Thomas Popper, Mister Stratos
Mentre il marchio Lancia sta sempre più miseramente scomparendo dal mercato automobilistico, oltre a un vivace movimento di nostalgici dei fasti sportivi, c’è molto fermento tra i collezionisti di tutti i modelli che hanno fatto la storia della casa di Chivasso, per fortuna, così non si disperde il grande patrimonio che questo marchio rappresenta.
La Stratos è sicuramente uno dei modelli più ricercati, sono ormai molto rare soprattutto quelle che hanno avuto una storia agonistica. La famosa “Bête a gagner ” così come era stata soprannominata dai francesi, increduli difronte allo strapotere dimostrato nei confronti delle loro Alpine, ha conquistato ben tre titoli mondiali, dominando nelle gare più difficili con le condizioni più esasperate. Nelle stagioni 1974, 1975 e 1976 dominò il Campionato del Mondo Rally ma riportò molti altri successi di prestigio a livello europeo e nei singoli campionati nazionali tra i quali, ovviamente, quello italiano. Straordinarie le tre vittorie consecutive al Rally di Montecarlo con Sandro Munari, ma nel palmares della Stratos ci sono anche vittorie in importanti gare stradali come la Targa Florio e il Tour de France. I modelli vincenti in queste corse, nelle livree ufficiali Marlboro, Alitalia e Pirelli sono pezzi unici che hanno raggiunto valori commerciali intorno al milione di euro.
Una interessante realtà ,nell’ambito del collezionismo, si trova in Svizzera , dove il signor Thomas Popper ha creato un vero e proprio museo, con un prezioso archivio interamente dedicato alla gloriosa Berlinetta torinese creata da Bertone.
Curiosa è la storia della passione di questo personaggio , che è iniziata circa 40 anni fa, coincidente quindi con il debutto commerciale e su strada e le successive vittorie nel mondiale rally. Lui in quegli anni, poco più che ventenne e neopatentato, scoprì la Stratos per caso al salone di Ginevra del 76′ e rimase affascinato da quelle linee modernissime, non essendo appassionato di rally non era neanche informato sullo strapotere di quella vettura nelle competizioni . Riesce a guidarne una, grazie a un concessionario Lancia svizzero , e scatta l’amore, che resta però un sogno, perché troppo inavvicinabile, come prezzo, per un così giovane studente. Ma dopo qualche anno, avendo iniziato a lavorare, Popper può realizzare il suo sogno, compra, per 35.000 franchi svizzeri, una Stratos che possiede ancora oggi. La sua curiosità e la sua passione lo portano poi a voler approfondire le origini e la storia di questo modello così unico e già tanto glorioso e dove può iniziare la ricerca se non da Torino? Riesce a entrare nei posti giusti dove la Stratos è nata e dove l’hanno resa vincente, negli stabilimenti della Bertone e nel Reparto Corse Lancia. Entra in confidenza e poi in amicizia con il responsabile delle pubbliche relazioni della carrozzeria torinese, Gian Beppe Panicco e con Luigino Podda, capo meccanico della gloriosa squadra corse HF, ma stabilisce anche un buon rapporto con Cesare Fiorio, che più di tutti era stato l’artefice della creazione e dei successi sportivi della Stratos. Inizia così una raccolta di importanti “cimeli” che vengono acquistati e messi via quasi per gioco. Oggi in quello che si può definire un vero e proprio museo e archivio Stratos, ci sono circa un milione di pezzi tra ricambi, schede tecniche, tute e caschi di piloti, fotografie, filmati, ritagli di giornali e riviste. Ma Popper ha fatto anche un importante lavoro di ricerca su tutti i modelli che sono stati prodotti e ad oggi ha la storia completa di 440 modelli esistenti, in gran parte tra Italia e Giappone, oltre ai 35 che, negli anni, sono andati distrutti. Una documentazione importantissima per i fortunati possessori di una Stratos che così possono conoscere la singola storia ma questo suo lavoro è anche una garanzia per contrastare il fenomeno dei falsi.
L’assiduità delle sue ricerche l’ha portato a scovare in giro per il mondo modelli e oggetti che erano dati quasi per dispersi. Per esempio è riuscito a rintracciare il fortunato americano che possiede la famosa 0,il prototipo che Bertone presentò al Salone di Torino del 1970,dal quale derivò la Stratos. Questa concept car fu utilizzata anche nel film “Moonwalker”, di Michael Jackson. Tra le rarità anche la maquette in legno e l’esclusivo filmato dei primi crash test.
Non è il business quello che cerca Popper, ma la soddisfazione di realizzare qualcosa di unico e poi l’occasione di conoscere e frequentare personaggi speciali che hanno storie da raccontare, dal più umile dei meccanici al più famoso dei piloti al grande dirigente o responsabile tecnico , prima di tutto Thomas ci tiene ai rapporti umani. È diventato così la persona di riferimento per tutti gli appassionati ed è stato anche l’artefice dei più importanti raduni Stratos, dove si sono potuti ammirare tantissimi rari modelli che per l’occasione sono usciti dai loro garage.
Una grossa soddisfazione sarà per lui la prossima pubblicazione di un libro interamente dedicato alla storia della Stratos, con lo stesso editore che ha già pubblicato la storia della Fulvia HF, dal titolo Reparto Corse Lancia, in quest’opera, che sarà composta da quattro volumi, sono state messe a disposizione dall’archivio Popper circa 4000 foto, per lo più inedite, ad illustrare storie e aneddoti raccolti intervistando piloti, tecnici, meccanici e chiunque abbia contribuito al concepimento e alla consacrazione di questa automobile mitica. Un volume, in particolare, è dedicato alle preziose testimonianze di Gianni Tonti, che fu direttore tecnico nel Reparto Corse Lancia.
Il lavoro di Popper comunque non finisce qui, a chi gli chiede se ha concluso le sue ricerche lui risponde che c’è sicuramente ancora qualcosa di nascosto e lui lo vuole trovare.
Hi Thomas
I got your name from David pettet the old owner of chassis 1635.
David mentioned you thought this car had left Australia and ended up in Spain, I wondered if I could quiz you on this as I believe it is still here in Australia.
Any help appreciated
Regards
Jeff
Ennesima dimostrazione che Lancia è molto apprezzata anche all’estero.
Che bello rievocare quella grande epopea! Ma è possibile che a qualche alto dirigente del gruppo, uno in particolare, non fischino un po’ le orecchie? Fulvia, Stratos, Delta: un passato così non va dimenticato. E merita un seguito.