Pedalando nel tempio della velocità grazie a Suzuki

Quando i motori tacciono, le bici cantano: il 14 giugno l’autodromo di Monza diventa palcoscenico di inclusività e sostenibilità con il Suzuki Bike Day #5. Tra salite, maglie tech ispirate alla MotoGP e una missione solidale, l’evento trasforma la velocità in condivisione

Quando il rombo dei motori lascia spazio al fruscio delle ruote, succede qualcosa di straordinario. Ed è proprio questo il cuore del Suzuki Bike Day #5, presentato ieri presso l’Autodromo Nazionale Monza, che il 14 giugno si trasformerà da tempio della velocità a cattedrale della lentezza consapevole, dell’inclusività e del rispetto.

Suzuki, da sempre sinonimo di motori e performance, cambia prospettiva senza tradire la propria anima. Dalla MotoGP al manubrio, la transizione è stilosa e significativa. Lo dimostra la maglia tecnica dell’edizione 2025, firmata Alé Cycling, che richiama la livrea con cui Joan Mir ha conquistato il mondo nel 2020.

Il percorso è una sessantina di chilometri nel cuore della Brianza, con un dislivello che stuzzica i più allenati ma accoglie anche chi vuole semplicemente godersi il paesaggio. Si parte e si arriva nel leggendario circuito di Monza, attraversando un tracciato ispirato alla mitica Coppa Agostoni, con tanto di salita del Lissolo: 16% di pendenza e vista mozzafiato, perfetta sintesi tra fatica e bellezza.

Ma il Bike Day non è una gara. È un invito. A chi pedala con le gambe, con l’elettrico o con le braccia, a chi ha il cuore da sportivo e a chi vuole solo respirare aria buona. Non è un evento per pochi eletti, ma una festa aperta a tutti – bambini, famiglie, campioni e semplici appassionati. Accanto ai ciclisti ci saranno stelle dello sport come Elisa Longo Borghini, fresca vincitrice del Giro delle Fiandre, e l’ex CT Davide Cassani, che di passione su strada se ne intende.

E se le gambe servono a pedalare, il cuore serve a dare. Tutto il ricavato dell’evento sarà devoluto a Dynamo Camp ETS, che ogni giorno offre sorrisi e possibilità a bambini con patologie gravi.

Massimo Nalli, presidente di Suzuki Italia, ha commentato: “Automobilisti, motociclisti e ciclisti sono spesso le stesse persone. Condividiamo la strada, possiamo condividere anche il rispetto”. Un messaggio che vale più di mille regole stradali.

L’assessore Carlo Abbà lo ha detto chiaro: “È molto giapponese guardare ad altri mondi”. E proprio da questa visione nasce l’idea di un’azienda giapponese che promuove un evento in bicicletta in un autodromo italiano. Un cortocircuito solo in apparenza, in realtà una sintesi potente tra velocità e lentezza, tra motore e muscolo, tra competizione e condivisione.

In un mondo dove tutto corre, anche troppo, il Suzuki Bike Day ci ricorda che la velocità più rivoluzionaria è quella che ci permette di guardarci attorno, di scegliere una strada diversa, di ascoltare chi ci pedala accanto. Non è solo un evento sportivo, ma una metafora vivente. La convivenza è possibile, la sostenibilità è reale, il futuro – a volte – ha due ruote e il sorriso di un bambino che ce l’ha fatta. E magari, quando smetteremo di chiederci chi ha la precedenza e inizieremo a darcela a vicenda, allora sì che saremo davvero arrivati lontano.

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