Per qualcuno l’auto è come la pornografia
Con i nostri capelli bianchi (…e pochi), ormai dovremmo esserci abituati a tutto. E, invece, ci capita ancora di stupirci e di leggere e rileggere una notizia che ha dell’inverosimile. Questa volta siamo a Milano, città che, grazie ai suoi amministratori, non brilla per essere molto tollerante con le auto, ma leggete cosa ci racconta Alberto Caprotti sull’Avvenire:
“Il nuovo bando del Comune di Milano per la sponsorizzazione di aiuole e aree verdi da parte dei privati non ammette la partecipazione di aziende o soggetti che facciano propaganda politica, sindacale, filosofica o religiosa, chi produce armi, tabacco, super alcolici, pornografia. E questo pare ovvio. In più però sono esplicitamente esclusi «i brand automobilistici non coerenti con le policy di sostenibilità ambientale del Comune». Avendo ogni marchio vetture ecologiche in gamma, e spendendo tutti per l’ambiente milioni di euro ogni anno, sarebbe bello sapere quali sono i brand “non coerenti”? La risposta la dà l’assessore al Bilancio, Roberto Tasca: «Quelli che non si impegnano nella ricerca di soluzioni non inquinanti». Cioè? «Nessun nome in particolare – spiega Tasca – ma ci siamo voluti tenere le mani libere per decidere se una sponsorizzazione è in linea con la nostra politica…»Ecco, ora è tutto più chiaro. (A.C – avvenire.it)”
Mi sembra che la risposta dell’Assessore sia chiara e coerente con la moralità e l’etica dell’attuale classe politica.
Ci si vuol tenere le mani libere così che chi rilascerà la stecca più generosa e più occulta potrà sponsorizzare le aiuole.