poter essere multati mentre sono in movimento, perché del tutto inconsapevoli di eventuali manovre che hanno sempre e comunque la sicurezza al primo posto.
Secondo la Waymo, i veicoli sono in grado di rilevare se stanno bloccando il traffico come di riconoscere gli spazi di parcheggio appropriati, ma sono anche programmati per “accostare in una zona di carico e scarico per far scendere un cliente se gli altri luoghi disponibili nelle vicinanza sono pericolosi o troppo distanti dall’indirizzo richiesto”. I taxi dell’azienda possono anche “parcheggiare per brevi periodi” tra una corsa e l’altra se necessitano di ricarica e sono troppo lontani da una struttura Waymo.
E a questo punto viene da sorridere, si diceva all’inizio, perché perfino l’Intelligenza Artificiale, alle prese con il traffico di una grande città, inizia sempre di più ad avere le sembianze di un normale automobilista: gli manca solo la bile e una moglie a casa che urla per la multa, poi sarà perfetta.
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