SCENARIO – Emissioni: gli obiettivi restano ma meno ansia per i costruttori

La Commissione Europea concede tre anni di tempo alle case automobilistiche per rispettare gli obiettivi di emissioni, evitando multe miliardarie e offrendo una boccata d’ossigeno al settore

Semaforo verde dell’Europa ad allentare la morsa delle multe sulle emissioni auto: il countdown per il rispetto dei limiti di CO2 si allunga, ma la direzione non cambia. Dopo settimane di tensioni e pressioni, la Commissione Europea ha annunciato una revisione dei tempi per la verifica della conformità ai target ambientali. Invece di un check annuale, le case automobilistiche potranno tirare un sospiro di sollievo e presentare i dati su un periodo di tre anni. Una boccata d’ossigeno per un settore alle prese con una transizione complessa, senza però scalfire gli obiettivi di decarbonizzazione.

Più tempo per rispettare gli obiettivi

L’annuncio è arrivato direttamente dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che dopo un incontro con i rappresentanti del mondo automotive ha aperto alla richiesta chiave dell’industria. Nel suo discorso ha affermato che serve equilibrio tra chi ha già fatto i compiti e chi chiede più pragmatismo in tempi difficili, anticipando i contenuti del Piano d’Azione che Bruxelles deve presentare ufficialmente. In pratica, nessuna retromarcia sugli obiettivi di riduzione delle emissioni, ma più flessibilità per evitare il rischio di paralisi industriale.

A fare da sfondo c’è la scure delle sanzioni, che sarebbero costate fino a 15 miliardi di euro ai produttori non allineati al limite di 94 grammi di CO2 per chilometro sulle nuove auto. Un traguardo praticamente irraggiungibile con le attuali condizioni di mercato, dove la domanda di auto elettriche stenta a decollare e i costi di produzione restano elevati. La revisione dei tempi allontana lo spettro delle multe, accolta con favore dall’Italia. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso ha dimostrato tutta la sua soddisfazione affermando che è stata “salvata l’industria dell’auto europea”.

Piccoli passi avanti, ma ancora lontani dal traguardo

Più prudente la posizione dell’Unrae, che rappresenta i costruttori esteri in Italia. Bene il respiro concesso, ma il settore – avverte il presidente Michele Crisci – ha bisogno di misure concrete per affrontare la transizione ecologica. Tra le note dolenti, l’assenza di un piano europeo di incentivi, sostituito da generiche raccomandazioni agli Stati membri.

Intanto, i numeri del mercato elettrico italiano restano in rosso. A febbraio le immatricolazioni di auto elettriche restano al palo con una quota del 5%, mentre le ibride plug-in salgono al 4,5%. Segnali di un cambiamento che avanza, ma ancora troppo lentamente per imprimere la svolta verde tanto attesa dall’Europa.

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