Il mondo in coda: la classifica delle città dove il traffico ingoia più tempo
Secondo il mafioso cinematografico Johnny Stecchino, alias Roberto Benigni, “Il problema di Palermo è il traffico”. In effetti, dal 1991 ad oggi la congestione urbana del capoluogo siciliano risulta fra le più alte d’Italia, ma se può servire da magra consolazione, Palermo è in buona compagnia.
In base ai dati del “Global Traffic Scorecard 2024”, un recentissimo report realizzato dalla “Inrix”, agenzia statunitense specializzata nell’analisi dei trasporti globali, su 950 città di 37 Paesi diversi, Istanbul svetta con 105 ore perse ogni anno dagli automobilisti. Non sono da meno New York e Chicago, che dividono la seconda piazza con 102 ore all’anno sprecate fra ingorghi e semafori. Terzo gradino del podio per Londra, la prima città europea in classifica che se la “cava” con 101 ore a cui dire addio – pardon – goodbye. Contando una settimana lavorativa media di 40 ore, significa due settimane e mezzo passate con gli occhi fissi sui colori dei semafori.
La capitale inglese è responsabile di circa il 50 per cento di tutti i ritardi nel traffico del Regno Unito, con un costo totale stimato in 3,85 miliardi di sterline e una media di 942 pounds (1.130 euro al cambio attuale) sborsate da ogni automobilista. Tutto questo perché ovviamente, la congestione del traffico ha un riflesso importante sull’economia, con costi elevati strettamente legati al tempo perso, al carburante sprecato e all’indice di produttività costretto al minimo. In Germania, nel solo 2023, il problema del traffico è stato valutato in una perdita pari a 3,6 miliardi di euro.
E anche l’Italia fa quel che può: con 71 ore perse all’anno Roma passa dal 13esimo posto alla posizione numero 16 – l’equivalente di tre giorni della propria vita – mentre Milano sale dalla 26esima piazza alla casella numero 14, con 64 ore andate in fumo. Restando concentrati sull’Italia seguono Bergamo (50 ore) e Varese (49), seguite nell’ordine da Palermo (eccola, finalmente), Torino, Lecco, Genova, Firenze, Salerno, Napoli e Brescia.
Ma come accennato, praticamente non si salva nessuno: il traffico di Parigi pretende 97 ore all’anno, quello di Città del Capo 94, Jakarta 89, Los Angeles 88 e via così, in un vortice impazzito di giri di lancette a cui giocoforza bisogna rassegnarsi, e questo senza contare lo sfregamento di fegato e cistifellea, che meriterebbero una classifica a parte.
Ma è curioso scoprire che secondo il report, dalla fine della pandemia in poi i dati annuali della congestione continuano ad aumentare in modo esponenziale ogni anno, come se la gente avesse l’impellenza di recuperare il tempo perso nei mesi del lockdown. E non è finita, perché le previsioni mondiali parlano di un trend in aumento ancora più marcato nei prossimi anni che lascia poche speranze ai polmoni del mondo intero.
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