Rimesso in moto il motore italiano che ha acceso il futuro (e un po’ di orgoglio)

Un capitolo molto importante della storia tecnologica italiana torna a splendere grazie alla determinazione di un gruppo di appassionati. Al museo Galileo di Firenze è stata accesa la fedele riproduzione del primo motore a scoppio della storia, progettato nel 1853 da Padre Eugenio Barsanti e dall’ingegner Felice Matteucci. Quest’invenzione, realizzata a Lucca e troppo a lungo rimasta nell’ombra, rappresenta un primato italiano che anticipa di quasi un decennio il brevetto del tedesco Nikolaus Otto.

L’idea di riportare in vita il motore Barsanti-Matteucci è nata nel 2022 all’interno del Club Moto d’Epoca Fiorentino, federato ASI, l’Autoclub Storico Italiano. Dopo due anni di studi e oltre 5 mila ore di lavoro, il team è riuscito a creare una riproduzione perfettamente funzionante, rispettando le specifiche dell’epoca. L’evento culminante si è tenuto al museo Galileo con l’accensione ufficiale, preceduta da una presentazione nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, durante la quale esperti e istituzioni hanno celebrato l’importanza culturale e tecnologica di questa invenzione.

La riproduzione del motore è il frutto di un meticoloso lavoro di ricerca, che ha coinvolto documenti custoditi presso l’Accademia dei Georgofili, l’Osservatorio Ximeniano, il Museo Galileo e l’Archivio di Stato. A questo si sono aggiunti studi su testi e carteggi dei due inventori.

Durante la cerimonia – cui hanno partecipato personalità di spicco come la Vicesindaca di Firenze Paola Galgani, l’Assessore alla Cultura Giovanni Bettarini e il Direttore del Museo Galileo Roberto Ferrari – il Presidente ASI Alberto Scuro ha sottolineato l’importanza di valorizzare questo primato mondiale: “L’invenzione di Barsanti e Matteucci – ha affermato – è un patrimonio unico che l’Italia può vantare. Grazie a questa iniziativa, la memoria diventa patrimonio collettivo”.

Il motore progettato dai due inventori è di tipo gravi-atmosferico a tre tempi ad azione differita, caratterizzato da un ciclo che comprende aspirazione, scoppio e scarico, senza la fase di compressione. La camera di combustione, situata alla base del cilindro, utilizza una miscela di aria e gas illuminante. Il pistone, spinto verso l’alto dall’esplosione, discende grazie al raffreddamento dei gas e al proprio peso, generando energia attraverso un meccanismo a cremagliera che trasmette il movimento alla puleggia del volano.

Un elemento distintivo è il sistema di accensione elettrica, realizzato utilizzando un rocchetto Ruhmkorff, coevo all’epoca. La complessità del progetto è evidente anche nel pistone, con un alesaggio di 150 mm, una dimensione senza precedenti nei motori a scoppio ad accensione comandata.

L’iniziativa del Club Moto d’Epoca Fiorentino non è solo un omaggio a due brillanti inventori, ma anche un invito a riscoprire le radici di un progresso tecnologico che ha contribuito a modellare il mondo moderno. Una scintilla di oltre 170 anni fa che torna a scoccare per raccontare ancora oggi il ruolo da protagonisti degli Italiani nella storia dell’innovazione. Perché, in fondo, anche la storia dei motori dimostra che le idee italiane sono sempre le prime a partire… e a fare strada!

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