GLAM&TECH – Wolfgang Porsche e il tunnel della discordia

L’erede della dinastia tedesca ha chiesto e ottenuto di poter scavare un tunnel lungo 500 metri nella montagna per collegare la sua residenza al garage privato. E quando la notizia è diventata di dominio pubblico, è successo di tutto…

I ricchi hanno da sempre un problema congenito: non sono simpatici a nessuno. Vuoi perché i soldi generano privilegi ma anche tanta invidia, o forse perché chi è ricco (ma per davvero) ogni tanto pensa che tutto sia in vendita.

Era successo un paio d’anni fa a Jeff Bezos, il signore dei pacchi, che dopo aver ordinato ai cantieri navali di Rotterdam la “Oceanco Y721”, un mega yacht a tre alberi lungo 127 metri e alto 40, si era trovato di fronte ad un problemino logistico: per far uscire la portaerei privata dal cantiere era necessario smontare la sezione orizzontale di “Koningshavenbrug De Hef”, ponte in ferro a sollevamento verticale della città olandese risalente al 1878, anche se l’attuale versione risale al 1972.

Ovviamente, le spese sarebbero state coperte dallo stesso Bezos, ma la rassicurazione non è bastata a convincere gli abitanti, che si sono schierati compatti sul no all’idea di smontare e rimontare a piacere uno dei monumenti storici della città. E se Jeff ci avesse provato, il varo del suo yacht sarebbe stato accompagnato da un massiccio “egging”: una pioggia di uova, meglio ancora se marce. Risultato: l’Oceanco Y721 è stato silenziosamente trasferito in un altro cantiere affrontando per 24 miglia il canale “Noord”, senza dare molto clamore alla vicenda.

La stessa cosa, più o meno, sta accadendo in questi giorni nell’elegante Salisburgo, nobile città austriaca scelta dall’81enne Wolfgang Porsche, figlio più giovane di Ferdinand (Ferry) e Dorothea Reitz, nonché fratello di Ferdinand (Butzi), designer dell’iconica 911.

Quattro anni fa, Wolfgang ha acquistato per 9 milioni di euro una delle più antiche e prestigiose residenze sulle colline di Salisburgo – città dove ha sede la holding di famiglia – un edificio del XVIII secolo che nella sua lunga storia ha ospitato nomi come James Joyce e Thomas Mann.

La discrezione del discendente dell’impero Porsche, un anziano e raffinato signore a capo di una famiglia il cui patrimonio è stimato in 30 miliardi di dollari, ma che lo scorso anno – poco elegantemente – aveva chiesto il divorzio dalla seconda moglie Claudia perché “affetta da demenza” (sostituita da tempo con la principessa Gabriela di Leiningen, 59 anni), è andata letteralmente in frantumi quando i concittadini di Mozart hanno scoperto che Wolfgang aveva chiesto (e ottenuto) l’autorizzazione a scavare un tunnel lungo 500 metri all’interno della montagna per un’idea che, accidenti, suonava proprio come un capriccetto da ricchi: collegare la sua umile magione all’immenso garage personale, sotterraneo anche quello.

Apriti cielo. La notizia del “tunnel d’oro”, com’è stato soprannominato in città, è finito sulle prime pagine dei quotidiani austriaci, aprendo le dighe a insulti, inchieste, indignazioni e interrogativi di chi da allora si chiede come sia possibile concedere suolo pubblico ad un privato cittadino, quando numerosi progetti di interesse pubblicano faticano a vedere la luce per la ritrosia dell’amministrazione comunale.

Dalla parte di Wolfgang, colpito dallo scoprire che chi è ricco ha tanti amici ma molti più nemici, qualche sparuto miliardario salisburghese che ha ricordato a tutti quanto la straordinaria eleganza della città sia merito dei ricchi che nei secoli hanno costruito palazzi da fiaba che oggi impreziosiscono il centro cittadino.

Ma c’è chi si è spinto oltre, come i Verdi, che hanno chiesto una perizia indipendente per stabilire se il diritto allo scavo fosse stato valutato in ogni dettaglio prima di essere concesso. Il risultato ha lasciato tutti ancor più senza parole, visto che secondo la documentazione mister Porsche avrebbe pagato solo 35mila euro per ottenere il permesso. Una miseria.

E ancora peggio, sul tunnel che rappresenta il desiderio di Wolfgang Porsche è arrivata un’altra tegola non da poco: alle elezioni comunali dello scorso marzo, il sindaco che aveva concesso i permessi allo scavo è stato battuto dalla sinistra, che ha promesso di dare battaglia fino all’ultimo per impedire ad un ricco di fare ciò che gli pare, quando i cittadini comuni sono alle prese con una crisi abitativa e prezzi del mercato immobiliare senza precedenti.

Porsche, tentando di placare le acque, ha aggiunto di recente che potrebbe concedere l’accesso al pubblico ai suoi vicini di casa del “Kapuzinerberg”, l’elegante collina alta 640 metri sulla sponda orientale del fiume Salzach, costretti ad un percorso ripido e tortuoso per tornare nelle loro casette.

Dopo vari passaggi, la patata bollente è atterrata sulla scrivania di Bernhard Auinger, sindaco socialista con un passato nel CdA del marchio Porsche come rappresentante dei lavoratori. Spetterà a lui decidere, e non sarà per niente facile.

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