Jeremy Clarkson, l’uomo che odia le auto elettriche
Piaccia o meno, il noto conduttore inglese ha sempre avuto posizioni molto nette su quelle che lui considera automobili rispetto ad altre cose più simili a elettrodomestici. Concetti ribaditi di recente in un’intervista che ha scatenato le polemiche
Prima ancora di essere un conduttore e giornalista noto al grande pubblico per la serie televisiva “Top Gear”, Jeremy Clarkson è un signore inglese di 65 anni, con un Dna impregnato di un potenziale mix di humor britannico e gusto per la provocazione.
Ecco perché non stupisce affatto, che Jeremy abbia rilasciato un’intervista al quotidiano “The Guardian” che sta facendo il giro del mondo. Una chiacchierata senza freni e senza guardrail in cui il celebre conduttore ha ribadito per l’ennesima volta la propria profonda antipatia verso le auto elettriche e qualsiasi altro mezzo si muova facendo a meno di benzina o gasolio.
Non stupisce perché Clarkson è un signore di mezza età intransigente e tradizionalista come solo gli inglesi sanno essere, ma soprattutto perché dopo aver trascorso una vita a testare, mettere alla prova e demolire auto di ogni tipo, non riesca a concepire di dover viaggiare su qualcosa che è come un frullatore, solo di taglia più grande e con due modalità: acceso o spento. L’auto per quelli come lui (e non è il solo, diciamolo), è un insieme di emozioni che scatenano le endorfine e solleticano l’adrenalina: l’odore della benzina, la melodia di un V8 lanciato al galoppo, il fascino della velocità massima raggiunta tirando il collo alle marce.
“Non me ne frega niente delle auto elettriche, la vera innovazione non è nelle batterie, ma nei motori che ancora possiamo migliorare. Sarà la scienza a risolvere il problema dell’inquinamento e delle emissioni, non la politica. Da parte mia non guiderò mai una Tesla, nel mio garage ho solo trattori Massey Ferguson e una decina di otto cilindri”.
Più chiaro e sincero di così difficile esserlo, al punto che l’intervista nel Regno Unito ha riacceso la polemica fra quanti la pensano come Clarkson e quelli invece convinti che il concetto di auto debba cambiare, prima che gli sconvolgimenti climatici cambino il corso dell’umanità.
Per cui, come sempre accade a chi sa di essere un personaggio divisivo, da una parte gli sono piovute critiche e insulti di chi lo considera alla stregua di uno degli ultimi cavernicoli a difendere l’auto intesa come un’epica avventura che il pianeta non può più permettersi, mentre dall’altro in suo soccorso sono arrivati migliaia di nostalgici, quelli che ancora sognano la leva del freno a meno quando fuori inizia a nevicare e storcono il naso quando un’auto elettrica li affianca senza emettere alcun rumore. Pardon, melodia.
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