LIMITI – Venezia riduce la velocità, Barcellona la alza

Due esempi recenti letteralmente agli antipodi: da una parte la decisione di limitare la velocità delle imbarcazioni nella città lagunare, dall’altra l’idea di alzarla per migliorare il flusso del traffico autostradale

“Qualora ti sentissi inutile e depresso, ricordati che un giorno sei stato lo spermatozoo più veloce di tutti”: il comico francese Coluche aveva ragione, ma difficilmente il pensiero basta e basterà ad un’epoca come questa, in cui tutto va veloce.

Eppure più passa il tempo, più la velocità vive di interpretazioni che si traducono in norme, leggi e soprattutto sanzioni. Per digerire il concetto sono sufficienti due esempi recentissimi: Venezia e Barcellona.

Nella prima, la splendida e delicatissima città lagunare meta ogni anno di milioni di turisti da tutto il mondo, sta entrando in funzione il cosiddetto “barcavelox”, una sorta di occhio elettronico per le imbarcazioni, tradizionale mezzo di locomozione lagunare. Il recente Codice della Strada ha sdoganato i 56 barcavelox previsti con l’obiettivo di ridurre quanto più possibile l’effetto delle onde che impattano sui palazzi veneziani, oltre ad aumentare la sicurezza in una città che non sa cosa siano le auto, ma è comunque tra le più trafficate d’Italia.

Per essere precisi, nei canali interni (Canal Grande e Canale di Cannaregio), il limite previsto per le imbarcazioni è di 7 km/h, mentre nei restanti e nelle isole limitrofe scende a 5 km/h. Al termine dei due mesi di prova stabiliti dal Comune, con una tolleranza strumentale prevista di 2 km/h, scatteranno le sanzioni.

Ma basta spostarsi a Barcellona, in Spagna, per scoprire che da quelle parti è ormai concentra la proposta di alzare i limiti di velocità in autostrada. Si tratta, precisano le autorità, di tratti di strada precisi in cui un sistema di rivelazioni permetterà all’AI di alzare i 120 km/h previsti dal codice della strada fino a 150, al netto di visibilità, volume di traffico, condizioni meteo e presenza di cantieri.

Al momento, il progetto è in fase di test in un tratto dell’autostrada AP-7 nei pressi di El Vendrell, in Catalogna, dove sono comparsi pannelli che indicano il limite imposto dall’IA.

E la Spagna non è il primo Paese europeo ad affidare all’Intelligenza Artificiale la gestione dinamica della velocità autostradale: Germania, Francia e Repubblica Ceca hanno già avviato da tempo progetti simili, registrando netti miglioramenti nel calo di incidenti stradali nelle ore di punta, oltre a permettere una gestione più efficiente dei flussi di traffico riducendo ingorghi e lunghe code. E in Italia? Se ne parla da tempo, ma è tempo perso.

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